sabato 12 agosto 2017

XXXIII. LA TRASFIGURAZIONE (un anno un percorso)



Carissimi Fratelli,
Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

XXXIII. LA TRASFIGURAZIONE

"Signore, quanto è bello per noi stare qui. "(Matteo XVII. 4)

Non si dà il vino ai bambini piccoli. Se il cielo si nasconde sotto il groviglio indecifrabile delle cause e degli effetti, sotto i veli del mondo fisico, del mondo intelligibile, del mondo invisibile, è che la Sua gloria svelata sarebbe abbagliante per la mia debolezza. Nessuno può vedere Dio senza morire.
Se i miei occhi fossero limpidi, se i miei sguardi traforassero le mura millenarie della prigione spirituale in cui io stesso mi sono incarcerato, verrei a sapere che la mia sofferenza non può riparare i danni di cui ero il mandante, perché il male è straordinariamente prolifico in questo mondo malvagio, il cui suolo putrefatto si adatta ad esso perfettamente. In ogni istante io deruberei le creature; se ciò mi servisse a pagare il mio debito fino all'ultimo doloroso centesimo dell’interesse composto che genera. Comunque mai giungerei alla fine del mio lavoro, se la misericordia del Padre non compensasse la Sua giustizia.
Se io camminassi verso il bene supremo come le mie sole forze, la strada sarebbe infinita. Ma durante ogni mio povero passo verso di Lui, il mio ​​Salvatore accorre verso di me, veloce come un fulmine in cui mi sembra di vedere il segno della Sua collera, mentre è solo l'ira di qualche demone a cui l’Amore ha appena strappato la preda.
Le soavità mistiche, i rapimenti, le estasi sono sorrisi lontani di questo Amore, che soltanto la mia tiepidezza gli impedisce di ardere in me. Attraverso le varie bellezze del mondo risplende, non c'è dubbio. Ma questi sono solamente come un incoraggiamento alla mia disperante mollezza.
Nelle solitudini interiori, nelle aridità, nei dolori; dietro la povertà, la miseria e la criminalità, in fondo a tutto ciò che turba la mia comoda lordura è dove l'Amico è più vicino. Poiché Egli è venuto per i malati, ed Egli non verrà mai che per loro.

OSSERVANZA: Prima di prendere una decisione, io abbandonerò ogni sapienza umana, e mi chiederò: cosa farebbe Gesù al mio posto?



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