domenica 17 dicembre 2017

LII. PERFEZIONE (UN ANNO UN PERCORSO)




Carissimi Amici,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


LII. PERFEZIONE

"Siate perfetti come il Vostro Padre celeste è perfetto." (Matteo V, 48)

Essa non risiede né nell’impassibilità, né nello spregio delle opere della Natura, né in una vita particolare, né nelle attente osservanze della pietà, né nelle lunghe preghiere, né nelle penitenze corporali, né negli scrupoli, né nell’attaccamento cieco alle proprie opinioni spirituali, né nelle estasi, né nel dono dei miracoli.
La perfezione risiede nella conformità della mia volontà alla volontà di Dio, e nel potere di disciplinare il mio corpo, il mio cuore e la mia intelligenza a questa osservanza.
Essa è accessibile a me, come a tutti. Dio sceglie come profeti, come veggenti, come taumaturghi, le persone il cui corpo fisico e psichico possiede alcune proprietà speciali. Ma ognuno di noi ha un cuore che può essere purificato, e un Io a cui può rinunciare.
Dio si offre a me. Io mi devo donare a Lui; per mezzo della mia volontà, il cui principio è l’amore, io inizio a donarmi; io mi perfezionerò attraverso le mie azioni. Il mio primo impegno sarà quello di purificare il mio cuore. Il mio secondo impegno sarà quello di purificare tutto il mio essere, seguendo le indicazioni della vita.
La perfezione è l'assoluto. Io non posso che tendere verso  di essa, ma per tendere ad essa, devo superarmi senza sosta. La perfezione è il completamento di me; ma poiché io sono un essere umano, la mia suprema realizzazione è in Dio e in Dio solo. La perfezione non è l’immersione nell’oceano dell’Indefinito; non è neppure  l’esaltazione dell'individualità: essa è lo sviluppo fino al loro limite di tutte le mie qualità, poi giunge la discesa in questa perfezione naturale della Perfezione soprannaturale che viene non per distruggerla, ma per crearla nuovamente:  non per ingrandirla ulteriormente, ma per trasmutarla, per trapiantarla in questa bella e pura terra che si chiama Vita Eterna.
La perfezione si chiama Gesù Cristo: il cammino della perfezione è Gesù Cristo: la forza per seguire questo cammino è Gesù Cristo, unità singolare, molteplicità innumerevole, sogno inconcepibile, realtà indistruttibile. Ecco l'obiettivo dell'Universo, ecco l'obiettivo della mia esistenza.


OSSERVANZA: Ogni volta che sentirò battere l’ora, chiederò a Dio di illuminarmi con il Suo Amore.


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domenica 10 dicembre 2017

LI. L’INSUBORDINAZIONE (UN ANNO UN PERCORSO)




Carissimi Amici,


Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


LI. L’INSUBORDINAZIONE

"Caricatevi il mio giogo; Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. " (Matteo XI, 29, 30)

Le resistenze, i rifiuti, le discussioni, i volti ostili, le impazienze, gli ammutinamenti, i mormorii, gli allontanamenti, le ribellioni, le rivolte sono diversi aspetti della stesso spirito di personalismo. L'essere umano, gli dei stessi e il verme della terra nascono tutti qui in basso per imparare ad obbedire. Dio è un padre di famiglia che chiede ai suoi figli la loro docilità, non per Se stesso, ma per  essi stessi. Egli sa che la rivolta li conduce alla perdizione. Quando è certo della loro sottomissione, gli rende loro la libertà; ancor di più, Egli si fa loro servitore.
Considerando in profondità le cose, è da Dio che tutto proviene. Il re, il ministro, il poliziotto, il capomastro, nessuno avrebbe alcuna autorità su di me, se Dio non gliela avesse donata in modo più o meno mediato. Ancora una volta sono io stesso, ciò che ero in precedenza, che ha donato il mio essere oggi ai capi a cui sono sottomesso.
Se le mie incarnazioni passate sono quelle per cui io adesso mi trovo sotto il giogo dei regole oppressive, di chi la colpa? Se la legge che mi tiranneggia mi sembra ingiusta, la mia rivolta non farà altro che stringere ancor di più la presa; e la mia vittoria temporanea contro di essa causerà una tirannia ancora più dura. Una violenza non è distrutta da una violenza contraria; essa cambia solo di forma. L'esecuzione di un assassino non purificherà il suo cuore: qualcosa di altro è necessario per questo.
Se io sono sufficientemente maestro di me stesso per obbedire, senza sforzo, a qualsiasi ordine, nessuno avrà più il potere di comandarmi. La Vita mi domanda l'obbedienza solamente perché la rivolta abita ancora in me.
E, maggiormente sarò giunto alla perfetta obbedienza, all’obbedienza degli Angeli, questa potrebbe anche essere di dover obbedire a degli ordini illegittimi in apparenza, per offrire ai rivoltosi un esempio vivo e puro. L’innocenza sola è veramente creatrice.

OSSERVANZA: Se voglio crescere più velocemente, oltre ai miei superiori cercherò di obbedire ai miei pari e anche i miei inferiori.




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L. LA MALINCONIA (un anno un percorso)



Carissimi Amici,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


L. LA MALINCONIA

"Quando digiunate, non abbiate un aspetto malinconico" (Matteo VI, 16)

La malinconia è una inappetenza del desiderio, per fatica, per delusione, per debolezza; ma è anche il risultato di una ricerca troppo ardua, di esperienze temerarie; o di una vita meccanica, o della difficoltà a realizzare un sogno, o la bruttezza dell’ambiente, o una rinuncia  che non si fonda più sull'Amore.
Il brio che agevola le faccende quotidiane è l’alcool versato da geni compassionevoli, che mi permette di superare le preoccupazioni; perché io non sono ancora abbastanza coraggioso da lavorare per puro dovere. Questa è la mia mancanza, ahimè! l'attrazione fallace dei miei desideri; essi trasfigurano le ceneri e donano corpo ai vapori.
Ma gli occhi chiusi per molto tempo restano doloranti. Non dobbiamo prendere in giro il triste sognatore, né l'indolente o il pigro. Ogni  creatura  lavora, qualche volte a suo malgrado, ma comunque lavora. E ci sono più lavori di quanto io possa rendermi conto. Io dunque non giudicherò coloro che sono improduttivi; Cercherò piuttosto di essere due volte produttivo.
La gaiezza è traboccante di forze; è il segno di una salute fisica e morale. Io devo controllarmi affinché mai nessuno noti la mia tristezza; Non devo attendermi la consolazione che dal Consolatore. La mia tristezza non sarà sostituita che da altra tristezza, se io la contrasto solamente con allegria o distrazioni esteriori. Ci si libera del debito pagandolo, e non negandolo.
Essere sensibili al fallimento, non è saggio. Se ho lavorato per me stesso, il fallimento è una grazia, in quanto mi mostra la mia vanità. Se ho lavorato per un ideale, ho fatto tutto il necessario? E Dio non conosce, meglio di me, quanto  mi è maggiormente conveniente?

OSSERVANZA: Donare la mia vita, se voglio ottenere nella vita.


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domenica 3 dicembre 2017

XLIX. LE APPARIZIONI DI CRISTO DOPO LA SUA MORTE (un anno un percorso)




Carissimi Amici,



Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


XLIX. LE APPARIZIONI DI CRISTO DOPO LA SUA MORTE


"Io sono con voi fino alla fine del mondo." (Matteo XXVIII, 20)

Il come e perché reali delle visite che il Maestro fece ai suoi discepoli dopo la Sua risurrezione, sfuggono alla mia intelligenza. Io so solamente che i testimoni non furono colpiti da allucinazioni, che non si tratta di leggenda, neppure di fenomeni come quelli che sono in grado di produrre i medium, gli ipnotizzatori e i maghi; poiché la potenza in Gesù è soprannaturale, e questi ricercatori, anche se intrepidi ed animati da un impulso ammirevole per il sapere, non possono comprendere che le forze naturali.
La realtà storica della risurrezione è dimostrabile. Ma di essa mi deve  importare poco, o  il Cristo che io immagino non è il vero Cristo. Per quale motivo io devo fare delle congetture, dato che io so che Lui può fare tutto? Il suo Spirito si libra in eterno; Egli è presente alle nascite, alle morti, alle riconciliazioni. E’ tramite di Lui, che lo sconosciuto di passaggio mi trasmette una sensazione che mi commuove così dolcemente. È sempre Lui che dona con un colpo d’occhio, apparentemente per caso, la virtù miracolosa di condurre la mia anima alle spiagge della Bellezza eterna. E‘ tramite di Lui che il sorriso di un bambino, o di un anziano, fa cadere dalle mie spalle il manto glaciale della disperazione o delle preoccupazioni. Si il desiderio di Gesù mi anima, ovunque io riceverò delle apparizioni di Gesù.
So che Cristo può sorgere innanzi a me, non mi importa sotto quale aspetto, Egli mi può apparire nel sogno e nell’estasi, Egli può farsi vedere in carne ed ossa, in più luoghi contemporaneamente, e in diversi mondi; Egli è il Maestro; Egli comanda a tutte le sostanze e a tutte le forme. E' ovunque, ed è accanto a me, con tutto il Suo Cielo; ma che io almeno non chiuda i miei occhi,  e neppure il mio cuore al meraviglioso incontro.

OSSERVANZA: Io mi educherò a pensare che tutto mi può trasmettere una parola di Gesù.


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