domenica 12 novembre 2017

XLVI. IL DISPREZZO (un anno un percorso)


Carissimi Amici,


Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


XLVI. IL DISPREZZO

"Non date ai cani ciò che è sacro." (Matteo VII, 6)

Possiederei io tutta la scienza e tutti i talenti, se io disprezzassi gli inferiori, gli emarginati, i poco intelligenti? O dimostrerei solamente la mia follia e la mia aridità di animo? Da cosa, infatti, dipendono la mia fama, il mio successo? Da un centigrammo di fosforo o ferro nel mio corpo, da una parola, da un incontro, da un gesto di mio angelo custode, dalla devozione segreta di qualche amico sconosciuto visibile o invisibile? Che cosa posso sapere?
Se vivo in basso o ai margini della società, io non ho più nessun diritto di disprezzare gli inferiori. Ogni cosa ha una ragion d’essere. La confusione non è che un’apparenza che ha origine dalla nostra condizione, non è la realtà. Tutti, ricchi, poveri, buoni, cattivi, intelligenti, rudi, siamo come a scuola; se ci prendiamo in giro l'un l'altro non comprendiamo l'insegnamento; bisognerà recuperare le ore dissipate e pagare la disobbedienza.
Se io mi credo giusto ed innocente, divento più sensibile alle piccole punture dell’amor proprio. Ma se io comprendo la mia nullità, ecco che io vedo quanto è complessa la mia personalità, incoerente, anemica, come non mia, e così gli attacchi non mi colpiscono più; saranno come una lacrima sui  miei vestiti, come una spina nel mio dito; ma io non mi irriterò più; io proseguirò con buon umore la tonificante passeggiata nella vasta foresta del mondo.
Gli umili fanno ancora meglio; essi ringraziano il Padre; essi sanno che in ogni sofferenza c’è un poco di impurità che se ne va; c’è un poco di tenebra che il sole scaccia. Un tale eroismo spaventa il mio pauroso coraggio, io mi asterrò dal credermi superiore, e io accetterò tutti gli attacchi con un sorriso di abbandono e di amore.


OSSERVANZA: Essere buono con tutti, anche con quelli che io credo indegni.


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