Carissimi Fratelli,
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.
XVI. PACE NEL
CUORE
"Vi lascio la pace. Vi
do la mia pace."(Giovanni XIV, 27)
Per possedere una
forza, affinché divenga una parte costitutiva della mia personalità, bisogna
che io l’attiri dalle immensità della sua profondità spirituale dove essa si
trova allo stato perfetto. E la sola evocazione, sempre possibile, è l’Atto.
Devo agire conformemente all'Ideale che io mi propongo di realizzare. Se è la
pace che voglio, devo cessare la lotta dentro di me e intorno a me; per
possedere la concordia, la discordia deve scomparire; per godere dell'armonia, bisogna
che io lavori in armonia.
Tutto questo si
trova in una parola: il perdono. Il perdono dei nemici esterni, il perdono dei
nemici interni. Ai primi offrendo quanto reclamano; ai secondi agendo in
conformità della legge. Perdonare il male non significa obbedire al male; devo subire
il male quando io sono l'unico che ne soffre, ma devo contrastarlo quando questo
attacca altre persone.
La Fontaine mi ha
mostrato, nella mia infanzia, l'enorme quercia spezzata dalla stessa tempesta a
cui resiste la canna. Più mi farò piccolo meno genererò delle concupiscenze e più
io avrò la pace. Ma comunque, esiste un’umiltà figlia della paura, ed una pace
dovuta all'egoismo. Bisogna che io mi faccia piccolo per mezzo della sincerità,
perché io mi vedo come sono, spregevole e indegno. Per mezzo dell'Amore devo lasciare
ai miei fratelli tutto quanto è superfluo, tutto quanto va oltre lo stretto indispensabile,
in ogni necessità dei bisogni.
Qualunque cosa mi
accada, seguendo questo piano irragionevole cosa posso temere, dal momento che
per fare questo imito l'infinita umiltà di Gesù e che lo Spirito soffia dove Lui
vuole?
OSSERVANZA: Lavorare senza la ricerca di profitto personale.
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