In occasione di questo nuovo anno vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.
XII.
LA CONFIDENZA
“Sono Io che vi ho scelto e vi ho messo al vostro posto..”(Giovanni, XV,16)
Quando mi infastidisco per
l’esuberanza un poco invadente di alcune persone, mi difendo, nei loro
confronti, con maniere educate ma distaccate e, se necessario, aggiungo qualche
suggerimento. Ho davvero ragione? Se io fossi rimasto al mio posto in ogni
circostanza e con tutti, non avrei dovuto subire a mia volta tali effusioni
intempestive, a meno che il mio riserbo non fosse derivato dalla superbia
anziché dalla discrezione.
E poi realmente io non ho mai
importunato nessuno, vuoi per stupidità, per maleducazione o per mia vanità? Ci
vuole, in tutte le cose, la giusta misura. Non devo né fuggire dai miei vicini
né trascorrere troppe ore con loro. Non devo essere invadente, né timido, né
disdegnoso.
Devo mantenere sempre un certo
grado di distacco, essere abbastanza libero da non aspettarmi mai nulla da
nessuno, poiché in effetti, dal punto di vista di Dio, nessuno mi deve
alcunché.
Devo sempre mostrare un certo
grado di cordialità, essere sempre pronto a rispondere con sincera gentilezza
alle richieste degli altri, anche nel caso in cui io le consideri banali o
interessate. Fino ad oggi mi sono quasi sempre avvicinato agli altri in modo formalmente
educato, ma sempre con l’attesa nascosta di un profitto che ne avrei potuto
ricavare. D’ora in poi bisogna che io elimini dal mio cuore questo calcolo involontario;
devo avvicinarmi a chiunque con sguardo fraterno; e bisogna anche che impari a
pormi, portandola dal cuore verso la mente, la domanda opposta: in cosa posso
essere utile a questo fratello?
OSSERVANZA:
Accogliere
tutti e non imporsi a nessuno.
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