sabato 16 settembre 2017

XXXVIII. La Preghiera (un anno un percorso)




Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

XXXVIII. LA PREGHIERA

"Mentre pregava, il cielo si aprì ..." (Luca III, 21)

Gesù ha detto che non occorrono lunghi discorsi per parlare con Dio. Siccome io posso e devo sottoporgli tutti i miei bisogni, materiali o spirituali, devo anche chiedere il Suo aiuto, anche quando mi sembra sufficiente, per il mio lavoro, la mia sola forza. Ma in ogni caso sono necessarie poche parole, poiché Egli conosce i miei bisogni prima che io li esponga a Lui. Tuttavia, poiché Egli mi ama, ha piacere vedermi ricorrere a Lui.
Egli è infinitamente superiore ad ogni eloquenza; Gli parlerò dunque con semplicità.
Egli è in tutte le emozioni che posso provare nel pregarlo, ed in tutti i favori che ne seguono; inoltre Egli si restringe secondo la mia piccolezza, ha proporzionato il Suo splendore alla mia meschinità.
E’ questo il motivo per cui Egli è ancor più presente quando le beatitudini interiori non giungono che solamente dalle profondità dal mio cuore fissato in di Lui; poiché  allora Egli giunge a me con un grado di luce idoneo, a quanto la mia povera natura potrà percepire e sopportare.
Io posso sembrarmi languente, solo e sterile; ma se continuo a sostenere me stesso nel il mio abbraccio incrollabile al Cristo, questa notte della mia natura diventa il giorno luminoso della fede. E’ allora che mi è dato di superare me stesso, ed io progredisco. Mentre il fervore e i rapimenti non sono che le gioie della mia personalità, felice della sua condizione.
Per quanto in alto io vado, Dio è ancora più lontano. Allora Egli si rende sensibile, Egli è si abbassa fino a me, per incoraggiarmi.
Quindi la mia preghiera verrà ascoltata solo se sarò umile. Io mi annienterò sempre più profondamente, per incontrare finalmente Colui che, essendo l’Altissimo, è disceso per me fino al nulla. L'umiltà è il fondamento di tutto l'edificio interiore; essa è l'atmosfera del discepolo.

OSSERVANZA: Io rifletterò ogni giorno su di una delle frasi dell’Orazione domenicale.

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