domenica 26 novembre 2017

XLVIII. L’IMPAZIENZA (un anno un percorso)





Carissimi Amici,


Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni".Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana.Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


XLVIII. L’IMPAZIENZA

"Possiederete le vostre anime con la vostra pazienza. "(Luca XXI, 19)

Tutti gli eventi che il destino tesse con la stoffa della mia esistenza sono degli esercizi per sviluppare le mie facoltà. Quando un obiettivo mi interessa, quando io credo raggiungendolo di toccare una profonda gioia, mi sento capace di sforzi sovrumani. Questa energia è quella dell’egoismo. Dovrei essere in grado di svilupparmi attraverso degli obbiettivi che non mi procurano beneficio. Il regista perfetto agisce con tutto il suo potere, come l'ambizioso, ma rimane impassibile davanti al fallimento e innanzi al successo.
L'impazienza è una perdita di forza. Nasce da un ostacolo esterno o dalla mia goffaggine, non porta altro che a ritardare il risultato che perseguo, perché disturba la chiarezza della mia ragione, e talvolta anche quella dei miei sensi; e il suo gorgoglio, che si richiama al futuro, rende più amara la disillusione che seguirà al mio successo egoista.
Io sono legato  dalle catene del tempo, dello spazio e della materia; Non posso niente che da esse non mi sia permesso. E sovente esse sono vantaggiose per me, perché spesso il miraggio della felicità avida, verso cui io mi precipito, si trasforma in sofferenza quando lo raggiungo. Ma il bambino non crede ai consigli materni; bisogna che si bruci per conoscere il fuoco.
"Il tempo non rispetta altro che quanto noi facciamo in sua assenza.". La pazienza, quella che è  rassegnazione, perseveranza, costanza, tolleranza e indulgenza, è la virtù più efficace per rendermi padrone di me stesso. Essa richiede a tutti, che come me sono impazienti, l'attitudine di immutabilità, concede alle mie facoltà il tempo per crescere, soprattutto a quelle di cui nemmeno sospetto l'esistenza; essa permette di andare a fondo ad ogni lezione di vita. Essa è, sostanzialmente, l'unità assoluta della mia volontà.

OSSERVANZA: mi obbligo a essere gentile con tutti.





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