Nella
letteratura muratoria del secolo XIX merita una posizione di vertice l'opera di
Jacques-Étienne Marconis de Nègre nato a Montauban il 3 Gennaio de 1795 e morto
a Parigi il 21 Novembre 1868.
Ufficiale
dell'esercito napoleonico, fu iniziato durante la campagna d'Italia alla Loggia
Isis ed al suo ritorno in Francia fondò una loggia chiamata "Les pèlerins
de Memphis".
Probabilmente
il figlio fu ispirato dal padre e dai suoi insegnamenti se a soli 20 anni,
unitamente a Samuel Honis, secondo quello che ci è stato tramandato, diede vita
nella sua città natale a quello che ancora oggi viene chiamato "Rito di
Memphis".
Non vi è
tuttavia alcuna certezza di questo fatto: secondo alcune fonti più
tradizionali, Etienne Marconis si limitò in prima battuta ad aderire al Rito
egiziano di Mizraim che si era diffuso in Francia partendo da Venezia. Nel 1838
Marconis infatti era il Maestro Venerabile della loggia di Mizraim di Lione
chiamata "la Bienveillance". Secondo alcuni studiosi, fu a causa
della sua esclusione dal rito di Mizraim, che Marconis diede vita al Rito di
Memphis utilizzando tutte le informazioni che aveva immagazzinato nel corso
delle sue varie numerose iniziazioni ai gradi più elevati.
E' forse
per cancellare questo "peccato originale" che Marconis mise in giro
la voce che in Rito di Memphis derivava da una filiazione rituale egiziana che
aveva ricevuto suo padre.
Quale che
sia la verità, qui interessa quella che è stata la sua opera migliore e più
conosciuta, "Il Ramo d'oro di Eleusi" pubblicata nel 1861 e dove
Marconis illustra con dovizia di particolari il Rito da lui creato, anche se è
noto che la sua diffusione in Francia fu limitata a pochissime Logge (mentre
ebbe poi ampia diffusione nei paesi anglosassoni ed in Romania.).
Marconis
dedicò il resto della sua esistenza a far conoscere il Rito da lui ideato
attraverso un'intensa attività di studio e di creazione o di elaborazione di
gradi esistenti. Se il Rito di Mizraim era strutturato in 90 gradi, egli partì
con 91 nel 1839, poi 92 nel 1842 e pochi anni dopo 95.
Fu solo
quando, sotto Napoleone III, il suo Rito venne in qualche modo forzosamente
assorbito all'interno del Grande Oriente di Francia, che i gradi vennero
ridotti a soli 33.
La
caratteristica del Rito di Memphis, che ha praticamente ripreso alla sua base
filosofica i cosiddetti "gradi scozzesi" sino al 33 per poi
espandersi in una serie di gradi ermetici molto più intensi, è quella di avere
nel suo complesso insegnamenti a carattere meno ebraico di quello di Mizraim:
questo processo di elaborazione ermetico-gnostica è purtroppo venuto meno
quando il Rito è stato assorbito nel Collegio dei Riti del Grande Oriente di
Francia, sei anni prima della morte di Marconis.
Nel Rito
di Memphis giunto a noi è presente un grado che è certamente uno dei più
ispirati all'opera letteraria di Marconis, quella di Saggio di Eleusi, ma,
contrariamente a quanto si possa pensare, esso non compare nella primitiva
scala ideata dal suo autore (ed ovviamente nemmeno nel Rito di Mizraim).
Il Saggio
di Eleusi compare con questa denominazione nel panorama muratorio del secolo
XIX solo con l'unificazione dei Riti di Memphis e Mizraim ed è costituito da
una rivisitazione dell'antica iniziazione eleusina, divisa però in due parti:
la prima si basa su quanto a noi pervenuto dalla tradizione ellenistica mentre
la seconda è una versione in un certo senso cristiana della medesima.
Il grado
si differenzia alquanto dai tipici gradi egizi dell'epoca, in quanto sono
presenti un numero ridotto di ufficiali, un presidente, un conduttore, un
diacono ed un copritore.
Di questo
grado, che certamente è stato ideato da Marconis negli ultimi anni della sua
vita, è giunto a noi molto poco: non esiste, a quanto ci consta, una versione
completa del rituale, ma solo spezzoni del medesimo (intera è la sola cerimonia
di iniziazione)
Per comprendere
questo lavoro che, come si è detto, si allontana alquanto da quello che era il
contenuto usuale dei Regimi Egizi, è quindi necessario fare qui una breve
premessa sul contenuto degli antichi Misteri di Eleusi, molto noti e celebrati
nell'antichità.
I Misteri
di Eleusi erano probabilmente i più famosi fra i segreti riti religiosi della
Antica Attica. Essi consistevano nei Misteri Minori e nei Misteri Maggiori e
comprendevano cerimonie dedicate al culto di Demetra e di Persefone che erano
appunto state istituite per la prima volta nella città ellenica di Eleusi.
Demetra,
chiamata dai greci Madre terra" o anche "Madre dispensatrice",
nella mitologia ellenica era la sorella di Zeus (o Giove), la dea del grano e
dell'agricoltura in generale, nutrice della gioventù e della terra
verdeggiante, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte,
nonché protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. Figlia come Zeus di
Cronos e di Rea, concepì dal fratello la figlia Persefone: queste due figure
erano centrali nelle celebrazioni dei Misteri Eleusini che si ritiene siano
stati istituiti in epoca molto antica e prima dell'instaurazione del culto dei
dodici dei dell'Olimpo.
Persefone
(dal greco Περσεφόνη, Persephónē), era chiamata anche Kore, (dal greco Κόρη,
giovinetta), Kora, o Core, è conosciuta nel mondo romano come Proserpina, colei
che andò in sposa a Ade o Plutone e divenne la dea minore degli Inferi e regina
dell'oltretomba. Secondo il mito principale, per quattro mesi dell'anno (parte
dell'autunno dell'inverno) essa dimorava nel mondo sotterraneo e svolgeva la
stessa funzione del suo consorte Plutone e cioè governare su tutto
l'oltretomba; negli altri otto mesi essa tornava dalla madre e faceva rifiorire
la terra al suo passaggio.
Di tutti i
misteri dell'antichità, gli studiosi concordano che quelli di Eleusi fossero
fra i più importanti. I Misteri Minori venivano celebrati con cadenza annuale
ed è risaputo che contenessero Riti di Purificazione. I Grandi Misteri erano
invece celebrati, come le Olimpiadi, solo ogni quattro anni; essi prevedevano
una settimana di riti speciali che culminavano nei Riti del Grande Mistero che
si tenevano nel Tempio dedicato alla Dea Demetra. Questi miti e misteri con il tempo si diffusero
anche nel mondo romano ma la loro segretezza è sempre rimasta proverbiale
perché si diceva che in essi i riti di iniziazione univano l'adoratore con il
Dio con la promessa di poteri divini e la ricompensa della vita dopo la morte.
Quello che
è certo è che tutti i Misteri ruotavano attorno alla figura di Demetra, dea che
non prese mai marito, ma ebbe figli da diversi dei, ed alla leggenda che
riguarda sua figlia Persefone.
Persefone
era stata rapita da Plutone, il dio dell'Oltretomba che la voleva in sposa.
Demetra era la dea della vita, dell'agricoltura e della fertilità ma quando la
figlia venne rapita, essa trascurò i suoi doveri per andare alla ricerca di
Persefone. Fu così che sulla Grecia si abbatté la siccità, tipica della
stagione estiva di quel paese, dove piove di rado, con sofferenza per il
popolo.
Nella sua
disperata ricerca della figlia, Demetra, sotto l'aspetto di una vecchia giunse
ad Eleusi accompagnata dal figlio Iacco, dove re Celeo e sua moglie Metanira
l'accolsero ospitalmente, invitandola a rimanere presso di loro come nutrice di
Demofonte, il principino appena nato. La balia asciutta, la vecchia Baubo, la
indusse con un trucco a bere acqua d'orzo profumata alla menta; poi cominciò a
gemere come se avesse le doglie e inaspettatamente tirò fuori di sotto le
sottane il figlio di Demetra, Iacco, che balzò tra le braccia della madre e la
baciò.
Per
essersi fatto beffe di Demetra, sorpresa a bere con troppa avidità, Abante, il
figlio maggiore di Celeo, fu trasformato in lucertola dalla dea infuriata.
Pentita e un po' vergognosa per l'accaduto, Demetra decise di fare un favore a
Celeo rendendo immortale l'alttro figlio Demofonte. La notte stessa lo tenne
alto sopra il fuoco per bruciare tutto ciò che in lui era mortale. Metanira
però entrò per caso nella stanza prima che la cerimonia fosse finita e ruppe
l'incantesimo; così Demofonte morì.
Allora
Demetra decise di donare ad uno dei tre figli superstiti di Celeo, Trittolemo,
i segreti dell'agricoltura, che egli in seguito fece conoscere a tutte le
popolazioni dell'Ellade.
Ma nel
frattempo la situazione peggiorava e Zeus capì che se non avesse fatto nulla
per placare la sorella, la razza umana si sarebbe estinta per fame e gli dèi
avrebbero smesso di ricevere sacrifici.
Quindi
fece pervenire al fratello Plutone il messaggio secondo il quale se Persefone
non fosse stata restituita alla madre, per essi sarebbe stato il disastro. Al
tempo stesso a Demetra fece pervenire il messaggio secondo il quale la figlia
avrebbe potuto fare ritorno alla sola condizione che essa non avesse ancora
assaggiato il cibo dei morti.
Poiché
Persefone aveva rifiutato di mangiare sia pure una briciola di pane dal giorno
del suo rapimento, Plutone fu costretto a restituirla a Demetra. Ma nel momento
in cui Persefone si preparava a partire per Eleusi, uno dei giardinieri di Ade,
un certo Ascalafo, confessò che aveva visto la giovane cogliere una melagrana
nell'orto e mangiarne alcuni chicchi.
Quando
Demetra conobbe la storia della melagrana, ricadde in un profondo abbattimento
e disse che non sarebbe mai più tornata sull'Olimpo. Zeus indusse allora la
comune madre Rea, ad interporre i suoi buoni uffici, e si giunse ad un
compromesso: Persefone avrebbe trascorso ogni anno un periodo in compagnia di
Plutone, come regina del Tartaro e col titolo di Persefone, ed un altro con la
madre.
Così,
secondo la leggenda, ogni primavera, Persefone fugge dal soggiorno sotterraneo
e sale al Cielo dalla madre, per rifugiarsi di nuovo fra le ombre al momento
della semina.
Al nucleo
centrale della leggenda di Demetra, il cui vero significato era rivelato solo
agli iniziati dei Misteri di Eleusi, si aggiunsero in varie epoche miti
secondari, che qui non hanno alcuna rilevanza.
Questo
nucleo originario dei Misteri Eleusini riguardava quindi il ritorno di
Persefone sulla terra, perché corrispondeva al ritorno della vegetazione ad
opera della madre.
Il fatto
che essa avesse mangiato alcuni chicchi di melograno, simbolo di vita mentre
era nell'oltretomba (come i semi durante l'inverno) e la sua successiva
rinascita rappresentano, nel corpo dei misteri, la rinascita della vita sul
pianeta intero.
Sappiamo
dall'Inno Omerico a Demetra che il re Celeo divenne uno dei primi sacerdoti
della dea ed uno dei primi a conoscere i segreti riti ed i misteri del suo
culto. Eumolfo, Trittolemo e Polisseso furono gli altri primi sacerdoti.
I Misteri
Minori venivano celebrati durante il mese di Marzo (Anthesterion, anche se non
conosciamo la data precisa e duravano sette giorni.
In quella
circostanza i sacerdoti purificano i candidati per la successiva iniziazione.
Questi sacrificano un maiale a Demetra e così purificavano sé stessi.
I Grandi
Misteri venivano celebrati nel primo mese del calendario Attico, ovvero nel
mese di Boedromion, ed avevano inizio nel periodo classico ad Atene.
Il primo
atto si compiva il giorno 14 del mese e consisteva nel portare alcuni sacri
oggetti da Eleusi all' Eleusinion, un tempio alla dea eretto alla base
dell'Acropoli della città.
Il giorno
successivo gli Jerofanti proclamavano la prorrhesis, ovvero l'inizio dei Riti ed
il giorno 16 del mese i celebranti si bagnavano in mare nel porto di Atene e
sacrificavano poi un maialino all'interno del Tempio il giorno 17.
La
processione da Atene ad Eleusi cominciava dal Kerameikos (il cimitero di Atene)
il giorno 19 del mese ed il popolo si recava ad Eleusi lungo la Via Sacra,
sventolando rami chiamati bakchoi lungo il percorso.
Ad un
certo punto del cammino essi si dedicavano a profferire oscenità verso la
figura della nutrice Baubo, colpevole di aver reso ridicola Demetra quando si
trovava dal Re Celeo.
Poi in
processione si gridava "Iakch' o Iakche!", con riferimento a Iacco,
il figlio di Demetra, che si pensa possa anche essere un nome di Dioniso.
Quando la
processione aveva completato il percorso e raggiunta Eleusi si teneva un giorno
di digiuno in commemorazione di quello analogo che aveva fatto Demetra mentre
cercava Persefone. Il digiuno veniva rotto bevendo una speciale miscela di orzo
e menta romana chiamata kykeon.
Poi, al
20° e 21° giorno del mese, gli iniziati entravano in una grande sala chiamata
Telesterion dove venivano mostrate loro le sacre reliquie di Demetra. Questa
era la parte più segreta dei Misteri ed a coloro che erano stati iniziati era
proibito parlare degli eventi a cui avevano assistito all'interno del Telesterion
sotto pena di essere messi a morte.
Per quanto
attiene al punto culminante dei Misteri Maggiori sono state avanzare due
moderne ipotesi: secondo alcuni accadeva che i sacerdoti erano gli unici a
svelare la visione della notte santa, che consisteva in un fuoco che
rappresentava la possibilità della vita dopo la morte, oltre che altri soggetti
sacri. Secondo altri questa spiegazione sarebbe insufficiente a spiegare il
potere e la longevità dei Misteri, e che l'esperienza doveva essere interiore,
mediata da un potentissimo psico-attivo ingrediente mescolato al kykeon o
ciceone.
A tutto
questo seguiva il Pannychis, una intera notte di festa accompagnata da danze ed
allegria. Le danze si tenevano nel Campo Rariano, il campo cioè, dove secondo
la leggenda era cresciuta la prima pianta di grano seminata da Demetra. Un
sacrificio di un toro a tarda notte o all'alba concludeva la giornata, ma
questo avvenne solo in tempi più recenti.
Il 22°
giorno del mese gli iniziati onoravano la morte versando libagioni da speciali
vasi. Il 23° giorno i Misteri terminavano e ciascuno tornava a casa. Al centro
del Telesterion vi era l'Anaktoron ("il palazzo"), una piccola
costruzione in pietra dove potevano entrare solo gli Ierofanti che vi
riponevano dentro gli oggetti sacri utilizzati durante i Riti.
Quattro
erano le categorie di persone che potevano partecipare ai Misteri di Eleusi:
- i
sacerdoti, le sacerdotesse e gli Jerofanti;
- gli
iniziati, che assistevano alla cerimonia per la prima volta;
- gli
altri che vi avevano partecipato almeno una volta;
- quelli
che avevano raggiunto l'Epopteia, coloro
che avevano appreso i segreti dei Grandi Misteri di Demetra.
Quanto
abbiamo qui esposto è solo una sintesi di quanto pervenuto a noi perché gran
parte dei Misteri di Eleusi non è mai stata scritta da alcuna parte. Ad
esempio, noi sappiamo che in quella cerimonia venivano utilizzati un
"kiste" e un "kalathos", rispettivamente un sacro scrigno e
un cesto con un coperchio, i cui contenuti erano noti solo agli iniziati e di
cui non sappiamo e probabilmente non sapremo mai nulla.
Si pensa
che i Misteri abbiano avuto inizio attorno all'anno 1500 ante era volgare,
durante l'Era Micenea. Questi sono tenuti regolarmente per circa duemila anni.
All'epoca di Pisistrato i Misteri
Eleusini divennero pan-ellenici e numerosi erano pellegrini attratti dalla
Grecia e dai paesi limitrofi per parteciparvi.
Attorno al
300 a.e.v. lo Stato mise sotto controllo i Misteri, che divennero controllati
specialmente da due famiglie, gli Eumolpidi ed i Kerikes. Questo portò ad un
forte aumento del numero degli iniziati.
Gli unici
requisiti richiesti per l'iniziazione erano la mancanza di "colpa di
sangue", ovvero il fatto di non aver mai commesso un omicidio e di non
essere un barbaro (cioè di essere in grado di parlare il greco).
I Misteri
continuarono ad essere celebrati sotto l'impero Romano sino al 392 quando
l'imperatore Teodosio fece chiudere per decreto tutti i Santuari, così come
quelli di altre divinità, in uno sforzo di distruggere la resistenza dei pagani
all'imposizione del cristianesimo come sola religione dello stato.
Le ultime
notizie che abbiamo di Misteri di Eleusi risalgono al 396 E.V. quando Alarico,
Re dei Goti, accompagnato dai cristiani "nelle loro vesti scure",
invase quelle terre portando ivi il cristianesimo ariano e dissacrando i vecchi
luoghi sacri.
La fine
dei Misteri di Eleusi nel quarto secolo è riportata da Eunapio, uno storico e
biografo dei filosofi greci. Eunapio era stato iniziato dall'ultimo legittimo
Jerofante, che era stato incaricato dall'imperatore Giuliano di ripristinare la
celebrazione dei Misteri, che erano caduti in rovina. Secondo Eunapio, l'ultimo
Jerofante conosciuto era un usurpatore: egli lo definisce "l'uomo di
Thespiai che deteneva il grado di Padre nei Misteri di Mitra".
Tutto il
resto, da allora, è pura leggenda. Ci restano dei Misteri vasi, dipinti,
sculture, bassorilievi e notizie frammentarie. Sino al giorno in cui Etienne
Marconis de Nègre non ha pensato bene di assemblare quanto raccolto in materia
e farne un grado del suo Rito di Memphis e di dedicare a quella città uno
splendido volume, "il Ramo d'Oro di Eleusi" pubblicato nel 1863, di
cui parleremo nella seconda parte.
Bibliografia
sui Misteri di Eleusi.
ETIENNE MARCONIS
IL RITO DI MEMPHIS
ED IL RAMO D'ORO DI ELEUSI - PRIMA PARTE
ELEAZAR
SOVRANO ORDINE GNOSTICO MARTINISTA
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com
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