FRANCESCO S:::I::: Collina ABRAXAS (Toscana)
Quando il Creatore terminò le sue
fatiche,al termine del sesto giorno disse: Tutto è giusto e perfetto; vizi e
virtù, bianco e nero,gioia e dolore,caldo e freddo. Sono gli aspetti della cosa
Unica che l’uomo vive giorno per giorno. Sono gli elementi necessari alla sua
evoluzione. L’iniziato sa che non vi è contrapposizione ma completamento. Il
male è al servizio del bene e ne esalta le qualità,il nero è la prima
gradazione di colore che assume l’Anima nell’istante in cui va ad incapsulare
la Monade nella sua prima discesa. Il cammino di quell’Anima sarà sempre
proteso verso il bianco,suo colore d’origine,nei suoi vari passaggi o
reincarnazioni terrene che comprenderanno,andando oltre l’apparenza di tali
espressioni,che se osservate con l’occhio unico dello spirito sono esperienze
necessarie alla propria evoluzione atte al lento avvicinamento del bianco,alla
Monade. Monade attiva e passiva,essa dà luce e riceve esperienze,perfezionando
quanto è già perfetto. Parimenti in loggia non vi sono imperfezioni,ogni pensiero
ogni azione è giusta e perfetta nella sua perfettibilità.
Soffermarci alla pietra grezza
vorrebbe dire osservarne gli effetti senza ricercarne la causa che essa
contiene,il Principio per eccellenza,causa ed effetto a sua volta. La pietra
grezza è l’iniziato, iniziando, non nel suo aspetto fisico ma nella sua
struttura animica, ecco perché il cammino è sempre interiore,esoterico.
Sarebbe però un errore se
pensassimo che tutto rimane nascosto nell’involucro,se esiste un vero percorso
evolutivo,se ne vedranno i frutti in modo tangibile,essi saranno la conferma
qualitativa del lavoro interiore
svolto ed in corso di
perfezionamento. E’ impensabile credere ad un avvenuto sgrezzamento della
propria pietra se questa non produce buoni frutti nel mondo profano e della
Tradizione. Ogni uomo percorre irrimediabilmente ed in modo irreversibile il
proprio percorso evolutivo,la differenza fra profano ed iniziato sta nei tempi
di realizzazione dell’Opera poco importa quante vite serviranno,quanti
“vestiti”dovrà indossare quell’anima.
Il profano percorre la sua
esistenza spinto dagli eventi,egli agisce istintivamente spinto dal vento del
proprio karma. L’iniziato è a conoscenza delle cause e degli effetti,dei suoi
pensieri delle sue azioni,egli li domina e li modifica,non è l’istinto
l’artefice delle sue azioni ma la sua coscienza la sua anima tornata
fanciullo,egli ha costruito il proprio ponte sulle acque di Lete, ponte che lo
porta alla fontana sacra.
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