Carissimi Fratelli,
XLIV. LA PAURA
DELLA MORTE
"Chi ascolta la mia
parola ha la vita eterna." (Giovanni V, 24)
Quello che
spaventa nella morte è meno l’ansia dell’incognito, che la rottura dei mille e
mille legami che legano a questo mondo il corpo, la sensibilità e il carattere.
Allora si mostra la forza dell’abitudine e della dipendenza. Sembra che perdiamo
per sempre tutto ciò che amiamo. E questo malgrado gli innumerevoli soggiorni
là dove i paesaggi sono più belli, gli esseri migliori, la opere più eccelse e
le amicizie fedeli.
Ma manca la
fiducia e domina la paura dell’indomani; non si vuole proprio immaginare, che
giammai, la Bontà del Padre possa gettare gli esseri indifesi in un isolamento,
o in una pena immeritata.
Ora bisogna
guardare in faccia al nemico. Se io oso guardare la morte, essa perderà il suo
orrore. Tutto quanto mi sta attorno, che io amo o che mi è familiare, gli
esseri e gli oggetti sono solamente dei depositi che devo amministrare, degli
aiuti per il mio avanzamento. Degli allievi, anche ottusi, che mi sono stati
inviati per apprendere qualcosa. Nessuno di loro, nessuno di loro mi appartiene;
niente appartiene a nessuno che a Dio; è da Dio, in Dio, a causa di Dio, per
Dio che io ho licenza di sognare, di perfezionarmi, di amare tutto e tutti
coloro con i quali entro in relazione.
Gli esseri per i
quali io nutro il più completo amore, sono quelli che io non posso prendere in
me. Li ho liberamente scelti? No. Io sono stato attratto a loro da qualcosa spesso
più forte della mia ragione. Quindi il mio amore, così profondo, non è che solo
il segno del vero legame che li unisce a me: un legame precedente, un solido
legame, un legame forgiato dalle mani forti degli Angeli, per volere del Padre
.
Noi abbiamo
conosciuto i nostri cari altre volte: noi li ritroveremo più tardi; noi li
abbiamo ritrovati adesso. E più avanzerò, più cadranno i veli che nascondono le
vere forme degli esseri, più mi unirò strettamente a coloro che amo, nello
splendore dell’essenziale Realtà
OSSERVANZA: Pensare alla amorevole morte liberatrice.
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