Jacques-Étienne Marconis de Nègre nato a Montauban il
3 Gennaio de 1795 e morto a Parigi il 21 Novembre 1868, è certamente una delle
figure più interessanti nell'ambito della libera muratoria francese del secolo
XIX.
Il Rito Muratorio di Memphis, da lui elaborato
probabilmente facendo ricorso a tutto quello che aveva appreso nel corso delle
sue varie numerose iniziazioni ai gradi più elevati sia del Rito Scozzese che
del Rito di Mizraïm, costituisce con ogni probabilità uno dei corpus rituali
più completi e vari di quelli giunti ai giorni nostri.
Forse è per questo motivo che questo Rito, che si era
affermato in Francia sotto la monarchia degli Orléans, venne arbitrariamente e
forzatamente fatto assorbire all'interno dei Riti del Grande Oriente di Francia,
con contestuale riduzione dei gradi da 95 a 33, per non fare ombra e
concorrenza al Rito Scozzese che andava per la maggiore in Francia sotto il
secondo impero di Napoleone III e che godeva dei favori governativi.
Quello che ufficialmente era chiamato Rito di Memphis
o Rito Orientale di Memphis o anche Antico e Primitivo Rito Orientale di
Memphis è ampiamente descritto nel saggio scritto e pubblicato nel 1849 da
Marconis intitolato “Hermès ou Le Sanctuaire de Memphis” .
Marconis descrive i principi di questo Rito, che si
allontana un poco dalla muratoria tradizionale transalpina, in questo modo:
“Il Rito massonico di Memphis è l'erede dei misteri
dell'antichità; esso educa gli uomini a rendere omaggio alla divinità; i suoi
dogmi riposano sui principi dell'umanità; la sua missione è lo studio della
saggezza che serve a discernere la verità; è l'aurora benefica dello sviluppo
della ragione e dell'intelligenza; è il culto della qualità del cuore umano e
la condanna dei suoi vizi; è infine l'eco della tolleranza religiosa,l'unione
di tutte le credenze,il legame fra tutti gli uomini,il simbolo delle soavi
illusioni della speranza che predica la fede in Dio che salva,e la carità che
fa benedire”.
Originariamente Jean-Etienne Marconis de Nègre aveva
articolato il Rito di Memphis in 92 gradi divisi in tre serie: la prima serie, di 35 gradi, era costituita
dai primi tre gradi simbolici tradizionali di Apprendista, Compagno e Maestro
ed altri 32 che in parte riprendevano omonimi gradi scozzesi, come ad esempio
il Maestro Eletto dei Nove, il Gran Maestro Architetto, il Cavaliere dell’Arco
Reale, il Cavaliere della Volta Sacra, il Principe Rosa Croce di Heredom, il
Cavaliere Kaddosh, il Grande Inquisitore Comandante, il Sovrano Principe del Real
Segreto, il Cavaliere Grande Ispettore per concludersi con il Gran Comandante
del Tempio.
La seconda serie, dal 36° al 68° Grado, comprendeva
gradi di ritualità che spaziava fra le tradizioni egizie ed orientali ed al
tempo stesso riprendeva temi alchemici che erano stati elaborati nel secolo
precedente dal Barone Théodore de Tschoudy, braccio destro di Raimondo di
Sangro.
Ma non può neppure essere tralasciato il cenno alla
tradizione norrena che fa capolino nel grado chiamato Cavaliere Scandinavo.
La terza serie, che va dal 69° al 92° Grado,
approfondisce alcune tematiche della serie precedente e soprattutto comprende
alcuni gioielli rituali, come il Sublime Cavaliere del Triangolo Luminoso (o
del Delta Sacro), o il Sublime Maestro dell'Anello Luminoso, che possiamo
annoverare fra i più bei testi della muratoria egizia.
A questi gradi ne vennero poi aggiunti altri tre, 93°
Sovrano Principe del Santuario di Memphis, 94° Sublime Patriarca Principe di
Memphis e 95° Principe e Patriarca Gran Conservatore dell'Ordine e del Rito, a
completamento della piramide iniziatica.
Possiamo affermare che quello ideato o elaborato da
Marconis fosse un sistema fornito di una certa coerenza e logicità, in quanto,
aldilà di alcune ridondanze con Gradi piuttosto fantasiosi ed i cui nomi
avevano il probabile scopo di fare colpo sui massoni francesi in cerca di
novità (es. Saggio Shivaista, Principe Bramhano, Pontefice di Ogygia, ovvero
l'isola ove secondo l'Odissea la ninfa Calipso tenne prigioniero Ulisse per
quasi nove anni,etc.); va riconosciuto a Marconis di aver aveva saputo
abilmente miscelare il Rito Scozzese, il Rito di Misraim, l’Ordine degli
Architetti d'Africa e, probabilmente anche l’Ordine dei Filadelfi di Narbonne
per dar vita ad un “Corpus Rituale”interessante e di notevole spessore
iniziatico che purtroppo nella sua interezza è di fatto sconosciuto ai più.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Marconis,
emulando i fantasiosi fratelli Bédarride, abbia inventato di sana pianta
qualche rituale; tuttavia, se così è stato, occorre parimenti ammettere che
queste invenzioni non erano campate in aria ma messe su carta attingendo a
Testi antichi ed alle fonti della Sapienza Tradizionale, come dimostrano
chiaramente le invocazioni di apertura e di chiusura dei Lavori muratori, da
lui illustrate nel citato "Le sanctuaire de Memphis".
Quello che più comunemente viene contestato a Etienne
Marconis è di aver voluto fare voli pindarici sulle origini “mitiche” del Rito
da lui fondato con il solito quanto scontato riferimento ai Templari (definiti non origine ma culla della Libera
Muratoria): nella sua introduzione al testo, chiamata “Storia Abbreviata della
Massoneria”, Marconis parte da lontano ovvero dagli albori delle prime civiltà
umane sorte nella Valle dell’Indo per poi passare in Egitto (e così si spiegano
i gradi dedicati a Brahma e ai Veda), in Grecia e nel vicino Oriente, con un
curioso quanto interessante passaggio su Mani, perseguitato dai sacerdoti di
Mithra.
Sarebbero stati i Cavalieri Templari ad abbracciare i
tre grandi insegnamenti di Mani, il dualismo, fede nei due principi, il
sabaothismo, adorazione delle forze della natura ed il jobaismo, o culto di un
dio unico, ed a celebrarne in segreto quei misteri.
Marconis narra che i Templari avrebbero avuto questi
insegnamenti in Palestina da alcuni seguaci di un saggio egiziano chiamato
Ormus che sarebbe stato convertito al cristianesimo addirittura dall’apostolo
Marco. Ormus avrebbe riunito attorno a sé un gruppo di discepoli e fondato una
scuola di scienze salomoniche che si sarebbe perpetuata nei secoli sino ai
tempi della prima crociata. Questa dottrina sarebbe poi stata comunicata ai
primi Cavalieri del Tempio che l’avrebbero esportata in Europa.
Di questa leggenda si trovano spunti in numerosi testi
rituali della seconda serie.
Non occorre molta fantasia per concludere che in
questo caso, proprio come il Mizraim dei Bédarride, Marconis si sia sbizzarrito
con espressioni e leggende "forti" che avevano lo scopo manifesto di
attirare affiliati per il suo Rito, soprattutto provenienti dal Rito Scozzese,
che si arrestava al 33° Grado, e che non disponeva di questo ventaglio di
opzioni iniziatiche.
Come scrive in prima persona nei suoi testi, Étienne
Marconis aveva diviso gli Antichi Misteri di Memphis in due classi, i piccoli
ed i grandi. I piccoli avevano lo scopo di istruire gli iniziati nelle scienze
umane, essendo la sacra dottrina riservata agli ultimi gradi di iniziazione,
ovvero la grande manifestazione della Luce.
Fra la conoscenza delle scienze umane e quelle della sacra
dottrina vi erano gradini simbolici da salire attraverso un percorso a
carattere iniziatico.
Tutti i misteri ruotavano su tre punti principali: la
morale, le scienze esatte e la sacra dottrina. Dal primo al secondo punto o
grado il passo era abbastanza semplice ed avveniva senza intermediari; ma,
giunti a questo secondo grado dell’iniziazione, occorrevano lunghe preparazioni
che erano l’oggetto di tre altri gradi simbolici: il primo terminava e
completava i piccoli misteri; gli altri due aprivano i grandi.
Era solo al primo grado simbolico, ovvero il terzo
dell’iniziazione, che erano esposte le prime leggende e, proseguendo nei
secondi due ci si esercitava a penetrare il senso di queste leggende e si
diventava degni della grande manifestazione della Luce.
Tutto ciò comprendeva le preparazioni, i viaggi ed i
simboli e quella che veniva chiamata tecnicamente “autopsia”, che non va
confusa con il moderno termine medico di esame del cadavere.
Le preparazioni si dividevano in due classi: la prima
aveva come titolo simbolico “Saggezza” e per oggetto la Morale. Gli iniziati si
chiamavano Thalmedimiti o discepoli. La seconda aveva come titolo simbolico
“Forza” e per oggetto le scienze umane. Gli iniziati di questo secondo grado si
chiamavano Heberimiti o associati.
I viaggi ed i simboli erano divisi in tre classi:
nella prima, chiamata i funerali, gli iniziati portavano il nome di Murehemiti;
nella seconda, chiamata vendetta, prendevano il nome di Berimiti e nella terza,
chiamata l’affrancamento, quello di Nescheriti.
Il grande complemento dell’iniziazione, l’autopsia,
era il coronamento dell’edificio, la chiave di volta.
L’iniziazione consisteva nella conoscenza del dogma
monoteista che veniva rivelato ai soli grandi iniziati: esiste uno ed un solo
dio.
Il Panteismo era la religione dell’antichità e questa
parola viene dalle parole greche Pan e Theos, che significano Tutto e Dio, e
cioè che Dio è tutto.
Tutto questo, ovviamente, viene scritto da Marconis in
linea teorica, perchè era umanamente impossibile che un membro del Rito di
Memphis potesse giungere ad avere conoscenza completa di tutti quei segreti che
anticamente erano rivelati al settimo ed ultimo grado.
Per fare ciò sarebbe stato estremamente necessario
adottare i tempi e le accurate precauzioni dell’antichità – a cominciare dal
noviziato - e quindi prevedere tempi molto dilatati ed un impegno costante:
tuttavia, in una società in via di secolarizzazione come la Francia dell'800,
questo non era possibile, per cui si era reso necessario limitarsi a quelli che
vengono definiti i “gradi superiori”.
Étienne Marconis, che, si badi bene, aveva messo per
iscritto di considerare il Rito di Mizraim una pura invenzione dei Fratelli
Bédarride, aveva così creato una scala
iniziatica in origine a 92 Gradi che si differenziava non solo dalla scala del
Mizraim (sia nella versione veneziana che in quella spuria dei Bédarride), sia,
per quanto attiene ai primi 33 gradi, dalla tradizione di quello che era in
allora chiamato Rito Scozzese.
Marconis aveva posto al vertice di questa scala il
grado di Sovrano Principe dei Magi del Santuario di Memphis, dove si trovava la
venerata Arca della Tradizione.
Il Santuario di Memphis era composto da cinque grandi
Dignitari e da sei Magi nominati a vita e cioè i cinque dignitari erano il Gran
Hyerofante, il Sovrano Pontefice Gran Maestro della Luce, il Sovrano Principe
dei Magi Sothis, il Sovrano Principe dei Magi Hori, il Sovrano Principe dei
Magi Arsine, mentre i sei Magi erano due Magi Sothis, due Magi Hori e due Magi
Arsine.
Colui che era di fatto il braccio destro di Marconis e
che ebbe un ruolo importante nell’elaborazione del corpus rituale fu Antoine
Muttet, colto massone dell'epoca ed autore od elaboratore di molti Rituali
della seconda e terza serie.
Dopo l'assorbimento
da parte del Grande Oriente di Francia, avvenuto nel 1862, il Rito di
Memphis scomparve quasi completamente dalla Francia per stabilire, al
contrario, solide radici in Egitto (Grande Oriente di Memphis d'Egitto), in
Italia (sopratutto a Palermo, sede del Grande Oriente del Memphis per
l'Italia), negli Stati Uniti d'America (e da lì nell'America Meridionale) ed in
Inghilterra.
Si tratta di un programma quanto mai vasto che nel
testo originale di prima pubblicazione si estende per oltre 520 pagine e che
ovviamente non viene rispettato nella sua interezza.
Questo testo, tuttavia, rappresenta nell'ambito della
muratoria ottocentesca uno dei libri essenziali per la comprensione di un mondo
quanto mai affascinante e velato dal mistero.
Il Codice Massonico, che inizia a pagina 66 del
volume, è composto da soli undici articoli che descrivono nell'ordine i doveri
verso Dio, l'immortalità dell'anima, i doveri verso la patria, la famiglia,
verso l'umanità in generale, la beneficenza (nel senso di fare il bene), i
doveri verso il prossimo, la perfezione morale di sé stessi, i doveri verso i
fratelli, verso l'amicizia e verso l'ordine di appartenenza.
Si tratta di un compendio morale quanto mai completo,
che riassume in poche pagine tutta quella elaborazione filosofica dei compiti
dell'uomo libero che è iniziata nella Scozia del XVII secolo e che è continuata
in Francia nel secolo successivo, quello dei lumi, sulla scia di coloro che, in
fuga dalla monarchia hannoveriana, avevano portato sul continente le basi per
la diffusione degli ideali muratori.
Dall'art. 11, quello che descrive i doveri verso
l'ordine di appartenenza, estrapoliamo alcuni versi che un saggio sconosciuto
(il Gran Hyerophante) dice a Talete dopo avergli rivelato gli ultimi misteri:
"Va e diffondi su tutta la terra le verità sublimi che hai appena
conosciuti, ma soprattutto non scegliere e non accordare questo favore se non a
coloro che se ne renderanno degni e non dimenticare che...
L'uomo passa quaggiù viaggiatore effimero
La fine del viaggio è per tutti un mistero
Teniamoci sempre pronti.
Andiamo dritti alla meta e se la strada è scivolosa
Aiutiamoci, avanziamo e dei sentieri del vizio
Evitiamo il percorso
Ma lasciamo dietro di noi tracce sulla strada
Come ciò che costruisce, l'uomo indubbiamente passa
Ma non tutto passa.
Il bene che ha seminato sui suoi passi fruttifica.
E' un tempio immortale che passando costruisce
Il Libero Muratore quaggiù.
ELEAZAR
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com
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