lunedì 2 gennaio 2017

La Pratica delle meditazioni di Paul Sédir

Quanto proposto in questo scritto del Sédir, Meditazioni per Ogni Settimananon può sicuramente essere assimilato alla canonica meditazione, con o senza seme, piuttosto deve essere considerato come dei temi di riflessione interiore. Attraverso una lettura consapevole si dovrà verificare quali atteggiamenti, quali espressioni della nostra personalità, quali atti di volontà, quali indeterminazioni, sono ostative o propedeutiche per il conseguimento del nostro perfezionamento interiore. Al contempo è necessario considerare il quadro di riferimento caro a Paul Sédir: il Maestro, l’Amico, l’Unità di Misura è Gesù Cristo. Il Gesù Dio, fattosi uomo per subire come tutti gli uomini l’implacabilità della legge, il tormento dell’avversario, il martirio dell’ingiustizia. Maturata la consapevolezza che è necessario muoverci all'interno di una narrazione evangelica, è possibile trarre copiosi frutti da questo potente strumento di analisi spirituale e psicologica.

Prima di procedere oltre mi permetto di ricordare che quanto andrò a scrivere è un mio consiglio di pratica, e come tale può essere, oppure no, accolto ed eseguito.

Ognuno di questi semi pensiero dovrà essere letto, compreso in ogni sua singola parola, e profondamente meditato. L’attenzione deve essere vigile nell’osservare, controllare, e dominare quanto essenzialmente suggerisce a livello di pratica interiore. Ciò ci sarà d’aiuto nel conformare le nostre azioni quotidiane all’intento perseguito. Durante la giornata successiva alla meditazione è utile appuntare i pensieri, le considerazioni, le riflessioni, gli atti e quant’altro si ritenga opportuno, su di un quaderno. Un memorandum che ci permetterà di costituire una puntuale testimonianza, utile per successivi raffronti, di quello che è il nostro stato interiore, le nostre debolezze, le nostre forze, le nostre aspirazioni, e le nostre mancanze.
Non è essenziale eseguire la meditazione ad un’ora prefissata di ciascun giorno; tuttavia suggerisco, per mantenere un naturale ritmo, la costanza del luogo e dell’ora prescelta. La sera prima di addormentarsi è consigliato compiere una retrospezione sull’andamento della giornata. Al contempo suggerisco di non leggere i semi pensiero successivi a quello in vigore, onde evitare “confusione” e “suggestione”.

Una volta individuato un luogo adeguato dove svolgere la pratica, si procederà a liberarlo da “tutto” quanto possa ostacolare o distogliere la nostra volontà. Un’anima armoniosa si riflette in una mente ordinata, la quale a sua volta ricercherà la sola essenzialità nelle cose e nelle manifestazioni. La ricerca della semplicità ed essenzialità interiore, non può prescindere da una semplicità ed essenzialità esteriore. Può essere raccomandato ed utile bruciare qualche grano di incenso, in modo che il penetrante profumo sia il soave compagno di viaggio di questa nostra intensa esplorazione dell’essere.

Per colui lo desideri è possibile praticare un segno di apertura, anche il tracciamento della “semplice” croce, o il suono rituale di una campanella, oppure una preghiera, in tal caso consiglio “Cristo Re ti dono il mio cuore, donami il tuo cuore”, prima di iniziare.

Successivamente si trovi una posizione che ci permetta di scioglierci nella tranquillità del corpo, nel rilassamento della mente, e nell'imperturbabilità dell’anima. E’ utile dare vita ad una respirazione armonica, abbia un effetto calmante e rilassante sul corpo e sulla mente; se eseguita correttamente, favorisce la meditazione ed il rallentamento del flusso dei pensieri.
“Cominciamo ad inspirare ed espirare lentamente dal naso, aumentando ad ogni ciclo respiratorio il grado di rilassamento fisico e mentale, e contando mentalmente in modo da far durare lo stesso numero di secondi le 3 fasi di questa respirazione: inspirazione, trattenuta, espirazione. Nella fase di trattenuta, restiamo immobili con l’addome gonfio ma rilassato. In tutte e 3 le fasi, manteniamo la massima concentrazione sull'esercizio, sui nostri movimenti, sulle sensazioni fisiche e non che questa respirazione ci provoca. Tempo: per ottenere l’effetto calmante desiderato, ripetere per circa 10 minuti o più. La durata delle 3 fasi è variabile, non vi è una regola fissa: scegliete un numero di secondi che vi permetta una respirazione profonda senza però sforzare eccessivamente i muscoli del torace. E’ fondamentale che inspirazione, trattenuta ed espirazione abbiano la stessa durata, che può essere adattata alle esigenze ed alle capacità respiratorie di ognuno di noi.
Questa è una tecnica di respirazione adeguata alla nostra lettura consapevole, ed ovviamente saprà condurci in quello stato di proficua quiete interiore, atto a renderci sottilmente sensibili alla nostra reale composizione animica e psicologica.
Rilassata la mente, calmato il corpo e acquietata la nostra anima, siamo adesso pronti per dare vita al seme pensiero.

La lettura, come detto in precedenza, deve essere consapevole, meditata, assorbita in ognuna delle sue sfumature: profondamente interiorizzata. D'altronde, tutto quanto posto in essere fino a questo momento, deve averci predisposti alla completa ricezione, senza subire disturbo alcuno. Alla lettura deve essere accompagnata la viva e vivificante immaginazione. Viva perché in grado di infondere spessore a quanto letto, vivificante in quanto di concedere dinamicità alla lettura. Ecco quindi che al termine di ogni frase è necessario chiudere gli occhi, ed “immaginare” noi stessi in qualche accadimento che è similare a ciò che fino a tal punto è stato narrato. Il nostro lavoro deve essere simile a quello del raffinato intenditore di vini. Egli prima ne osserva attentamente il riflesso, la nostra lettura, con calma ne aspira le fragranze, la nostra consapevole riflessione su quanto viene letto in ogni suo aspetto/tempo/misura, ed infine con sapienza lo gusta, la nostra immaginazione attiva.
Terminata la lettura si procederà ad interiorizzare il passo evangelico che ha aperto la meditazione. Questa seconda fase della pratica può essere variamente implementata, in base alle attitudini di ognuno di noi. E’ possibile ripetere costantemente, prima a voce e poi nel silenzio della mente, le sacre parole, oppure dare serie e ritmo al passo nel solo vuoto interiore, o ancora accompagnare il tutto con una qualche visualizzazione atta a raccoglierci in noi. Sono sicuro che l’attento lettore e l’autentico praticante, sapranno individuare il metodo maggiormente consono per la loro natura.
E’ utile prestare attenzione, in questa fase del lavoro, alle immagini, ai suoni, o ai ricordi, anche alle stesse “fantasie”, che in qualche modo affioreranno dalle nostre interiorità. Esse sono il giusto e puntuale riflesso di quanto inizialmente sensibilizzato attraverso la lettura, e successivamente “esaltato” dalla parola sacra. Dobbiamo, sempre e comunque, considerare come il potere dell’immagine, comporta in sé, un complesso informativo e formativo superiore ad ogni parola o concetto. Il nostro Sé profondo comunica attraverso simboli ed immagini, a noi trattenere, a noi comprendere, a noi alimentarci di tale sapienza.
Infine il terzo dei livelli della pratica, nel proseguo della giornata attenersi alla prescrizione comportamentale che lo stesso Sédir ci ha dato nell’OSSERVANZA. In modo che i benefici effetti, i saggi intendimenti, e gli utili consigli di quanto letto e meditato siano in grado, al meglio, di donarci i loro benefici frutti supersostanziali.

Nota: Nella pratica martnista, come indicato, seppur in versione ridotta per numero e nella forma, queste meditazioni trovano impiego in almeno due momenti fondamentali. Il primo riveste carattere di propedeuticità all'associazione stessa al martinismo, dove il bussante per un intero ciclo lunare, da luna nera a luna nera, deve impegnarsi con 14 semi pensieri, ognuno dei quali ha validità di due giorni. Raccogliere le impressioni pervenute su di un quadernetto, possibilmente nero, e consegnare il medesimo a colui che lo dovrà, caso mai, introdurre al primo grado del Nostro Venerabile Ordine. Successivamente, a discrezione del Superiore Incognito Libero Iniziatore, o per retta volontà del fratello, sempre si potrò procedere ad un nuovo ciclo di spogliazione, tramite questi pregnanti semi pensiero.

L’obbiettivo che si intende raggiungere, già ampiamente tratteggiato in precedenza, è composito. Sicuramente vi è la necessità primaria di fornire uno spaccato degli strumenti che si andranno ad impiegare lungo il nostro percorso spirituale, al contempo vi è la necessità di “costringere” la mente del bussante ad una disciplina volta allo sguardo interiore, ed ancora a fissare in un’istantanea, successivamente comparabile con altre istantanee, lo stato psicologico e animico del futuro fratello. Personalmente trovo questa pratica necessaria ad operare il giusto filtro fra coloro che con desiderio giungono alle porte dei nostri templi, e coloro che  sono a caccia dell’ennesimo diversivo.


Per coloro che fossero interessati:

Tratto da "Meditazioni per Ogni Settimana di Paul Sédir"

http://www.lulu.com/spotlight/lachimera70

oppure

www.amazon.it

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