domenica 10 settembre 2017

XXXVII. L'ULTIMA CENA (un anno un percorso)




Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

XXXVII. L'ULTIMA CENA

"Questo è il pane disceso dal cielo." (Giovanni VI, 58)

Il Verbo nutre l'Universo. Le creature prendono da Lui la loro esistenza e non esistono se non nella misura che Lui conferisce loro perennemente, in un sacrificio eternamente rinnovato. E’ così che il panteista comprende i rapporti di Dio con il mondo, e spiega il rito dell'Eucaristia.
Il cristiano crede in un significato più alto dell'Ultima Cena, in una virtù maggiormente viva, più prossima al vero, ed ha ragione; ha anche molta più ragione di quanto immagini. Prendete il primo ipnotizzatore che passa, un individuo qualsiasi nei confronti della vita interiore; per lui è possibile fare in modo, che la sua vittima riceva da un bicchiere di acqua pura le più diverse sensazioni. Ed il Cristo, il primo degli esseri, come non poteva non infondere al pane e al vino l’insieme delle virtù che formano la Sua persona?
Ma questa spiegazione è ancora un'esegesi esteriore. Gesù, dicendo: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue", ha trasmutato, ricreato l’essenza spirituale della vite e del grano. Vi è ancora ben altro. Fra le sue mani ogni materiale è polvere inerte; ed io mi aspetto, e so, che per quanto mi riguarda con il crescere delle mie aspirazioni interiori, mi verranno mostrati gli aspetti più veri del mistero della transustanziazione.
Inoltre, quando questo Verbo venne creato per noi, un’entità se ne è rivestita ed iniziò a scendere, ma ciò è stato solo a costo di indicibili sofferenze. A misura che Egli Si infuse nella materia, tutto il male dell’universo lo martirizzò. Il Verbo, in sostanza, si è permesso di scegliere gli elementi della Sua natura umana, per la sofferenza della Sua natura divina. È per questo che "Il Suo corpo è nutrimento" perché  è stato formato dalle fatiche della discesa divina; ed "Il Suo sangue è una bevanda”, perché le Sue sofferenze hanno rivitalizzato la Sua opera.


OSSERVANZA: Una volta al giorno, mi impongo una privazione di beneficenza in memoria di Cristo.

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