Carissimi Amici,
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.
L. LA MALINCONIA
"Quando digiunate, non
abbiate un aspetto malinconico" (Matteo VI, 16)
La malinconia è
una inappetenza del desiderio, per fatica, per delusione, per debolezza; ma è
anche il risultato di una ricerca troppo ardua, di esperienze temerarie; o di
una vita meccanica, o della difficoltà a realizzare un sogno, o la bruttezza dell’ambiente,
o una rinuncia che non si fonda più
sull'Amore.
Il brio che
agevola le faccende quotidiane è l’alcool versato da geni compassionevoli, che mi
permette di superare le preoccupazioni; perché io non sono ancora abbastanza
coraggioso da lavorare per puro dovere. Questa è la mia mancanza, ahimè!
l'attrazione fallace dei miei desideri; essi trasfigurano le ceneri e donano
corpo ai vapori.
Ma gli occhi chiusi
per molto tempo restano doloranti. Non dobbiamo prendere in giro il triste
sognatore, né l'indolente o il pigro. Ogni
creatura lavora, qualche volte a
suo malgrado, ma comunque lavora. E ci sono più lavori di quanto io possa
rendermi conto. Io dunque non giudicherò coloro che sono improduttivi; Cercherò
piuttosto di essere due volte produttivo.
La gaiezza è
traboccante di forze; è il segno di una salute fisica e morale. Io devo controllarmi
affinché mai nessuno noti la mia tristezza; Non devo attendermi la consolazione
che dal Consolatore. La mia tristezza non sarà sostituita che da altra tristezza,
se io la contrasto solamente con allegria o distrazioni esteriori. Ci si libera
del debito pagandolo, e non negandolo.
Essere sensibili
al fallimento, non è saggio. Se ho lavorato per me stesso, il fallimento è una
grazia, in quanto mi mostra la mia vanità. Se ho lavorato per un ideale, ho
fatto tutto il necessario? E Dio non conosce, meglio di me, quanto mi è maggiormente conveniente?
OSSERVANZA: Donare la mia vita, se voglio ottenere nella
vita.
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