domenica 19 novembre 2017

XLVII. LA CRITICA (una anno un percorso)




Carissimi Amici,




Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

XLVII. LA CRITICA

"Non giudicate, affinché non siate giudicati." (Matteo VII, I)

Nessuna critica attira le simpatie; anche se le sue osservazioni sono giudiziose, ben pochi le accettano. Eppure l'uomo modesto sa trarre profitto dalla parzialità; uno sguardo invidioso o sprezzante mi sarà sempre utile, perché la volgarità è conosciuta dal volgare. L'indulgenza non vede il male.
Se le circostanze mi hanno posto nella condizione, a mia volta, di giudicare qualcuno dei miei fratelli o qualcuna delle loro opere, io so che l’Amore mi suggerirà altri metodi. Io so, per esempio, che l'Amore non distrugge; esso costruisce nelle vicinanze; che né le parole né gli scritti hanno la forza trascinante dell’esempio; che la vera umiltà, che la convinzione intima della mia ignoranza e della mia goffaggine, se mi impediscono di vedere il male in azione di altre persone, mi permettono di scoprire i contorni di una nuova bellezza, il germe di una forza che si ignora. E queste scoperte positive sono più importanti dei graffi e delle picconate del critico demolitore. Questo aggiunge al miasma altro miasma, turbamenti ad altri turbamenti, crepe in un muro che già vacilla.
Io non devo permettere a me stesso l’intolleranza; io devo rispettare la libertà altrui, anche se sono abbastanza forte per contraddirla. Perché la mia opinione sarebbe la migliore, dal momento che il numero delle probabilità e delle possibilità è infinito? Se un senso di critica sorge in me, mi metterò al posto del mio fratello, mi figurerò il suo stato d'animo, le sue motivazioni, il suo temperamento, e il suo ambiente. Questo sarà uno studio istruttivo, e un passo avanti verso la padronanza di me stesso.
Così ho imparerò  a scoprire il male nel bene che mi attribuisco, e il bene nel male che vedo in altri.


OSSERVANZA: Essere tollerante; cercare il bene e mostrarlo.


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