domenica 1 ottobre 2017

XL. L’UMILTÀ (un anno un percorso)



Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir.
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.
Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


XL. L’UMILTÀ

"Colui che si farà umile come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli." (Matteo XVIII, 4)

L'umiltà non consiste essenzialmente né nella conoscenza che posso avere della mia debolezza o della mia cattiveria; né nella sensazione delle grandezze divine; né nella ricerca del disprezzo, né da lavori umili, né in un’esistenza in ombra o in fatiche ripugnanti; né nella confessione pubblica dei miei difetti; né dallo scordare il bene che ho fatto; né dal piacere che si prova a vedere gli altri avere successo o essere preferiti a noi; né nella certezza di essere l’ultimo degli uomini.
Tutto questo sono degli atti di umiltà, condizioni o frutti dell’umiltà. L'umiltà è tutto questo; ma anche qualcos'altro, che sembra intravedersi, ma non si può definire. Il sapere di essere umile è cessare di esserlo. L'umiltà è un mistero nel centro del mio essere, un mistero senza fondo e senza limiti. E' il basamento e la vita di tutte le virtù. E’ attraverso di essa, a causa di essa, che diventa possibile per Dio di risiedere in me;  è dunque Dio a stabilirsi in me, per quanto il mio orgoglio incurabile glielo consenta.
Per dispormi a ricevere questo dono, cercherò di capire che è Dio che compie in me e attraverso di me tutto quello che sto facendo di buono, e che quanto ho fatto di sbagliato viene solamente da me stesso. Io Lo ringrazio per tutto: gioie e disgrazie, regali e impotenza. Io non permetterò di ricevere le Sue benedizioni che per aiutare gli altri. Mi rattristerò per gli elogi ricevuti. Io gioirò delle critiche. Non voglio cercare di pormi in vista. Io non avrò nessuna vanità. Io non avrò paura del ridicolo.
E io chiederò al mio Maestro di svelarmi; di farmi vedere quelle mie segrete perversioni di cui non sempre mi rendo conto, ma che io so che sono dentro di me, e che avvelenano tutto quanto io voglio fare bene.

OSSERVANZA: Far crescere in sé il senso di umiltà, piuttosto che tenere atteggiamenti artificiosi.

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