ELIAS A:::
I:::
GRUPPO LONGINO MANTOVA
Il rituale giornaliero è un elemento centrale della
vita del Martinista; tanti aspetti sono stati trattati e tanto ancora si può
dire in merito al suo significato e su come in esso vi sia concentrata tutta la
simbologia che caratterizza il percorso operativo Martinista.
In realtà, esso si presta anche ad un’analisi di
diverso tipo; un’analisi più semplice, in qualche modo più superficiale, poiché
prescinde dallo studio dei significati simbolici più profondi. Ecco quindi che
il rituale giornaliero può essere visto come un metro di misura delle
limitazioni presenti nella nostra vita (nello specifico di Martinisti).
Purtroppo tutto ciò non servirà a cambiare il corso
delle cose, perché le cose più infauste continueranno ad accadere. Questo vale
per noi stessi così come per le persone a cui teniamo e non potremo fare nulla
per evitarlo. Il mondo manifesto non diventerà migliore grazie ai nostri
comportamenti.
In realtà ogni azione, paradossalmente anche quella
più deprecabile, può essere accettabile se è frutto di una scelta effettuata
consapevolmente, purché sia stata realmente valutata e non sia stata generata
da una qualche sensazione momentanea o suggerita da una qualche istanza egoica.
L'unica vera discriminante è la consapevolezza. Dobbiamo fare delle scelte ed
essere presenti a noi stessi.
Noi, da iniziati in
particolare, dobbiamo porci una domanda: “ho, io, davvero iniziato qualcosa?”. Deve essere quindi l’inizio di un impegno di
cui dobbiamo farci carico. Dobbiamo prenderci la responsabilità delle nostre
scelte e perseguirle fino in fondo. Altrimenti anche una vita spesa al servizio
del prossimo, rischia di rimanere sterile; si rischia di inseguire soltanto
l’acquietamento della propria coscienza o peggio ancora non si fa altro che
alimentare il proprio ego, senza definire mai un netto percorso di
reintegrazione.
Da questo punto di vista, il rituale giornaliero può
rappresentare un momento di introspezione, un modo per analizzare quello che
siamo in grado realmente di mantenere rispetto ad impegno preso: quanto
realmente siamo in grado di cambiare della nostra vita a seguito di una
promessa; promessa fatta liberamente, senza costrizione alcuna. Effettuare
quotidianamente il rituale giornaliero è una semplice prova alla quale
quotidianamente ci sottoponiamo e che ci permette di analizzare noi stessi, ma
tale analisi deve essere realmente onesta, perché è troppo facile cadere
nell’ipocrisia, già nei confronti di noi stessi.
Volendo allargare i confini di questa breve
riflessione, valutazioni del tutto analoghe scaturiscono considerando il
rituale di purificazione mensile. In questo caso l’impegno è anche più rado nel
tempo, ma nonostante questo, capita di non riuscire ad onorare tale impegno.
Nel caso del rituale di purificazione mensile, forse
ancor più semplicemente rispetto al rituale giornaliero, si può identificare
tutta una serie di difetti che possono essere messi in luce da una riflessione
di questo tipo. In primis, banalmente non viene semplicemente effettuato;
abbiamo così la pigrizia, spesso mascherata dalle più nobili motivazioni, ed
ecco quindi la menzogna (verso noi stessi prima di tutti). Facciamo poi fatica
a rispettare il digiuno (gola) o ad astenersi dalla sessualità (lussuria)…
È evidente che basta una semplice analisi
comportamentale del nostro rapporto con i nostri rituali in grado di Associato
Incognito per mettere in luce una parte della selva delle limitazioni in cui
siamo immersi. È un semplice modo per guardarsi dentro, per misurare il nostro
livello dell’essere.
Se non riusciamo a mantenere una promessa fatta
liberamente, se non riusciamo ad organizzare la nostra vita attorno ad un
impegno che abbiamo preso verso qualcosa di più grande, come possiamo cercare
la reintegrazione?
Dobbiamo quindi partire onorando le promesse fatte,
per iniziare a tracciare un percorso, cercando di essere sempre presenti a noi
stessi.
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