lunedì 18 settembre 2017

Il Percorso Martinista



Il più grande peccato che noi possiamo commetere contro Dio è quello di dubitare del Suo amore e della Sua misericordia, perchè è mettere in dubbio l'universalità del Suo potere che costituisce il persistente peccato del principe delle tenebre. (da Opere Postume: Louis Claude de Saint-Martin)

Il percorso martinista, così come da noi viene compreso e tradotto in laboriosa pratica, ha come intendimento quello di formare un “monaco combattente”, un consapevole sacerdote del divino che alberga in ognuno di noi. Nondimeno dobbiamo ricordare come Martinez de Pasqually avesse fondato, e raccolto, i suoi Eletti Cohen attorno al “Culto Divino” e come lo stesso Louis Claude de Saint-Martin individuasse nel rapporto con il Riparatore quel viatico necessario, affinché l’iniziato potesse giungere alla completa reintegrazione.

Non volendo procedere, almeno al momento, lungo tale linea di studio e divulgazione del martinismo, ma avendola introdotta solamente per meglio delimitare il perimetro dei nostri studi e lavori, mi permetto di esporre alcune osservazioni attorno al nostro percorso.

Il percorso martinista trova, nelle strutture che alla forma uniscono sostanza, inizio ben prima della tradizionale iniziazione. In quanto al candidato viene richiesta la presenza di determinati requisiti psicologici e spirituali necessari, non solo a sostenerlo durante il percorso spirituale, a permettergli il giusto e proficuo inserimento all’interno di una fratellanza di persone impegnate lungo il processo di reintegrazione. Una persona squilibrata non potrà che produrre squilibrio e per questo è necessaria la massima attenzione nella cernita (l'iniziazione non è per tutti, e chi afferma il contrario non sa cos'è l'iniziazione in quanto non iniziato realmente). Ovviamente qualora l’iniziatore è a sua volta squilibrato, e purtroppo ve ne sono, sofferente di qualche disabilità psicologica e spirituale che lo rendono invalido a CAMMINARE lungo il sentiero spirituale, semmai lo ha mai percorso, raccoglierà attorno a se altri squilibrati. Questa è la legge di attrazione o magnetismo: così come l’oro attira l’oro, così il piombo attira il piombo.

Personalmente consegno a tutti i bussanti, che hanno superato il vaglio della presenza dei requisiti necessari, la “Meditazione dei 28 Giorni”. In modo che essi abbiano la possibilità di cimentarsi con uno degli strumenti che il Nostro Ordine mette loro a disposizione, e saggiare le proprie capacità introspettivi e di disciplina. Già questo piccolo scoglio iniziale aiuto ad infrangere i deboli gusci del della vanità e dell’incostanza.

Il percorso si snoda poi, non necessariamente in quanto ogni avanzamento deve essere meritato prima di essere concesso, nei seguenti gradi: Associato Incognito, Iniziato Incognito, Superiore Incognito e Superiore Incognito Iniziatore. Ogni struttura, è bene dirlo e chi sostiene il contrario è solamente un Ingenuo o un Bugiardo, articola la docetica e il corpo rituale in modo più o meno peculiare. Le due grandi famiglie del martinismo italiano (Brunelliani e Venturiani) molto si differenziano fra loro per gli strumenti proposti, e vi sono delle varianze anche all’interno delle stesse famiglie. In questo non vi scorgo niente di male, in quanto è sempre bene parlare di “martinismi” e non di “martinismo”. Colui o coloro che affermano il contrario dovrebbero spiegare le reali motivazioni della loro separazione, e si vedrebbe che nella maggioranza dei casi esse non sono legate ad altro che alla vanità e alla contingenza.

Le ragioni, ad esempio, della nostra peculiarità sono ben affrontate sulle pagine pubbliche del nostro sito www.martinismo.net e presto tornerò a parlarne.

Il grado di Associato Incognito è prevalentemente, ma non esclusivamente, ad impronta cardica. L’associato è erudito su alcuni strumenti a valenza meditativa, di preghiera interiore e introspettiva. Il suo lavoro è legato al “piccolo cerchio” giornaliero e ha carattere lunare e purificatorio.

Il grado di Iniziato Incognito è prevalentemente, ma non esclusivamente, a vocazione teurgica. Il fratello non abbandona gli strumenti precedentemente acquisiti, ma sono essi implementati su di un piano lunare completo. In tale ambito troverà il rituale, e le sue articolazioni, di Luna Piena o rafforzamento eggregorico.

Si giunge infine al grado di Superiore Incognito. Questo è un grado squisitamente sacerdotale, in accordo con quanto sottolineato in apertura di queste modesta riflessione, dove il fratello o la sorella sono eruditi nei due grandi rituali equinoziali e solstiziali. Si giunge così al completamento docetico e rituale del fratello, che lavora così sia sul piano giornaliero, quello lunare e quello solare.

Ora, in conclusione, mi permetto di far notare come a nessuno, in possesso delle giuste qualifiche, è negato, nei tempi e nei modi opportuni e necessari di raggiungere tale soglia… starà poi a lui camminare e da iniziato divenire adepto. Sarà sapientemente limitato l’accesso, nelle strutture sane e consapevoli, la progressione a coloro che non sono in grado di dare vita quel magnetismo in grado di attirare a sé altri fratelli, che non sono in grado di espletare un’adeguata azione divulgativa e di sacrificio nei confronti dei fratelli a loro affidati.


Ritengo che l’iniziato che procede lungo la via del sapiente governo degli elementi quaternari interiori, ha come riflesso un acquietamento degli elementi quaternari esteriori. La sua vita esteriore dovrebbe essere domata, proficua e ragionevolmente sottomessa dal suo potere di governo interiore. Altrimenti, amici miei, è fin troppo facile definirsi Filosofi o Maestro o Iniziati quando nella realtà siamo solamente burattini in preda alle necessità interiori, ai bisogni della vita e all’invalidità psichica e spirituale (che spesso si accompagna, in quanto precede, quella fisica di taluni iniziati di carta).

www.martinismo.net
eremitadaisette@gmail.com


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