Elenandro XI
convento martinista di Montecatini Terme 2015
Ilustri Superiori
Incogniti Iniziatori, Saggi Filosofi, Amatissimi Fratelli e Sorelle
Il tema congressuale
scelto dal Nostro Venerabile Ordine Martinista, così come della pubblica
conferenza che seguirà, si incentra sul rapporto esistente fra le Strutture
Iniziatiche e il mondo contemporaneo. In altri e semplici termini ci
interrogheremo attorno all’idoneità del messaggio iniziatico tradizionale, nei
confronti della struttura psicologica ed animica dell’Uomo Contemporaneo. I
corpi rituali del settecento e dell’ottocento, il quadro simbolico e teurgico
di riferimento, è oggi perimetro docetico e filosofico sufficiente per
garantire un viatico di risveglio interiore per noi uomini del terzo
millennio?
Oppure siamo in presenza
di un tale divario fra Uomo e Tradizione, da rendere inadeguato ogni strumento
di Opera Filosofica e Laboriosa?
Sicuramente dobbiamo
avere il coraggio e l’intelligenza, di contestualizzare ogni deposito
iniziatico, e la forma che lo raccoglie, all’interno di un ambito forgiato ed
influenzato dal tempo che lo ha visto affiorare. Con onestà dobbiamo
sottolineare come antropologicamente, psicologicamente, e spiritualmente l’uomo
dell’oggi, non è certo l’uomo di trecento anni fa. Osservando la generazione a
noi precedente, ma anche un uomo o una donna che sono separati da noi dal
semplice scarto di qualche decennio, non possiamo che riscontrare profonde
differenze non solo di prospettiva di vita, di scala di valori morali e
religiosi, ma anche, e soprattutto, di percezione di se stessa e del proprio
ruolo nella società. Indubbiamente questa nostra società contemporanea è
caratterizzata da una parcellizzazione ossessiva, la quale ci ha condotti ad
essere individui meritevoli, sulla carta, di un novero impressionante di
diritti soggettivi, anche se in genere non garantiti da reale tutela, e al
contempo ci ha scollegato da quella rete collettiva di solidarietà comunitaria,
psicologica e spirituale che ha da sempre contraddistinto l’uomo come specie
sociale. Tutto ciò evidentemente influisce sulla struttura
psichica/energetica/animica umana, e di conseguenza sulle strutture iniziatiche
che sono anche sommatorie di individui. Un Ordine, una Loggia, una Catena di
Amore e di Forza, non è un qualcosa di scisso rispetto al mondo circostante, ma
è bensì un punto di unione fra quanto è disposto sul piano orizzontale, e
quanto si diffonde dal piano verticale.
Ogni struttura
iniziatica è tale perché si collega direttamente ad una forma apparente della
tradizione, ed ad una sostanza spirituale che in essa è raccolta. Al contempo
le grandi visioni che essa offre, sono il frutto di ìdeali, affreschi metafisici, e imponenti cosmogonie
che necessitano di capacità di autentica lettura interiore da parte dell’iniziato.
Questa è il risultato non solo di studio e di opera, ma anche di una
sensibilità che non può che derivare da un vivere consapevole ed armonioso, nel
riconoscersi come membro di una continuità culturale, razziale, e spirituale.
Fratelli le chiavi per leggere i segni con cui è scritto il nostro libro
dell’anima, provengono da un’integrale coesione in noi stessi, e fra noi e la
nostra tradizione.
Tutto ciò sembra oggi
franare inevitabilmente sotto i colpi di una degenerata modernità. Certo
possiamo sostenere che ogni epoca ha avuto elementi di antitradizionalità
rispetto alla precedente, e ciò perfettamente ovvio, in quanto in ogni rizoma
del tempo umano sussiste un necessario punto di divergenza e fuga che precede
la nuova sintesi. Essa, la sintesi, però deve muoversi in un solco, che è ben cadenzato
dai tempi e dalla misure dell’Uomo e del Divino, e non certo dalle cieche
pretese dei burattinai, consapevoli o inconsapevoli, che pretendono di plasmare
il mondo in virtù di distopie, morbose burocrazie, schiavitù finanziarie,
tumorali precetti mondialisti, e sincretistiche espressioni religiose e
spirituali. La distruzione delle culture autoctone, l’abbattimento dei depositi
tradizionali, il livellamento culturale/psicologico porta inevitabilmente
l’uomo ad essere scollegato da qualsiasi influsso spirituale, e preda delle
Eggregore mortifere ed invasive di questo nostro mondo. Un uomo divelto da ogni
collegamento orizzontale e verticale, è solamente un numero livellato verso il
basso, indistinto ed indifferenziato, oggetto del consumo e della prevaricazione.
Comprendete fratelli
miei che i nostri gruppi, le nostre logge, la nostra catena non sono
astrattamente composti da Iniziati che vegetano sotto una campa di vetro, o che
per merito del potere della nostra iniziazione sono occultati al mondo dal
mantello di Apollonio. I nostri iniziati ogni giorno vivono in un mondo
antitetico alla nostra scala di valori e necessità. Quanto è frenetico ed
invasivo il secondo, quanto il nostro è calmo ed in pace. Quanto il nostro
percorso mira alla rettificazione interiore, quando il mondo demiurgico
quaternario ci contamina con mille istanze, e ci divora con contingenze ed
impellenze. Senza adeguata comprensione di tali evidenti dinamiche, i nostri
ambiti finiranno per essere a loro volta invasi e contaminati, sradicati dal
loro alveo tradizionale, e resi sterili filosoficamente e operativamente.
Perché questo accadrà?
Perché in realtà sta già lungamente e drammaticamente accadendo.
Quello che oggi viviamo
non è altro che una progressiva, pianifica e diabolica corrosione che agisce da
secoli, tesa a distruggere ogni retaggio storico, ogni simbolo di
riconoscimento, ogni patrimonio che colleghi l’uomo alla sua dimora celeste.
Fratelli Miei, se l’uomo
di oggi non ha più consapevolezza della propria esistenza, e memoria di ciò che
lo rende individuo, come potrà accedere alla Memoria Antica che in esso dimora?
La quale è fruibile solamente preservando ed utilizzando determinate chiavi,
che immutabilmente sono giunte fino a noi grazie all’Opera archica delle Culture,
delle Filosofie e delle Religioni Tradizionali. Purtroppo queste sono oggi
piegate, spezzate, proprio laddove si era fatto sommo voto di preservazione.
Coloro che si erano assunti l’impegno innanzi al popolo di tutelarlo e
difenderlo, lo stanno svendendo. Coloro che pretendono di rappresentare il
tramite con il divino, compiono atti scellerati contro l’uomo e la natura. Ciò
dovrebbe essere evidente anche per il più dormiente di tutti noi.
Le stesse strutture
iniziatiche non sono rimaste immuni dal corrotto spirito dei tempi.
Riscontriamo come la sovversione ha agito in esse tramite quattro linee di
azione:
1. Una forte influenza
teosofica e massonica illuministica che ha portato ad annacquare prima, e
recidere poi ogni collegamento con la Tradizione. Il simbolo è decaduto a vuoto segno, e la parola
sacra si è involgarita a confuso balbettio. È bene capire che la trascendenza
di ogni forma religiosa e tradizionale non è relativismo, è bensì comprensione
dei meccanismi e delle misure. La quale permette di liberarsi dal giogo delle
forme, e non rifuggire in un vuoto astrattismo. La Trascendenza è una sintesi a
posteriori di un’opera realmente compiuta, il relativismo è un pensiero
tumorale, che ammorba le menti e le anime. Ciò inevitabilmente a portato alla confusione
dei depositi docetici, e delle qualità da ricercarsi in un iniziato.
2. L'incapacità di
selezionare coloro che bussano alle porte dei Templi. Valutando esclusivamente
requisiti meramente formali, riducendo in molti casi tale valutazione ad ambiti
di convenienza sociale/politica/economica. Con la conseguenza dell'allungamento
delle catene iniziatiche e il loro progressivo sfilacciamento.
3. Il coprire posizioni
di vertice, di governo delle energie, e del potere iniziatico, con figure, o
figurine, non qualificate a tale ruolo. Incapaci di amministrare la docetica,
di selezionare le future figure apicali, hanno determinato la rottura delle
catene iniziatiche.
4. L'impossibilità di
passare dalla fase informativa, spesso ridotta ad un maldestro e maleodorante
minestrone, ad una fase formativa. Chi medita, chi prega, che pratica
puntualmente, chi studia la meccanica del rituale ? Ciò ha determinato lo
svuotamento energetico delle catene iniziatiche.
Questo è il dramma
odierno, facilmente riscontrabile, facilmente verificabile. Un dramma che ci ha
condotto ad una situazione di morbosa proliferazione di ordini, strutture,
senza dignità, senza storia, senza reale potere nelle maestranze. Di continue
transumanze da un ordine all’altro in cerca di facili promozioni, o di
illusioni attorno a miracolosi depositi rituali. Quando non siamo in presenza
di meri e propri asservimenti economici, o di bassa politica all’interno di
quelli che dovrebbero essere luoghi di Tradizione ed Rinascimento Umano.
Innanzi a questo quadro,
ben evidente per colui che desidera vedere, qual’è il ruolo delle Istituzioni,
ancora sane, che pretendono di custodire e tenere viva la fiamma della Sapienza
?
Cosa offrire a
quell’uomo, oggi così diverso, in cerca di uno spazio sacro, di un bastione,
dove edificare la cittadella di Dio?
Ecco carissimi amici ed
amatissimi fratelli su cosa è necessario interrogarsi realmente. Identità
Tradizionale e Funzione nel mondo contemporaneo devono essere temi reali, e
rappresentare la cartina di tornasole fra istituzioni che veramente operano al
fine di una reintegrazione dell’uomo e salvaguardia di una Tradizione Vivente,
rispetto a quelle sedicenti istituzioni, che preferiscono mostrare ed elargire
brevetti, patacche, prebende, e discorrere di qualche ingarbugliata e
fantasiosa linea iniziatica. Quando ci presenteremo alla soglia da cui si
accede al Tempio Eterno, a poco serviranno le collezioni di pergamene, a molto
servirà l’aver Operato Realmente in accordo con la Tradizione e le contingenze
della nostra epoca: Tradizione Vivente e Testimonianza Militante.
Fratelli miei il dovere
di un Ordine Tradizionale non è solamente quello di passare un novero di insegnamenti,
e trasmettere un’iniziazione, ma è
soprattutto quello di rendere entrambi cosa VIVA ED UNICA: di strappare questi
concetti dal tempio delle parole e delle asserzioni, e con volontà scolpirli
nei nostri cuori tramite l’opera che tutto vivifica.
Nostro compito è quello
di trasformare l’iniziato in adepto e
l’insegnamento in pratica laboriosa. Onde uscire dal mondo delle idee e della
separazione, e rendere il nostro Fratello e la nostra Sorella capaci di comprendere
e dominare il tutto. Ciò può avvenire solamente se siamo in grado di comunicare
attraverso un linguaggio comprensibile per la psiche e l’anima del FRATELLO DI
OGGI, e non certo per il fratello ottocentesco. Al contempo dobbiamo essere in
grado di fornire all’iniziato utili strumenti con cui agire su se stesso, e
procedere lungo la via della reintegrazione. Strumenti concreti, funzionali,
realmente efficaci ed efficienti, che sapientemente considerano il tempo, e le
forze che si muovono attorno e dentro di noi. Non posso che sorridere innanzi a
certi ameni siti internet di sedicenti strutture iniziatiche, che tutto
imbellettano e pongono in mostra (corpi rituali massonici e paramassonici, vie
di perfezionamento individuale che si aprano a ventaglio, chiese gnostiche,
linee iniziatiche che si perdono dietro mille e mille erogazioni spesso
prezzolate, pacchetti di iniziazioni ricevute un tanto al chilo). È
reintegrazione questa che viene offerta? Ricordate Fratelli miei tutto quello
che viene elargito da altri, da altri ci può essere tolto. Tutto quello che è
frutto del nostro lavoro interiore, giammai ci potrà essere rubato. Questa è la
legge.
Permettetemi di
ricordare che la reintegrazione non è un aspetto filosofico o dialettico, ma si
connatura in una serie di operazioni e strumenti, e come l’arte insegna ogni
operazione ed ogni strumento devono tenere in debito conto delle capacità
dell’artigiano e delle qualità della materia da modellare. Ecco perché,
semplicemente, non è possibile oggi pretendere di proseguire lungo tale nobile
via senza calibrare gli strumenti in guisa delle esigenze e delle contingenze
del nostro mondo.
Ovviamente ciò non
significa che le forme della nostra Tradizione debbano essere relegate in
quanto vetuste, oppure che dobbiamo aprire il nostro deposito docetico a sospette
ibridazioni o perniciosi inserimenti. Se
guardiamo al NVO esso rappresenta, anche sul piano formale, un baluardo
di Tradizione in virtù della coraggiosa scelta di porre nuovamente al Centro
del nostro piano di lavori filosofici ed operativi la SACRA FORMULA
PENTAGRAMMATICA e l’influenza CRISTICA ad essa magicamente e spiritualmente
associata. Ancora ricordiamo l’intuizione, i primi, dell’utilizzo in apertura
di ogni nostro lavoro del Prologo della Luce di San Giovanni. Inno alla luce
che simboleggia la nostra figliolanza celeste, ed infonde in ognuno di noi
l’anelito del ritorno verso il mondo di pura luce.
Elementi questi,
unitamente ad altri, che contraddistinguono una realtà che non si lascia
influenzare da divagazioni, che non rincorre artefatte costruzioni rituali, che
non si nasconde dietro una farisaica interpretazione della tradizione. Bensì la
nostra è una realtà iniziatica ed operativa che ha la pretesa di comunicare
all’iniziato del terzo millennio.
Questo profondo
convincimento, che vede strumento ed iniziato cosa unica e dinamica, ci ha
condotto ad impegnarci al fine di adeguare il nostro deposito filosofico ed
operativo. Ecco quindi Fratelli miei, che per rispondere alle esigenze del
nostro INIZIATO, abbiamo operato un’adeguata selezione dei testi e dello
scibile, necessari per una corretta crescita filosofica. Cercando quindi di
fornire le giuste informazioni al fine di creare l’adeguato substrato
immaginifico e simbolico, in grado di dare supporto all’opera laboriosa.
Dall’altro lato i nostri rituali sono stati revisionati ed integrati. La
revisione ci ha condotto a rimuovere quelle inclusioni ermetiche rinascimentali
e le sincretistiche alternazioni, che rendevano il corpo operativo eccesivo e
stonato nel suo insieme. Dall’altro abbiamo provveduto ad integrarlo attraverso
le necessarie pratiche di lavoro introspettivo, l’utilizzo di Parole di potere
durante i rituali di Loggia, l’inserimento a livello sacerdotale/teurgico delle
parole sacre, gli esercizi di ricarica e
contenimento energetico. Un lavoro notevole e complesso, di sintesi e di
tradizione, che ci impegna da lunghi
anni, affinando la composizione dei nostri rituali. I quali sono tutti
fra loro interconnessi, in quanto in ognuno di essi troviamo elementi di
RECIPROCO traino e risonanza. Ciò permette di sviluppare una sinergia, ed una
potenza i cui effetti sono evidenti per coloro che con impegno si cimentano in
essi. Sinergia, è bene dirlo, che ci ha portato dove siamo oggi, e guardare con
fiducia ed ambizione al futuro di cui saremo sicuramente artefici.
Fratelli miei ritengo
che solamente avendo ben presente la nostra Identità di Iniziati Cristiani, di
ricercatori della Santa Gnosi che tutto anima, e di uomini e donne del terzo
millennio, abbiamo la possibilità di preservare la nostra Tradizione dai veleni
della contemporaneità. Al contempo solamente interrogandoci ogni giorno sulle
esigenze e contingenze dell’iniziato di oggi possiamo adempiere al nostro
obbligo spirituale di custodire e trasmettere l’iniziazione. La consapevolezza
della nostra IDENTITÀ ci permette di cogliere la sostanza delle cose tutte, e
di beneficiare consapevolmente delle differenze non formali che sussistono fra
le diverse tradizioni. In quanto se il Padre Immanifesto nella sua infinita
bontà ha donato a noi UOMINI DI CONOSCENZA una molteplicità di vie, non lo ha
fatto per suggerirci che ognuna di essa è eguale a prescindere, ma per fornire
ai diversi tipi di uomo e donna di desiderio la possibilità di intraprendere
quella maggiormente adeguata. Ovviamente così come il sentiero muta apparenza,
ed offre pregi ed accidenti difformi di stagione in stagione, Così dobbiamo
comprendere che il nostro incidere non è astratto, ma risponde alle contingenze
del tempo e dello spazio in cui agiamo. Fratelli miei la tradizione è composta
da due aspetti. L’uno formale e l’altro sostanziale. Mentre il secondo deve
rimanere immutabile per permetterci il ricollegamento alla Sorgente Eterna, il
primo oltre a svolgere la funzione di contenitore, deve avere qualità tale da
permettere di superare indenne il corso del tempo. Esso è come un arca che
attraversa temporali, tempeste e giornate di sole. Noi siamo coloro che ad un
tempo beneficiano di tale funzione, ma dall’altra come indefessi artigiani
sostituiscono i fasciami corrotti dalla salsedine, e rammendano le vele
strappate dal vento. In modo che la prossima generazione abbia la possibilità
di procedere lungo la via della rettificazione e della reintegrazione.
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com
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