Ermes Superiore Incognito
Uno degli effetti dello
spirito dei tempi è quello di privilegiare la forma alla sostanza o viceversa,
come se fossero mondi incompatibili senza rendersi conto che forma e sostanza
devono interagire, perfezionando ogni cosa.
La regola aurea del
pensiero contemporaneo profano invece sembra essere “Fare per fare perché tanto
va bene lo stesso”; e ha avuto tanto successo da essere riuscita a sfondare
anche le porte dei templi massonici. E vuoti slogan si sprecano in ogni
occasione sostituendo concetti basilari.
Termini altisonanti come
Massoneria Universale vengono regolarmente negati reciprocamente dalle varie
Obbedienze che finiscono per chiamarsi tra loro cugini invece di Fratelli,
impedendo gli uni agli altri la frequentazione dei lavori di loggia, a volte anche
nella stessa obbedienza. E più sono grandi le organizzazioni massoniche e più
ristretti e rigidi sono i loro dogmi.
Ma una nuova tendenza
sta recuperando la dignità perduta e logge speculative più aperte e
operativamente più libere si stanno confederando per salvare la Tradizione di
un pensiero alto che non confonde né l'ermeneutica massonica con un comodo
relativismo, né la consapevolezza dei nostri limiti con l'uomo del dubbio tanto
di moda tra i massoni che devono fingere un'umiltà che non gli appartiene. Dopo
un nutrito percorso iniziatico come Libero muratore, che mi ha condotto fino al
XXX grado del RSSA, mi sono guardato intorno e mi sono sentito solo.
Fino ad allora mi ero
guardato dentro, secondo l'insegnamento dell'acronimo VITRIOL di origine
ermetica.
Ho così intrapreso anche
la via martinista su consiglio di un fratello massone, proprio per riprendere
un percorso nuovo e più completo ripartendo da zero.
Infatti, nella sua
origine, il martinismo nasce proprio in questo modo: come via per una
conoscenza diversa da quella massonica proprio per volontà di massoni.
E non massoni qualunque.
Filosofi. E non filosofi qualunque.
È lapalissiano che se la
massoneria avesse già in sé un percorso di questo tipo non avrebbero sentito la
necessità di attivarne un altro.
Massoneria e Martinismo,
proprio per le comuni origini, si devono rispetto reciproco, ma, come mi fu
consigliato decenni fa da un Fratello saggio proprio il giorno della mia
iniziazione massonica, non ho mai confuso le istituzioni con gli uomini e gli
uomini con le istituzioni.
E infatti anche
all'interno delle scuole iniziatiche si continuano a voler creare griglie
culturali nelle quali mettere, non ciò che è, ma quello che pensiamo che sia
secondo le nostre convinzioni.
Quindi convinzioni e
proiezioni delle idee partorite dalle nostre menti.
Ma non è proprio la
rinunzia alle convinzioni a costituire uno degli obbiettivi fondanti del
percorso massonico, per mantenere da uomini liberi e la mente aperta?
Si entra quindi come
uomini liberi (o nati liberi) da profani e dopo l'iniziazione non lo siamo più?
La nostra mente inizialmente aperta con un secondo inizio si chiude?
Personalità eminenti
come Martines de Pasqually (1727 – 1774), Jean Baptiste Willermoz (1730 – 1824)
iniziato alla massoneria nel 1753 e Louis Claude de Saint-Martine (1743-1803),
tutti massoni impegnati, intellettuali e filosofi, hanno creato vie iniziatiche
e logge di vario orientamento proprio al fine di completare ogni esigenza a
livello spirituale, nelle quali una strada non era migliore dell'altra, ma
tutte vie di perfezionamento per individui con diverse potenzialità e necessità spirituali.
Mi domando allora come
sia possibile in un epoca come la nostra, dove comprare un libro è semplice e
comunicare sempre più facile, informarsi improvvisamente diventa superfluo e,
soprattutto, nel riflesso di uno spirito dei tempi che spegne le coscienze ,
sentire di continuo critiche e fesserie insopportabili come quella letta su un
post di un social network, nel quale un iniziato massone affermava
l'inconsistenza culturale e spirituale del Martinismo sostenendo che fosse nato
dalla volontà di Papus (1865 – 1916) senza rendersi minimamente conto né di chi
realmente fosse Papus, né della cronologia delle date, che volutamente ho
riportato a testimonianza di una genesi culturale profonda.
Se avesse prodotto un
pensiero meno infarcito di pregiudizi avrebbe capito che le tesi di Papus si
basano su insegnamenti elaborati ben 100 anni prima della sua nascita, a loro
volta elaborazioni di pensieri antichi e profondi che hanno sempre guardato
all'uomo e al suo percorso mistico.
Al contrario quindi, la
massoneria di oggi, vista dal suo interno troppo spesso come un'organizzazione
anticlericale, atea e agnostica, creando in questo modo un presupposto
stravagante.
Eppure la libera
muratoria si dà un ordinamento solo nel 1717 e, per mano di un prete
protestante J. Anderson, una costituzione 5 anni dopo, attingendo tutta la sua
simbologia da emblemi per la maggior parte cristiani, come la presenza sull'ara
dell'Antico Testamento aperto alla pagina del Vangelo di Giovanni, del quale, in
alcune Logge, vengono letti i primi tre versi (Cap.1-1) che fanno riferimento
al Verbo, comunemente interpretato in teologia col Cristo, mentre sarebbe più
pertinente leggere la parte che, tradotta alla lettera, cita “E la Luce brillò
nelle tenebre e le tenebre non la compresero”, verso di una bellezza
emozionante, molto amato dal Fratello Willermoz.
Oppure l'emblema del
compasso, che comunque lo si voglia girare, sempre cerchi fa.
Il compasso che viene
rappresentato fin dalla prima metà del XI secolo sempre in mano al Creatore
(Grande Architetto dell'Universo per i liberi muratori) o al Cristo che disegna
il mondo o l'universo in quanto il movimento circolare dell'anima ha come
motore e causa l'amore (Proclo – I fondamenti della sua metafisica di W. Beierwalts)
secondo il pensiero neoplatonico del III secolo.
Il cerchio,
matematicamente incalcolabile con precisione, nonostante il Pi greco che serve
solo ad approssimarsi all'incommensurabile,
appartiene all'anima e
quindi a una dimensione metafisica che appartiene al divino.
Il compasso quindi come
emblema che, in massoneria, si relaziona in modo diverso alla squadra nei primi
3 gradi iniziatici, formando però sempre un segno che stranamente somiglia
all'Alfa dell'antico alfabeto greco, come possiamo rilevare dai testi originali
di oltre 2.000 anni fa e nelle vetrate di chiese romaniche e bizantine come
sulla medaglia funeraria del XIII secolo dell'Abate del Mont Saint-Michel,
Robert de Thorigny.
Com'è scritto
nell'Apocalisse 1-8 “Io sono l'Alfa e l'Omega” e “Giovanni, fratello e vostro
compagno nella tribolazione...”
E il tempio massonico
con le Colonne del B e del J, realizzato secondo le indicazione del biblico
Libro dei Re, luogo nel quale nel quale vengono svolti i lavori delle officine
massoniche, rigorosamente Alla Gloria del Grande Architetto Dell'Universo come
si legge chiaramente alle spalle, quindi all'Oriente del Maestro Venerabile.
E il Libro Sacro
sull'Ara: la Bibbia.
E la Pietra grezza a
fianco dell'ara che è l'emblema cristiano dell'immagine del Male, frutto di
morte o pietra di scandalo, solitamente rappresentata nelle chiese romaniche
calpestata dal vitello, immagine del Cristo (vedi anche bassorilevo in facciata
dell'antica e bellissima Chiesa templare del XII secolo di Saint Blaise di La
Celle a Bruère, Cher). Pietra che il massone deve sgrossare per gettare tutto
ciò che è in più per realizzare una pietra cubica, di forma regolare, utile,
finalizzata al Bene e non inutile, come
quella nella quale si identifica il Male.
E l'Agape, che 2.000
anni fa concludeva il matal domenicale, nel quale l'animale da sacrificare
veniva portato ai piedi della croce, si copriva di stoffa scarlatta, il
sacerdote benediceva il sale che veniva fatto mangiare all'animale prima di
essere sgozzato. Poi la carne cotta veniva mangiata tutti assieme durante
questo primitivo pasto tra cristiani. Un'evocazione del sacrificio del Calvario
nel quale Cristo muore per la salvezza del mondo. In massoneria il rito del
mangiare continua a chiamarsi così: Agape.
La cecità e la sordità,
di chi si pone in antitesi contro qualcosa che nasce da una stessa famiglia, in
realtà rinnega la sua tradizione, si mette contro se stesso e perde identità.
Capisco che non
possedere una chiave di lettura adeguata per leggere i testi sacri di ogni
religione, la chiave è sempre la stessa, porti a un rifiuto dei dogmi assai più
dogmatico del dogma stesso.
Ma se le iniziazioni
massoniche fossero efficaci, e non edulcorate pantomime sgangherate attente né
alla forma né alla sostanza, col solo fine di consentire il via a un gioco di
società con sembianze iniziatiche, invece di produrre falsi iniziati
inconsapevoli, magari potrebbe dare un senso alle ricerche che alcuni di noi
vorrebbero intraprendere, troppe volte senza successo, per mancanza di quelle
conoscenze essenziali che ci spiegano per quale motivo effettivamente siamo
ignoranti.
Massoneria e Martinismo
quindi sono solo strumenti, mezzi per raggiungere obbiettivi culturali e
spirituali personali e individuali.
I primi hanno bisogno
della Loggia per creare un luogo nel quale operare lontano dal mondo profano, e
infatti sono essenziali le figure del Copritore esterno e del Copritore interno
proprio per tenere lontani da un luogo consacrato (quindi
separato) dal resto del
mondo e proteggerlo dai nemici.
La massoneria invece,
inquinata da una interpretazione distorta del pensiero illuminista, perde
contatto con la Natura e il soprannaturale riducendo tutto ad una nascosta
agnosi e a un malcelato ateismo. Eppure i massoni indossano guanti bianchi,
come i guanti pontificali che il cristianesimo ritiene necessari a proteggere
la purezza dei lavori da mani che certamente e inevitabilmente hanno compiuto
atti iniqui.
I secondi invece usano
la loggia solo come momento di contatto fisico per anime che sono sempre in
contatto tra loro perché hanno imparato a farlo e vogliono farlo. Il mondo che
vediamo è solo una piccola parte di qualcosa di più immanente, di cui non
possiamo neppure pensare la grandezza, e mentre le nostre risorse spirituali
brilleranno nelle tenebre, anche se le tenebre non le riconosceranno, potranno
orientare le energie verso chi saprà riconoscerle.
I martinisti non hanno
bisogno di guanti bianchi. Durante il rituale della luna nuova l'iniziato si
purifica dall'immondo, nel quale siamo costretti a vivere, per cominciare un
nuovo ciclo allineato all'energie della Natura che governano l'intero
universo.
Ma come ci insegna H.
Kircher (1601 – 1680) con il suo Ordini dell'Universo l'elevazione spirituale
si esprime con 5 livelli: i bruti, gli uomini, gli eroi, i geni e Dio.
La ricerca e il percorso
di un vero iniziato non si ferma mai e nuove correnti portano i Fratelli verso
un pensiero nuovo e antico al tempo stesso.
Movimenti massonici e martinisti con coraggio
si sono allontanati dalle logge madri ormai corrotte per cercare le origini
smarrite, recuperando i rituali traditi, e con essi l'uomo nascosto sopraffatto
dai luoghi della disarmonia, perché la visione del nostro fratello e maestro
Louis Claude de Saint Martin è ancora viva e anzi ancor più attuale. Una realtà
sempre più concreta ed evidente.
E allora guardiamoci
dentro per salutare ogni giorno gli angeli che ci guardano con gli occhi del
giusto e ci onorano della loro presenza, dandoci forza ogni volta che doniamo
perché, se vogliamo purificare il mondo, alle preghiere devono seguire le
azioni.
Per anni mi sono chiesto
quale fosse il mio scopo nella vita e dopo una lunga ricerca, grazie all'aiuto
essenziale e all'esempio di Fratelli veri, dell'una e dell'altra istituzione
iniziatica, ho capito ciò che già sapevo.
Io, come tutti, siamo
venuti al mondo solo per lasciarlo migliore di come l'abbiamo trovato.
Anche di poco,
pochissimo ma migliore.
E le iniziazioni senza
iniziati sono soltanto il peso del nulla.
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com
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