Carissimi Fratelli,
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.
XV. L’INCOSTANZA
DEI NOSTRI ATTI
"La tua volontà sia
fatta sulla terra come in cielo. " (Matteo VI, 10)
L'ultima parola
di tutte le psicologie, il primo motore delle mie azioni, dei miei sentimenti o
pensieri, è il desiderio. E, in effetti, la mia intelligenza e la mia energia non
si mettono in moto che in seguito ad un impulso venuto, in ultima analisi, dal
mio centro emotivo. La sensazione, l'emozione, l'idea non sono che fenomeni
secondari. Di conseguenza, sarà il mio movente segreto che darà qualità al mio
agire. Così la stessa quantità di forza che il fannullone sperpera nel falciare
l’erba con il suo bastone, il terapeuta l’adopra nel raccogliere le piante
curative. La qualità del dispendio energetico differisce a causa del motivo
dell’azione.
Dovrò valutare le
mie motivazioni, rimuovere quelle che non sono della più alta moralità,
scegliere tra gli obiettivi quelli che mi appaiono più liberi dall’egoismo.
Allora, ma solo allora, il mio lavoro sarà sano, armonioso e vivace. Il mio
essere contiene solo la metà della risposta all'enigma della vita; il mondo
contiene l'altra metà; entrambi si mescolano reciprocamente; l'uomo è un
piccolo universo; l'universo è un uomo immenso.
Ogni atto è un
olocausto offerto ad un idolo: alla fortuna, alla gloria, all'amore, alla
scienza; il vero Dio non ha che rari fedeli; quanti cristiani non sono altro, fondamentalmente,
che idolatri!
Inoltre la
concentrazione di una forza la decuplica, la centuplica. Tuttavia i doveri
quotidiani mi obbligano a disperdermi su molti obiettivi; ma sono le mie forze
naturali e le facoltà esterne che si applicano al di fuori di me stesso. Posso
quindi, nel mio centro più intimo, mantenere la concentrazione, la mia unità;
io posso farlo, soprattutto se eleggo Dio come principio di ogni mio atto e il
fine di tutti i miei lavori.
Pertanto per
mezzo dell’Amore Spirituale che è il padre dei miei voleri, multiplo delle mie
facoltà, io vivrò a immagine dell'Assoluto in una beatitudine sempre più
elevata, in proporzione al mio fervore.
OSSERVANZA: Vivere per servire Dio.
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