domenica 8 luglio 2018

ETIENNE MARCONIS IL RITO DI MEMPHIS ED IL RAMO D'ORO DI ELEUSI - PRIMA PARTE


Nella letteratura muratoria del secolo XIX merita una posizione di vertice l'opera di Jacques-Étienne Marconis de Nègre nato a Montauban il 3 Gennaio de 1795 e morto a Parigi il 21 Novembre 1868.
Egli era figlio di Gabriel-Mathieu Marconis de Nègre, libero muratore noto per essere stato iniziato a quelle che all'epoca venivano chiamate le "scienze segrete". Gabriel Marconis era stato iniziato a tutti i gradi del Rito di Perfezione  e della Massoneria rinnovata  (che sono alla base del Rito Scozzese fondato negli USA alla fine del secolo XVIII).
Ufficiale dell'esercito napoleonico, fu iniziato durante la campagna d'Italia alla Loggia Isis ed al suo ritorno in Francia fondò una loggia chiamata "Les pèlerins de Memphis".
Probabilmente il figlio fu ispirato dal padre e dai suoi insegnamenti se a soli 20 anni, unitamente a Samuel Honis, secondo quello che ci è stato tramandato, diede vita nella sua città natale a quello che ancora oggi viene chiamato "Rito di Memphis".
Non vi è tuttavia alcuna certezza di questo fatto: secondo alcune fonti più tradizionali, Etienne Marconis si limitò in prima battuta ad aderire al Rito egiziano di Mizraim che si era diffuso in Francia partendo da Venezia. Nel 1838 Marconis infatti era il Maestro Venerabile della loggia di Mizraim di Lione chiamata "la Bienveillance". Secondo alcuni studiosi, fu a causa della sua esclusione dal rito di Mizraim, che Marconis diede vita al Rito di Memphis utilizzando tutte le informazioni che aveva immagazzinato nel corso delle sue varie numerose iniziazioni ai gradi più elevati.
E' forse per cancellare questo "peccato originale" che Marconis mise in giro la voce che in Rito di Memphis derivava da una filiazione rituale egiziana che aveva ricevuto suo padre.
Quale che sia la verità, qui interessa quella che è stata la sua opera migliore e più conosciuta, "Il Ramo d'oro di Eleusi" pubblicata nel 1861 e dove Marconis illustra con dovizia di particolari il Rito da lui creato, anche se è noto che la sua diffusione in Francia fu limitata a pochissime Logge (mentre ebbe poi ampia diffusione nei paesi anglosassoni ed in Romania.).
Marconis dedicò il resto della sua esistenza a far conoscere il Rito da lui ideato attraverso un'intensa attività di studio e di creazione o di elaborazione di gradi esistenti. Se il Rito di Mizraim era strutturato in 90 gradi, egli partì con 91 nel 1839, poi 92 nel 1842 e pochi anni dopo 95.
Fu solo quando, sotto Napoleone III, il suo Rito venne in qualche modo forzosamente assorbito all'interno del Grande Oriente di Francia, che i gradi vennero ridotti a soli 33.
La caratteristica del Rito di Memphis, che ha praticamente ripreso alla sua base filosofica i cosiddetti "gradi scozzesi" sino al 33 per poi espandersi in una serie di gradi ermetici molto più intensi, è quella di avere nel suo complesso insegnamenti a carattere meno ebraico di quello di Mizraim: questo processo di elaborazione ermetico-gnostica è purtroppo venuto meno quando il Rito è stato assorbito nel Collegio dei Riti del Grande Oriente di Francia, sei anni prima della morte di Marconis.
Nel Rito di Memphis giunto a noi è presente un grado che è certamente uno dei più ispirati all'opera letteraria di Marconis, quella di Saggio di Eleusi, ma, contrariamente a quanto si possa pensare, esso non compare nella primitiva scala ideata dal suo autore (ed ovviamente nemmeno nel Rito di Mizraim).
Il Saggio di Eleusi compare con questa denominazione nel panorama muratorio del secolo XIX solo con l'unificazione dei Riti di Memphis e Mizraim ed è costituito da una rivisitazione dell'antica iniziazione eleusina, divisa però in due parti: la prima si basa su quanto a noi pervenuto dalla tradizione ellenistica mentre la seconda è una versione in un certo senso cristiana della medesima.
Il grado si differenzia alquanto dai tipici gradi egizi dell'epoca, in quanto sono presenti un numero ridotto di ufficiali, un presidente, un conduttore, un diacono ed un copritore.
Di questo grado, che certamente è stato ideato da Marconis negli ultimi anni della sua vita, è giunto a noi molto poco: non esiste, a quanto ci consta, una versione completa del rituale, ma solo spezzoni del medesimo (intera è la sola cerimonia di iniziazione)
Per comprendere questo lavoro che, come si è detto, si allontana alquanto da quello che era il contenuto usuale dei Regimi Egizi, è quindi necessario fare qui una breve premessa sul contenuto degli antichi Misteri di Eleusi, molto noti e celebrati nell'antichità.
I Misteri di Eleusi erano probabilmente i più famosi fra i segreti riti religiosi della Antica Attica. Essi consistevano nei Misteri Minori e nei Misteri Maggiori e comprendevano cerimonie dedicate al culto di Demetra e di Persefone che erano appunto state istituite per la prima volta nella città ellenica di Eleusi.
Demetra, chiamata dai greci Madre terra" o anche "Madre dispensatrice", nella mitologia ellenica era la sorella di Zeus (o Giove), la dea del grano e dell'agricoltura in generale, nutrice della gioventù e della terra verdeggiante, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, nonché protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. Figlia come Zeus di Cronos e di Rea, concepì dal fratello la figlia Persefone: queste due figure erano centrali nelle celebrazioni dei Misteri Eleusini che si ritiene siano stati istituiti in epoca molto antica e prima dell'instaurazione del culto dei dodici dei dell'Olimpo.
Persefone (dal greco Περσεφόνη, Persephónē), era chiamata anche Kore, (dal greco Κόρη, giovinetta), Kora, o Core, è conosciuta nel mondo romano come Proserpina, colei che andò in sposa a Ade o Plutone e divenne la dea minore degli Inferi e regina dell'oltretomba. Secondo il mito principale, per quattro mesi dell'anno (parte dell'autunno dell'inverno) essa dimorava nel mondo sotterraneo e svolgeva la stessa funzione del suo consorte Plutone e cioè governare su tutto l'oltretomba; negli altri otto mesi essa tornava dalla madre e faceva rifiorire la terra al suo passaggio.
Di tutti i misteri dell'antichità, gli studiosi concordano che quelli di Eleusi fossero fra i più importanti. I Misteri Minori venivano celebrati con cadenza annuale ed è risaputo che contenessero Riti di Purificazione. I Grandi Misteri erano invece celebrati, come le Olimpiadi, solo ogni quattro anni; essi prevedevano una settimana di riti speciali che culminavano nei Riti del Grande Mistero che si tenevano nel Tempio dedicato alla Dea Demetra.  Questi miti e misteri con il tempo si diffusero anche nel mondo romano ma la loro segretezza è sempre rimasta proverbiale perché si diceva che in essi i riti di iniziazione univano l'adoratore con il Dio con la promessa di poteri divini e la ricompensa della vita dopo la morte.
Quello che è certo è che tutti i Misteri ruotavano attorno alla figura di Demetra, dea che non prese mai marito, ma ebbe figli da diversi dei, ed alla leggenda che riguarda sua figlia Persefone.
Persefone era stata rapita da Plutone, il dio dell'Oltretomba che la voleva in sposa. Demetra era la dea della vita, dell'agricoltura e della fertilità ma quando la figlia venne rapita, essa trascurò i suoi doveri per andare alla ricerca di Persefone. Fu così che sulla Grecia si abbatté la siccità, tipica della stagione estiva di quel paese, dove piove di rado, con sofferenza per il popolo.
Nella sua disperata ricerca della figlia, Demetra, sotto l'aspetto di una vecchia giunse ad Eleusi accompagnata dal figlio Iacco, dove re Celeo e sua moglie Metanira l'accolsero ospitalmente, invitandola a rimanere presso di loro come nutrice di Demofonte, il principino appena nato. La balia asciutta, la vecchia Baubo, la indusse con un trucco a bere acqua d'orzo profumata alla menta; poi cominciò a gemere come se avesse le doglie e inaspettatamente tirò fuori di sotto le sottane il figlio di Demetra, Iacco, che balzò tra le braccia della madre e la baciò.
Per essersi fatto beffe di Demetra, sorpresa a bere con troppa avidità, Abante, il figlio maggiore di Celeo, fu trasformato in lucertola dalla dea infuriata. Pentita e un po' vergognosa per l'accaduto, Demetra decise di fare un favore a Celeo rendendo immortale l'alttro figlio Demofonte. La notte stessa lo tenne alto sopra il fuoco per bruciare tutto ciò che in lui era mortale. Metanira però entrò per caso nella stanza prima che la cerimonia fosse finita e ruppe l'incantesimo; così Demofonte morì.
Allora Demetra decise di donare ad uno dei tre figli superstiti di Celeo, Trittolemo, i segreti dell'agricoltura, che egli in seguito fece conoscere a tutte le popolazioni dell'Ellade.
Ma nel frattempo la situazione peggiorava e Zeus capì che se non avesse fatto nulla per placare la sorella, la razza umana si sarebbe estinta per fame e gli dèi avrebbero smesso di ricevere sacrifici.
Quindi fece pervenire al fratello Plutone il messaggio secondo il quale se Persefone non fosse stata restituita alla madre, per essi sarebbe stato il disastro. Al tempo stesso a Demetra fece pervenire il messaggio secondo il quale la figlia avrebbe potuto fare ritorno alla sola condizione che essa non avesse ancora assaggiato il cibo dei morti.
Poiché Persefone aveva rifiutato di mangiare sia pure una briciola di pane dal giorno del suo rapimento, Plutone fu costretto a restituirla a Demetra. Ma nel momento in cui Persefone si preparava a partire per Eleusi, uno dei giardinieri di Ade, un certo Ascalafo, confessò che aveva visto la giovane cogliere una melagrana nell'orto e mangiarne alcuni chicchi.
Quando Demetra conobbe la storia della melagrana, ricadde in un profondo abbattimento e disse che non sarebbe mai più tornata sull'Olimpo. Zeus indusse allora la comune madre Rea, ad interporre i suoi buoni uffici, e si giunse ad un compromesso: Persefone avrebbe trascorso ogni anno un periodo in compagnia di Plutone, come regina del Tartaro e col titolo di Persefone, ed un altro con la madre.
Così, secondo la leggenda, ogni primavera, Persefone fugge dal soggiorno sotterraneo e sale al Cielo dalla madre, per rifugiarsi di nuovo fra le ombre al momento della semina.
Al nucleo centrale della leggenda di Demetra, il cui vero significato era rivelato solo agli iniziati dei Misteri di Eleusi, si aggiunsero in varie epoche miti secondari, che qui non hanno alcuna rilevanza.
Questo nucleo originario dei Misteri Eleusini riguardava quindi il ritorno di Persefone sulla terra, perché corrispondeva al ritorno della vegetazione ad opera della madre.
Il fatto che essa avesse mangiato alcuni chicchi di melograno, simbolo di vita mentre era nell'oltretomba (come i semi durante l'inverno) e la sua successiva rinascita rappresentano, nel corpo dei misteri, la rinascita della vita sul pianeta intero.
Sappiamo dall'Inno Omerico a Demetra che il re Celeo divenne uno dei primi sacerdoti della dea ed uno dei primi a conoscere i segreti riti ed i misteri del suo culto. Eumolfo, Trittolemo e Polisseso furono gli altri primi sacerdoti.
I Misteri Minori venivano celebrati durante il mese di Marzo (Anthesterion, anche se non conosciamo la data precisa e duravano sette giorni.
In quella circostanza i sacerdoti purificano i candidati per la successiva iniziazione. Questi sacrificano un maiale a Demetra e così purificavano sé stessi.
I Grandi Misteri venivano celebrati nel primo mese del calendario Attico, ovvero nel mese di Boedromion, ed avevano inizio nel periodo classico ad Atene.
Il primo atto si compiva il giorno 14 del mese e consisteva nel portare alcuni sacri oggetti da Eleusi all' Eleusinion, un tempio alla dea eretto alla base dell'Acropoli della città.
Il giorno successivo gli Jerofanti proclamavano la prorrhesis, ovvero l'inizio dei Riti ed il giorno 16 del mese i celebranti si bagnavano in mare nel porto di Atene e sacrificavano poi un maialino all'interno del Tempio il giorno 17.
La processione da Atene ad Eleusi cominciava dal Kerameikos (il cimitero di Atene) il giorno 19 del mese ed il popolo si recava ad Eleusi lungo la Via Sacra, sventolando rami chiamati bakchoi lungo il percorso.
Ad un certo punto del cammino essi si dedicavano a profferire oscenità verso la figura della nutrice Baubo, colpevole di aver reso ridicola Demetra quando si trovava dal Re Celeo.
Poi in processione si gridava "Iakch' o Iakche!", con riferimento a Iacco, il figlio di Demetra, che si pensa possa anche essere un nome di Dioniso.
Quando la processione aveva completato il percorso e raggiunta Eleusi si teneva un giorno di digiuno in commemorazione di quello analogo che aveva fatto Demetra mentre cercava Persefone. Il digiuno veniva rotto bevendo una speciale miscela di orzo e menta romana chiamata kykeon.
Poi, al 20° e 21° giorno del mese, gli iniziati entravano in una grande sala chiamata Telesterion dove venivano mostrate loro le sacre reliquie di Demetra. Questa era la parte più segreta dei Misteri ed a coloro che erano stati iniziati era proibito parlare degli eventi a cui avevano assistito all'interno del Telesterion sotto pena di essere messi a morte.
Per quanto attiene al punto culminante dei Misteri Maggiori sono state avanzare due moderne ipotesi: secondo alcuni accadeva che i sacerdoti erano gli unici a svelare la visione della notte santa, che consisteva in un fuoco che rappresentava la possibilità della vita dopo la morte, oltre che altri soggetti sacri. Secondo altri questa spiegazione sarebbe insufficiente a spiegare il potere e la longevità dei Misteri, e che l'esperienza doveva essere interiore, mediata da un potentissimo psico-attivo ingrediente mescolato al kykeon o ciceone.
A tutto questo seguiva il Pannychis, una intera notte di festa accompagnata da danze ed allegria. Le danze si tenevano nel Campo Rariano, il campo cioè, dove secondo la leggenda era cresciuta la prima pianta di grano seminata da Demetra. Un sacrificio di un toro a tarda notte o all'alba concludeva la giornata, ma questo avvenne solo in tempi più recenti.
Il 22° giorno del mese gli iniziati onoravano la morte versando libagioni da speciali vasi. Il 23° giorno i Misteri terminavano e ciascuno tornava a casa. Al centro del Telesterion vi era l'Anaktoron ("il palazzo"), una piccola costruzione in pietra dove potevano entrare solo gli Ierofanti che vi riponevano dentro gli oggetti sacri utilizzati durante i Riti.
Quattro erano le categorie di persone che potevano partecipare ai Misteri di Eleusi:
- i sacerdoti, le sacerdotesse e gli Jerofanti;
- gli iniziati, che assistevano alla cerimonia per la prima volta;
- gli altri che vi avevano partecipato almeno una volta;
- quelli che avevano raggiunto l'Epopteia,  coloro che avevano appreso i segreti dei Grandi Misteri di Demetra.
Quanto abbiamo qui esposto è solo una sintesi di quanto pervenuto a noi perché gran parte dei Misteri di Eleusi non è mai stata scritta da alcuna parte. Ad esempio, noi sappiamo che in quella cerimonia venivano utilizzati un "kiste" e un "kalathos", rispettivamente un sacro scrigno e un cesto con un coperchio, i cui contenuti erano noti solo agli iniziati e di cui non sappiamo e probabilmente non sapremo mai nulla.
Si pensa che i Misteri abbiano avuto inizio attorno all'anno 1500 ante era volgare, durante l'Era Micenea. Questi sono tenuti regolarmente per circa duemila anni. All'epoca di Pisistrato  i Misteri Eleusini divennero pan-ellenici e numerosi erano pellegrini attratti dalla Grecia e dai paesi limitrofi per parteciparvi.
Attorno al 300 a.e.v. lo Stato mise sotto controllo i Misteri, che divennero controllati specialmente da due famiglie, gli Eumolpidi ed i Kerikes. Questo portò ad un forte aumento del numero degli iniziati.
Gli unici requisiti richiesti per l'iniziazione erano la mancanza di "colpa di sangue", ovvero il fatto di non aver mai commesso un omicidio e di non essere un barbaro (cioè di essere in grado di parlare il greco).
I Misteri continuarono ad essere celebrati sotto l'impero Romano sino al 392 quando l'imperatore Teodosio fece chiudere per decreto tutti i Santuari, così come quelli di altre divinità, in uno sforzo di distruggere la resistenza dei pagani all'imposizione del cristianesimo come sola religione dello stato.
Le ultime notizie che abbiamo di Misteri di Eleusi risalgono al 396 E.V. quando Alarico, Re dei Goti, accompagnato dai cristiani "nelle loro vesti scure", invase quelle terre portando ivi il cristianesimo ariano e dissacrando i vecchi luoghi sacri.
La fine dei Misteri di Eleusi nel quarto secolo è riportata da Eunapio, uno storico e biografo dei filosofi greci. Eunapio era stato iniziato dall'ultimo legittimo Jerofante, che era stato incaricato dall'imperatore Giuliano di ripristinare la celebrazione dei Misteri, che erano caduti in rovina. Secondo Eunapio, l'ultimo Jerofante conosciuto era un usurpatore: egli lo definisce "l'uomo di Thespiai che deteneva il grado di Padre nei Misteri di Mitra".
Tutto il resto, da allora, è pura leggenda. Ci restano dei Misteri vasi, dipinti, sculture, bassorilievi e notizie frammentarie. Sino al giorno in cui Etienne Marconis de Nègre non ha pensato bene di assemblare quanto raccolto in materia e farne un grado del suo Rito di Memphis e di dedicare a quella città uno splendido volume, "il Ramo d'Oro di Eleusi" pubblicato nel 1863, di cui parleremo nella seconda parte.

Bibliografia sui Misteri di Eleusi.

ETIENNE MARCONIS

IL RITO DI MEMPHIS ED IL RAMO D'ORO DI ELEUSI - PRIMA PARTE
ELEAZAR 

SOVRANO ORDINE GNOSTICO MARTINISTA
www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com


1 commento:

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