L’eggregore ha funzione di fluido
spirituale e psichico che, avvolgendoli e pervadendoli, pone in contatto i
fratelli e le sorelle. Un contatto che travalica la singola catena di cui essi
fanno parte, per estendersi nello spazio e nel tempo, come sinapsi metafisiche,
raccogliendo tutti i fratelli martinisti presenti e passati. Al contempo
l’Eggregore è un mediatore e livellatore delle energie, riuscendo a distribuire
quanto è necessario e dovuto ai singoli fratelli in cagione della loro opera e
dedizione alla comunità di cui fanno parte. Infine l’eggregore martinista è
quella entità ideoplastica che mette in collegamento i martinisti, con la
sottile influenza dei mondi superiori, grazie alla benevola intercessione dei
Maestri Passati.
Dice il Brunelli “La catena
martinista permette che si stabilisca un intercambio energetico tra fratello e
fratello, tra fratello ed eggregore. Per suo mezzo si creano inoltre quelle
energie che saranno utilizzate per gli scopi generali dell'Ordine”.
Ovviamente gli scopi generali
dell’Ordine sono da ricercarsi nella coesione del medesimo, nella difesa dei
propri perimetri dalle intrusioni di empi e mistificatori, al fine di
permettere ai fratelli di perseguire la via della reintegrazione: in quanto la
luce sottile non attira solamente i saggi, ma anche i prevaricatori.
La storia moderna del martinismo ci
indica che spesso la funzione di “raccoglimento” dei fratelli operati
dall’Eggregore non sempre si è dimostrata efficace. Tale deduzione deriva
dall’osservazione delle molteplici scissioni che si sono succedutenel corso dei
decenni. Ciò a mio avviso è stato determinato datre elementi che hanno
comportato l’indebolimento dell’Eggregore martinista.
2. La mancanza di Operatività che è
basilare nell’alimentazione dell’Eggregore. In assenza di una costanza
collettiva nella pratica delle purificazioni e dei rituali, non abbiamo nessuna
alimentazione eggregorica sottile, e conseguentemente nessun consolidamento in
esso.
3. La mancanza di figure apicali
portatrici di carisma. Incapaci da un lato di guidare saldamente i fratelli a
loro affidati, e dall’altro di governare le energie eggregoriche.
Tale miscela ha contribuito a
frantumare il panorama in mille rivoli. Alcuni, pochi, giustificati da elementi
docetici e rituali peculiari, altri frutto solamente dell’insipienza e della
miopia.
Del resto pensiamo a come spesso sono
accolti nelle nostre file, in virtù dell’erroneo concetto che l’iniziazione non
può essere rifiutata, persone sprovviste di ogni requisito
sostanziale.Dimenticandosi come colui che decide di lavorare con un Eggregore
deve essere ad esso conforme, sincorno ed assonante. Con l’iniziazione abbiamo
il riconoscimento iniziale, a cui segue l'accettazione dell’Eggregore.Ad esse
si accompagna il lavoro, dove l'operatore progressivamente assimilerà
attraverso il fisico (gesto, verbo, e pratiche di esercizio della volontà), e
l'intelletto (studio delle radici storiche, simboliche e magiche), quanti più
elementi costitutivi della forma eggregorica. In seguito grazie alla pratica
temporale, (lavorio passivo), e la riflessione (lavorio attivo), dal fisico e
dall'intellettuale si filtra verso il sottile, e di converso il sottile
spiritualizza i primi due. Pressione interna verso l'esterno, ed esterna verso
l'interno, che trovano compimento nella perfetta unione fra essenza del
singolo, ed essenza dell'eggregore. Ecco perché si dovrebbe ben valutare colui
che bussa, e verificare se esso ha i requisiti necessari.
Quanto sopra deve essere un serio
monito a tutti coloro che coscientemente operano immersi in una realtà
eggregorica, a non alterare il rito di unione e alimentazione, attraverso
l'innesto di innovazioni spurie rispetto all'apparato magico-simbolico, da cui
esso trae origine. Come il nostro sistema circolatorio è suddiviso fra sistema
arterioso e sistema venoso, così ogni costrutto tradizionale magico è formulato
nel corso dei millenni, per operare con determinate correnti astrali, e non con
altre. L’Eggregore, così come il corpo umano, avvertendo dei corpi estranei
solleciterà il proprio sistema immunitario ad intervenire con danno e disgrazia
dello sprovveduto manipolatore.
Il termine Eggregore significa
"insieme"o "gruppo". In entrambi i casi abbiamo un novero
poliedrico di relazioni che legano i singoli gli uni con gli altri, e con
l'insieme stesso. Maggiore è l'estensione dell'eggregore, maggiore è il numero
di relazioni; ma non necessariamente tutte hanno identico grado di intensità;
oppure non perchè un eggregore è numericamente più rilevante di altri, esso è
maggiormente potente:dal latino Potentem; che significa autorità e capace di effetti.
È il percorso informativo e formativo
comune, ad affinare le qualità elettive comuni alle singole anime, e permettere
alle stesse di ardere all'unisono, nella catalizzazione e amplificazione
eggregorica, in un potente fuoco spirituale.
Eccoci giunti ad un'altra
considerazione: vi sono eggregori permanenti che si dispiegano nel tempo e
nello spazio, ove i singoli giunti al compimento del proprio mandato terreno
sono sostituiti da altri (abbiamo in mente la "riga spartana" ove il
giovane assumeva le insegne del caduto?); altri invece che per novella
occasione, o per brevità di esistenza tale dispiegamento non possono vantare e
pretendere. Il martinismo vorrebbe costituire Eggregore del primo tipo,
permanente e costante, ma per fare ciò è necessario che i suoi membri
dispongano di identica propensione spirituale, eguale e costante rituale, e
similari qualità sostanziali.
Per meglio suggerire quanto sopra si
potrebbe raccomandare la lettura di autori come Weber e Pareto, e le loro
osservazioni sulle strutture e la perpetuazione delle stesse attraverso i
meccanismi di ascesa verticale e di selezione.
"L'agire di comunità, dando luogo ad una
associazione, viene a configurarla nelle forme di 'corporazione' . Una cerchia
di persone legittimate monopolizza la disponibilità dei relativi beni, doveri e
posizioni di natura…”.(Weber)
Un novello eggregore dimostra la
propria azione nel pretendere maggiori risorse dai suoi adepti, dai suoi
legati: non è raro riscontrare in ciò quanto Camus ebbe a dire della folla
intesa come animale irrazionale. E non è altrettanto raro, consultando la
storia e la cronaca, scrutare gli effetti di queste temporanee aggregazioni. Si
tende spesso a dimenticare che gli uomini fra loro sono profondamente diversi
sotto il profilo psichico ed emotivo, ed anche in ambito iniziatico non è raro
che molti siano pronti ad ascoltare colui che ha maggior dialettica, senza
valutare adeguatamente il suo livello dell’essere. Cadere in tali ragnatele
dell’ego, produrrà gruppo energivoro, in quanto scollegato dagli influssi
spirituali superiori, che ridurrà i componenti della catena a mere batterie
energetiche: completamente affascinati ed ipnotizzati dal potere magnetico di
colui che è tramite e veicolo delle energie eggregoriche, quando non è esso
stesso in balia delle potenze evocate e cristallizzate nel gruppo.
Questo annichilimento è ben diverso
dalla catena d'amore del vero Eggregore martinista: un’unione che viene vissuta
fra fratelli e sorelle consapevoli di servire un ideale superiore di
reintegrazione, purezza, e servizio
È lecito adesso chiedersi quandotutti
i fratelli sono in linea con gli scopi che l’Eggregore di un Ordine Iniziatico
si prefigge ?
Leggiamo di Nicolaus: “Eggregori
iniziatici che educano i propri componenti allo sviluppo della spiritualità,
determinando lo sviluppo e la crescente consapevolezza dell’anima dei
rispettivi componenti e della sua evoluzione verso la Reintegrazione nell’Amore
Universale. Questi Eggregori non operano solo a supporto dei propri costituenti
ma, per via dell’amore che essi sviluppano, operano anche a vantaggio della
intera specie umana, accelerando la reintegrazione di tutti e non solo, ma
anche accelerando la evoluzione delle varie manifestazioni della vita verso il
suo unico traguardo, la Vita Una, il ritorno consapevole al Padre”.
Elenandro XI
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com
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