Carissimi Fratelli,
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.
XX. L’ECCITTAZIONE
"Poiché
in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un
iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto." (Matteo V, 18)
Una cosa mal
fatta è quasi sempre da rifare; la fretta porta ad una perdita di forza e di
tempo. Gli uomini esigono sempre che io abbia successo; ma il Padre mi chiede
solamente la mia volontà migliore e il mio sforzo sincero. Un lavoro perfettamente
coscienzioso soddisfa la Legge.
Operaio, artista,
dipendente o pensatore, io prenderò il tempo necessario per eseguire al meglio
il mio lavoro, con tutta la mia abilità, tutto il mio entusiasmo, e tutta la
mia chiarezza. Se risparmiassi il minimo colpo di calce, la minima energia,
l’implacabile Destino mi obbligherà un giorno a ripetere il mio lavoro. Per
completare la mia opera con il massimo di energia, o di bellezza, o di verità,
non è necessario che io le costruisca un corpo perfetto, e che io le insuffli
un’anima vivente? Non dovrei avere una lunga vita piena di stenti, e lunghe
notti piene di angoscia e di implorazioni?
L'individuo turbolento
non si agita che per soddisfare un desiderio fallace di novità, o per sfuggire
alla noia, o per una passione troppo ardente. Io calmerò la mia eccitazione,
anche solo per vedere con maggiore chiarezza; io mi calmerò soprattutto perché
le scosse dell'io sono sempre fautrici di divisione interna ed esterna. E’ bene,
a volte, fare attendere il nostro Io.
"Il tempo
non rispetta ciò che è fatto in sua assenza." I progetti che nascono con
la chiarezza più evidente provengono da Dio. Dio non si formalizza se
l’esecuzione è leggermente difforme durante l’edificazione, dal momento che Lui
mi ha dotato di senso critico. Insomma è giusto che io mi creda così puro, così
retto per ricevere, senza alcuna deformazione, le sollecitazioni provvidenziali?
OSSERVANZA: Non abbandonare nessun lavoro senza averlo completamente
finito.
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