domenica 2 settembre 2018

MARCIONE


Analizzando la storia e gli avvenimenti del Cristianesimo primitivo, gli studiosi assolutamente non possono non incrociare una delle personalità più interessanti dell’epoca: Marcione, vescovo e teologo greco antico, fondatore della dottrina cristiana che prende il nome di Marcionismo e senza dubbio uno dei primi a creare un canone del Nuovo Testamento. La sua storia è giunta sino ai nostri giorni unicamente attraverso gli scritti di alcuni suoi oppositori, grandi eresiologi del II e III secolo d.C., come Ireneo, Clemente Alessandrino, Origene, Ippolito, Tertulliano, Epifanio, Atanasio e molti altri. Purtroppo le sue opere teologiche, ossia i Vangeli e le Antitesi, sono andate perse. Ne abbiamo tracce autentiche solo nelle citazioni fatte dagli studiosi della sua eresia.
Della sua vita privata non si riscontrano molte informazioni dettagliate. Si pensa sia nato approssimativamente nell’85 d.C. a Sinope, una città dell’attuale Turchia che si trova nella penisola di Botzepe, sulla costa del Ponto sul Mar Nero. Suo padre era il vescovo della Chiesa Cristiana di quella regione. Già in giovane età si distingueva per la sua intelligenza, era uno studioso notevole, molto rispettato, che spiccava tra gli uomini del tempo. A causa del tradimento che fece alla Chiesa per via della sua ideologia venne scomunicato dal suo stesso padre. Grazie alla sua professione di commerciante e armatore di navi, che gli permise di accumulare ingenti beni, si trasferì a Roma all’incirca nell’anno 140 d.C., con l’idea di propagare la sua fede e di disporre le sue ricchezze al servizio di questa causa.
Contemporaneo di Basilide e Valentino, si crede che Marcione aderisse alla corrente gnostica e ai vari pensieri dei suoi esponenti, condividendo il fondamentale concetto gnostico delle dottrine dualiste e dell’“estraneità” del vero Dio, concezioni che diverranno propriamente sue e conserverà nella sua ideologia.
Attingeva in modo elementare dalle Docetiche gnostiche delle personalità dell’epoca; mettendo da parte tutto l’impianto mitologico, trasse una chiara distinzione tra il Dio tetragrammatico dell’Antico Testamento “YHWH” e quello del Nuovo Testamento. Il primo è il Dio degli Ebrei, autore della Legge, che secondo Marcione è un Dio conosciuto, creatore e giudice del mondo materiale nonché dell’uomo, identificato come il demiurgo della cultura classica, mentre il secondo è un Dio trascendente, assolutamente buono, che si è svelato attraverso Gesù Cristo. Questi però non è incarnato, ma solamente manifestato con le sembianze di un uomo tra gli uomini, mandato per salvare l’umanità dalla tirannia del Dio cattivo dell’Antico Testamento. Secondo l’eretico solo quest’ultimo era il vero Dio che avrebbe portato alla salvezza.
Alcuni studiosi prendendo atto della sua fede cristiana in relazione alla salvezza per grazia divina, ed essendo il suo impianto teologico lontano e privo delle complesse speculazioni cosmogoniche gnostiche, non lo collocano tra gli gnostici del momento. Potremmo definirlo “cristiano gnostico”, perché egli credeva che la Fede in Cristo, più che la Gnosi, fosse causa di redenzione.
Per quattro anni frequentò le riunioni della Chiesa Cristiana Romana, condividendo con essa le proprie idee, anche se col tempo iniziò a suscitare molte polemiche tra i padri della stessa. Tutto ciò obbligò la Chiesa a chiedere a Marcione una spiegazione formale riguardo alle sue affermazioni fortemente avverse all’ortodossia. La sua difesa fu inutile e la sua idea dualistica di un “Dio cattivo e un Dio buono” fu inaccettabile per la dogmatica cristiana. Per questo venne dichiarato eretico e quindi scomunicato dalla grande Chiesa. Gli costò l’esilio e l’oppressione, e il teologo greco Policarpo arrivò persino a definirlo il “primogenito di Satana”. In seguito, secondo gli eresiologi, Marcione stabilì rapporti con lo gnostico siriaco Cerdone.
Fondò e organizzò la Chiesa Marcionita, liberando il suo cristianesimo da ogni legame con l’Ebraismo mosaico. Marcione costituiva la maggior minaccia per la Chiesa primitiva in quanto era molto organizzato e disponeva di sufficienti beni per divulgare le sue teorie. I suoi insegnamenti furono rimarchevoli e accolti nel cristianesimo del II secolo d.C., e nel III secolo ebbe grande fioritura in diverse regioni del Mediterraneo e in Oriente: Grecia, Egitto, Palestina, Arabia, Siria, Asia minore, Persia… Italia, Gallia.
Creò una Chiesa, a differenza di molte altre personalità gnostiche dell’epoca le quali si limitarono a creare soltanto Scuole di pensiero. Emersero Chiese marcionite perfettamente organizzate, composte da vescovi, con una disciplina ecclesiastica e un culto al servizio, della stessa natura di quello che più tardi divenne quello della Chiesa Cattolica. I marcioniti erano più rigidi persino degli asceti, astenendosi dalla carne, dal vino, dal matrimonio (i nuovi convertiti, se sposati, dovevano immediatamente sciogliere l’unione matrimoniale).
Clemente Alessandrino afferma: «Per via di opposizione al Demiurgo, Marcione respinge l’uso delle cose di questo mondo» (Clem. Alex., "Strom." III, 4, 25), dunque secondo il suo pensiero, il principio morale di Marcione non era: “compiere” come comanda Dio ad Adam-l’Umanità in Genesi, ma “ridurre” il mondo del creatore e farne il minor uso possibile. Fortemente assodata è l’opposizione alla procreazione mediante il matrimonio. Continua Clemente Alessandrino: «Non volendo aiutare a popolare il mondo fatto dal Demiurgo, i Marcioniti stabiliscono l’astensione dal matrimonio, sfidando il loro creatore e rendendo culto all’unico Dio buono che li ha chiamati. Pertanto, non volendo lasciare nulla di proprio quaggiù, diventano casti non per un principio morale, ma per ostilità al loro fattore, e per non voler servirsi della sua creazione». (Clem. Alex., loc. cit.)
Già verso la fine del III secolo la Chiesa marcionita era in ripiegamento, però continuò ad essere abbastanza vitale in varie regioni d’Oriente ancora nel V secolo, e sopravvisse sporadicamente ancora a lungo. Il pensiero marcionita continuò tuttavia ad essere latente e influente lungo la storia del Cristianesimo fino ai giorni nostri. 
Si ritiene che Marcione muoia nel 160 d.C. E poiché il suo lavoro speculativo e filosofico non mancò di errori e quesiti, dopo la sua morte i suoi discepoli cercarono di sviluppare delle teorie per sopperire alle imperfezioni lasciate dal maestro.
L’eretico Marcione creò un suo “Nuovo Testamento” e mise in moto un processo grazie al quale, indirettamente, la Chiesa ufficiale emergente si rese conto della necessità di organizzare i vari Testi, che sono la fonte del cristianesimo, in un proprio Canone.
Nella sua dottrina o “Vangelo di Marcione”, l’eretico raccolse soltanto il Vangelo di Luca, eliminandone le parti scomode che secondo il suo pensiero risultavano essere troppo impregnate di giudaismo.
Certi studiosi sostengono che il suo vangelo sia costituito da una parte del Vangelo di Luca, senza aggiunta alcuna e si differenzia da quello integrale di Luca perché:
          Manca l’intero capitolo 1: sia la prefazione che dice esplicitamente trattarsi di una revisione di testi e tradizioni precedenti, che la narrazione della nascita del Battista, l’Annunciazione, il Magnificat (“ha soccorso Israele come aveva promesso ai nostri padri”) ed inoltre il Benedictus il signore Dio di Israele;
          Manca l’intero capitolo 2: nascita e infanzia di Gesù;
          Dal capitolo 3 mancano l’invito alla sollevazione del Battista e la genealogia di Gesù;
          Mancano varie frasi nei capitoli intermedi, tutte con riferimenti ad Israele e all’Antico Testamento;
          Manca quasi tutto l’ultimo capitolo 24 ed in particolare la narrazione delle apparizioni.

Come si può notare, si tratta di capitoli e paragrafi che legano Gesù Cristo alla tradizione e alla storia ebraica e che danno senso politico alla sua opera.
Accoglie le Epistole di Paolo di Tarso quali le Lettere ai Galati, le due ai Corinzi, ai Romani, le due ai Tessalonicesi, ai Laodicesi (che nel canone cattolico è chiamata lettera agli Efesini), ai Colossesi, ai Filippesi e a Filemone.
Secondo Marcione, Paolo evangelista fu il primo a capire veramente la missione di Cristo, e ad aver salvato il suo insegnamento dall’oscuro settarismo ebraico.
Tuttavia l’apostolo Paolo inizia molte delle sue Lettere con la frase: “Grazia e pace a voi, da Dio nostro padre e dal Signore Gesù Cristo (Romani 1:7; Efesini 1:1; 1 Corinzi 1:3).” Per Paolo Dio ci fa dono della grazia e ogni grazia scaturisce da Lui.
L’apostolo è convinto che tutto è già stato realizzato gratuitamente per mezzo di Gesù Cristo. Ecco perché nessuno può vantarsi, perché le nostre opere non ottengono la grazia di Dio per merito, ma semplicemente la manifestano: sono un’espressione del fatto che l’uomo è stato trasformato.  È proprio a causa della Gratuità del perdono di Dio che Paolo sente il potere della Grazia. I peccati non possono mai annullarLa.
L’apostolo si è mostrato contro la circoncisione della carne la quale è segno e simbolo di Alleanza con Dio, di Conversione a Lui, non perché voleva fare un cristianesimo facile, ma perché aveva capito che lo Spirito richiede una circoncisione superiore, quella del cuore, una trasformazione interiore. L’esortazione a “circoncidere il cuore” è un invito alla conversione che Paolo ha imparato dalla Torah e dai Profeti, Parola di Dio di cui si è nutrita la sua fede ebraica, Parola a cui lui aderisce (cfr. Levitico 26,41; Deuteronomio 10,16; 30,6; Geremia 4,4; 9,24-25). In Romani 2,29 Paolo dice che è questa la vera circoncisione al di là del sigillo posto nella propria carne, come segno di adesione all’alleanza, il quale non è obbligatorio per i non ebrei che si convertono al cristianesimo.
La Legge non può giustificare l’uomo, ma solo la Grazia ricevuta attraverso Gesù Cristo. Vivere questa grazia è tuttavia una sfida ancora più radicale di quella che presenta la legge e richiede una resa totale. Questa chiamata alla grazia e alla risposta totale alla morte è una parte essenziale del suo insegnamento e della sua vita.
Marcione esclude tutte le influenze giudaiche dell’Antico Testamento, i Vangeli di Giovanni, i sinottici Marco e Matteo, considerando questi ultimi contaminati da alterazioni ebraiche ispirate da un Dio minore.
Marcione infatti non accettava l’immagine di un Dio pieno d’ira che si manifestava sul monte Sinai suscitando timore al suo popolo e non ammetteva nessuna continuità tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Il suo culto, costituito da amore, misericordia e compassione, subisce sicuramente l’influsso del medioplatonismo, riassumendo essenzialmente il concetto che la salvezza non si possa ottenere attraverso la Legge e le Opere, ma mediante un Dio straniero e buono. Marcione minaccia i circoncisi di dover sopportare il peso della legge del Dio minore da cui Cristo era venuto a liberarli tramite il messaggio di fede che agisce attraverso l’amore (questa antitesi tra Fede e Legge diventerà il fondamento dell’esegesi marcionita della Bibbia). Questi concetti furono il suo fulcro dottrinale; i marcioniti conseguono la salvezza grazie all’amore di Dio in Gesù Cristo, il quale abolisce la “Legge” per la compassione del Padre verso il genere umano affinché si ponga fine alla schiavitù. Cristo discese all’Inferno, luogo in cui il Demiurgo poneva sia i peccatori che i giusti; tuttavia nella sua discesa non salvò Abele, Abramo e Mosè, padri dell’Antico Testamento, che avevano obbedito alla giustizia inesorabile del Dio minore e alla legge del taglione; salvò invece tutti coloro che hanno meritato punizioni terribili per aver disobbedito alle regole della giustizia del Demiurgo.
Dunque, se il luogo dei tormenti viene svuotato da coloro che non hanno riconosciuto il Dio minore, questo rimane pieno dei giusti, dei patriarchi e delle loro discendenze, cioè il popolo d’Israele che non si è convertito a Gesù.
La critica più forte a Marcione viene riscontrata nel testo di Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, “L’Adversus Marcionem”, opera costituita da cinque libri contenenti informazioni sufficienti a creare un quadro del sistema marcionita in cui lo scrittore attacca il teologo e il suo vangelo. L’opera, diversamente da quanto sostiene Marcione, afferma che il creatore del mondo non è diverso dal Dio buono e che Cristo è proprio il Messia annunciato nell’Antico Testamento e non è un eone eccelso in un corpo apparente (l’eone che gli gnostici intendono come un essere spirituale procedente per emanazione dal Principio supremo).
Altre informazioni sull’eretico possono essere trovate in molti dei lavori di Tertulliano come il “De Praescriptione”, il “De Carne Christi”, il “De Resurrectione Carnis” e il “De Anima”.
Alcuni dei padri della Chiesa, quali Giustino, Ireneo di Lione ed Epifanio di Salamina, sostengono la posizione dello scrittore Tertulliano in relazione al fatto che Marcione abbia riformato il testo di Luca per adattarlo alle sue tesi.
Essi rimproverano al teologo cristiano Marcione di minare l’attendibilità e veridicità di Luca e Paolo. Anche se ridotti, essi proclamano l’unicità del vero Dio di quel Gesù che essi professano.
Credono inoltre che Gesù è vero uomo, ebreo di nascita di formazione di fede religiosa, credente nel Dio dell’Antico Testamento e praticante secondo la Bibbia Ebraica.
Per la chiesa antica, che lo trasmette ai suoi fedeli di ogni generazione, è determinante che il Credo cristiano si fonda su un Libro unico che raccoglie i Testi dell’Antico e del Nuovo Testamento in un canone continuativo, senza interruzione della storia della salvezza.
Lo sguardo su Marcione porta a considerare il Cristianesimo dell’”Ortodossia” e lo Gnosticismo. Possiamo dedurre che attraverso i secoli si è costatato come tutte le dottrine gnostiche avessero dei punti in comune, e come la questione della salvezza è ricorrente in tutte loro. Molte di queste sono state accolte favorevolmente dalle masse, e per questo ebbero grande diffusione nei primi due secoli della nostra era. Il movimento Gnostico ebbe senza dubbio, un ruolo molto importante per la Chiesa, poiché è stata la prima esplorazione filosofica del cristianesimo. Questa ricerca è stata condotta dai vari gnosticismi dell’epoca contenenti elementi cristiani, mistici, neoplatonici e orientali.

DEDALUS


www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento