Carissimi Fratelli,
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.
XXIV. IL
DESIDERIO DI BRILLARE
"«Quando pregate, non
siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle
sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini." (Matteo
XVI, 5)
Non si giudica esattamente
il vero valore dall’esteriorità. La schiavitù dalla moda e dall’ornamento sono
vanità o stupidità, quando è l’amore proprio, l’arrivismo, e la perversione che le ispirano.
Lo stesso dandy non raggiunge altro che una popolarità artificiale. Eppure ci dobbiamo
vestire, arredare la casa e mantenere un livello di vita conforme alla nostra
condizione sociale. Anche in questo caso dovrebbe guidarci la coscienza.
E poi noi avremmo
bisogno di coraggio. Tutte le donne sanno che verrà un giorno, in cui nessun
belletto potrà più coprire le rughe degli occhi; tutti gli uomini sanno che verrà
un giorno, in cui nessun abito confezionato potrà nascondere i loro difetti estetici.
La morte si avvicina, ma noi abbiamo le bende sugli occhi, essa si attacca con
maggiore forza a quanto di più caro abbiamo avuto. Questo ci sfugge, e non
vogliamo ammettere la perdita fatale.
Non pretendo già
che la cura di noi stessi debba essere trasandata, goffa, o ridicola. La
dignità interiore si riflette sempre nell'aspetto fisico; l'eleganza dei
pensieri dona la linea dell’abito; il saggio conduce una vita comune con un
cuore incandescente. E l'atmosfera superiore fluttua visibilmente attorno ad
alcuni esseri superiori, per rivestire i panni poveri di cui sono coperti con
una nobiltà che colpisce e che commuove.
Ma io, la cui
povera anima mi vieta al contempo sia l'azzurro e sia il fango, io che sono un tiepido,
io che ho nutrito molti desideri e che opero così piccoli atti, mi asterrò dalla
grossolanità, così come dalla affettazione; io obbedirò alle usanze, all'igiene,
alle ordinarie consuetudini; non mi permetto alcuna originalità; essa non va
solo che agli esseri eccezionali; essa è parte del loro carattere.
L’albero della
foresta che supera gli altri è anche il più esposto alla tempesta e ai fulmini.
OSSERVANZA: Ricerca l’anonimato.
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