domenica 2 settembre 2018

EGGREGORE MARTINISTA

L’eggregore ha funzione di fluido spirituale e psichico che, avvolgendoli e pervadendoli, pone in contatto i fratelli e le sorelle. Un contatto che travalica la singola catena di cui essi fanno parte, per estendersi nello spazio e nel tempo, come sinapsi metafisiche, raccogliendo tutti i fratelli martinisti presenti e passati. Al contempo l’Eggregore è un mediatore e livellatore delle energie, riuscendo a distribuire quanto è necessario e dovuto ai singoli fratelli in cagione della loro opera e dedizione alla comunità di cui fanno parte. Infine l’eggregore martinista è quella entità ideoplastica che mette in collegamento i martinisti, con la sottile influenza dei mondi superiori, grazie alla benevola intercessione dei Maestri Passati.

Spero con queste poche e semplici parole di aver dato evidenza dell’importanza del nostro eggregore, e lascio la parola ai Maestri Passati.
Dice il Brunelli “La catena martinista permette che si stabilisca un intercambio energetico tra fratello e fratello, tra fratello ed eggregore. Per suo mezzo si creano inoltre quelle energie che saranno utilizzate per gli scopi generali dell'Ordine”.
Ovviamente gli scopi generali dell’Ordine sono da ricercarsi nella coesione del medesimo, nella difesa dei propri perimetri dalle intrusioni di empi e mistificatori, al fine di permettere ai fratelli di perseguire la via della reintegrazione: in quanto la luce sottile non attira solamente i saggi, ma anche i prevaricatori.

La storia moderna del martinismo ci indica che spesso la funzione di “raccoglimento” dei fratelli operati dall’Eggregore non sempre si è dimostrata efficace. Tale deduzione deriva dall’osservazione delle molteplici scissioni che si sono succedutenel corso dei decenni. Ciò a mio avviso è stato determinato datre elementi che hanno comportato l’indebolimento dell’Eggregore martinista.

1. La presenza di numerosi anelli morti all’interno delle catene. L’accoglimento all’interno delle nostre ridotte di fratelli tali solamente sulla carta, maggiormente propensi alla presenza e alla dialettica e non al lavoro interiore. Ciò ha portato ad un notevole calo delle energie, ad una caduta del livello qualitativo nei vari gradi, ed infine alla sostituzione della gratificazione dell’IO rispetto alla ricerca del SE.

2. La mancanza di Operatività che è basilare nell’alimentazione dell’Eggregore. In assenza di una costanza collettiva nella pratica delle purificazioni e dei rituali, non abbiamo nessuna alimentazione eggregorica sottile, e conseguentemente nessun consolidamento in esso.

3. La mancanza di figure apicali portatrici di carisma. Incapaci da un lato di guidare saldamente i fratelli a loro affidati, e dall’altro di governare le energie eggregoriche.

Tale miscela ha contribuito a frantumare il panorama in mille rivoli. Alcuni, pochi, giustificati da elementi docetici e rituali peculiari, altri frutto solamente dell’insipienza e della miopia.

Del resto pensiamo a come spesso sono accolti nelle nostre file, in virtù dell’erroneo concetto che l’iniziazione non può essere rifiutata, persone sprovviste di ogni requisito sostanziale.Dimenticandosi come colui che decide di lavorare con un Eggregore deve essere ad esso conforme, sincorno ed assonante. Con l’iniziazione abbiamo il riconoscimento iniziale, a cui segue l'accettazione dell’Eggregore.Ad esse si accompagna il lavoro, dove l'operatore progressivamente assimilerà attraverso il fisico (gesto, verbo, e pratiche di esercizio della volontà), e l'intelletto (studio delle radici storiche, simboliche e magiche), quanti più elementi costitutivi della forma eggregorica. In seguito grazie alla pratica temporale, (lavorio passivo), e la riflessione (lavorio attivo), dal fisico e dall'intellettuale si filtra verso il sottile, e di converso il sottile spiritualizza i primi due. Pressione interna verso l'esterno, ed esterna verso l'interno, che trovano compimento nella perfetta unione fra essenza del singolo, ed essenza dell'eggregore. Ecco perché si dovrebbe ben valutare colui che bussa, e verificare se esso ha i requisiti necessari.
Quanto sopra deve essere un serio monito a tutti coloro che coscientemente operano immersi in una realtà eggregorica, a non alterare il rito di unione e alimentazione, attraverso l'innesto di innovazioni spurie rispetto all'apparato magico-simbolico, da cui esso trae origine. Come il nostro sistema circolatorio è suddiviso fra sistema arterioso e sistema venoso, così ogni costrutto tradizionale magico è formulato nel corso dei millenni, per operare con determinate correnti astrali, e non con altre. L’Eggregore, così come il corpo umano, avvertendo dei corpi estranei solleciterà il proprio sistema immunitario ad intervenire con danno e disgrazia dello sprovveduto manipolatore.
Il termine Eggregore significa "insieme"o "gruppo". In entrambi i casi abbiamo un novero poliedrico di relazioni che legano i singoli gli uni con gli altri, e con l'insieme stesso. Maggiore è l'estensione dell'eggregore, maggiore è il numero di relazioni; ma non necessariamente tutte hanno identico grado di intensità; oppure non perchè un eggregore è numericamente più rilevante di altri, esso è maggiormente potente:dal latino Potentem; che significa autorità e capace di effetti.
Ne discende che quanto maggiore sarà la coesione fra gli elementi dell'eggregore, tanto maggiore sarà la "potenza", raccolta ed espressa nell'Eggregore. Osserviamo che questa coesione può non essere solo di finalità/risultato, e quindi di orientamento, ma anche inerente le qualità intrinseche dei partecipanti, e quindi essenziale.Un gruppo di terapeuti sarà orientato alla guarigione, e quindi possiamo scorgere la prevalenza della focalizzazione sull'obiettivo, mentre un circolo o un ordine teso alla catarsi nel divino richiederà anche una serie di condizioni preliminari, purificazioni/meditazioni/preghiere, non solo contingenti ma eternamente costanti.
È il percorso informativo e formativo comune, ad affinare le qualità elettive comuni alle singole anime, e permettere alle stesse di ardere all'unisono, nella catalizzazione e amplificazione eggregorica, in un potente fuoco spirituale.
Eccoci giunti ad un'altra considerazione: vi sono eggregori permanenti che si dispiegano nel tempo e nello spazio, ove i singoli giunti al compimento del proprio mandato terreno sono sostituiti da altri (abbiamo in mente la "riga spartana" ove il giovane assumeva le insegne del caduto?); altri invece che per novella occasione, o per brevità di esistenza tale dispiegamento non possono vantare e pretendere. Il martinismo vorrebbe costituire Eggregore del primo tipo, permanente e costante, ma per fare ciò è necessario che i suoi membri dispongano di identica propensione spirituale, eguale e costante rituale, e similari qualità sostanziali.
Per meglio suggerire quanto sopra si potrebbe raccomandare la lettura di autori come Weber e Pareto, e le loro osservazioni sulle strutture e la perpetuazione delle stesse attraverso i meccanismi di ascesa verticale e di selezione.
 "L'agire di comunità, dando luogo ad una associazione, viene a configurarla nelle forme di 'corporazione' . Una cerchia di persone legittimate monopolizza la disponibilità dei relativi beni, doveri e posizioni di natura…”.(Weber)

Un novello eggregore dimostra la propria azione nel pretendere maggiori risorse dai suoi adepti, dai suoi legati: non è raro riscontrare in ciò quanto Camus ebbe a dire della folla intesa come animale irrazionale. E non è altrettanto raro, consultando la storia e la cronaca, scrutare gli effetti di queste temporanee aggregazioni. Si tende spesso a dimenticare che gli uomini fra loro sono profondamente diversi sotto il profilo psichico ed emotivo, ed anche in ambito iniziatico non è raro che molti siano pronti ad ascoltare colui che ha maggior dialettica, senza valutare adeguatamente il suo livello dell’essere. Cadere in tali ragnatele dell’ego, produrrà gruppo energivoro, in quanto scollegato dagli influssi spirituali superiori, che ridurrà i componenti della catena a mere batterie energetiche: completamente affascinati ed ipnotizzati dal potere magnetico di colui che è tramite e veicolo delle energie eggregoriche, quando non è esso stesso in balia delle potenze evocate e cristallizzate nel gruppo.
Questo annichilimento è ben diverso dalla catena d'amore del vero Eggregore martinista: un’unione che viene vissuta fra fratelli e sorelle consapevoli di servire un ideale superiore di reintegrazione, purezza, e servizio

È lecito adesso chiedersi quandotutti i fratelli sono in linea con gli scopi che l’Eggregore di un Ordine Iniziatico si prefigge ?

Leggiamo di Nicolaus: “Eggregori iniziatici che educano i propri componenti allo sviluppo della spiritualità, determinando lo sviluppo e la crescente consapevolezza dell’anima dei rispettivi componenti e della sua evoluzione verso la Reintegrazione nell’Amore Universale. Questi Eggregori non operano solo a supporto dei propri costituenti ma, per via dell’amore che essi sviluppano, operano anche a vantaggio della intera specie umana, accelerando la reintegrazione di tutti e non solo, ma anche accelerando la evoluzione delle varie manifestazioni della vita verso il suo unico traguardo, la Vita Una, il ritorno consapevole al Padre”.

Tutto ciò non avviene passivamente, ma in funzione della capacità di ogni fratello di essere cosa UNICA con l’Eggregore: di trovare da esso alimentazione, in funzione di quanto saprà donare

Elenandro XI


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