sabato 10 giugno 2017

XXIV. IL DESIDERIO DI BRILLARE (un anno un percorso)



Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. 
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni". 
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.

Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana. 
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


XXIV. IL DESIDERIO DI BRILLARE

"«Quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e agli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini." (Matteo XVI, 5)

Non si giudica esattamente il vero valore dall’esteriorità. La schiavitù dalla moda e dall’ornamento sono vanità o stupidità, quando è l’amore proprio,  l’arrivismo, e la perversione che le ispirano. Lo stesso dandy non raggiunge altro che una popolarità artificiale. Eppure ci dobbiamo vestire, arredare la casa e mantenere un livello di vita conforme alla nostra condizione sociale. Anche in questo caso dovrebbe guidarci la coscienza.
E poi noi avremmo bisogno di coraggio. Tutte le donne sanno che verrà un giorno, in cui nessun belletto potrà più coprire le rughe degli occhi; tutti gli uomini sanno che verrà un giorno, in cui nessun abito confezionato potrà nascondere i loro difetti estetici. La morte si avvicina, ma noi abbiamo le bende sugli occhi, essa si attacca con maggiore forza a quanto di più caro abbiamo avuto. Questo ci sfugge, e non vogliamo ammettere la perdita fatale.
Non pretendo già che la cura di noi stessi debba essere trasandata, goffa, o ridicola. La dignità interiore si riflette sempre nell'aspetto fisico; l'eleganza dei pensieri dona la linea dell’abito; il saggio conduce una vita comune con un cuore incandescente. E l'atmosfera superiore fluttua visibilmente attorno ad alcuni esseri superiori, per rivestire i panni poveri di cui sono coperti con una nobiltà che colpisce e che commuove.
Ma io, la cui povera anima mi vieta al contempo sia  l'azzurro e sia il fango, io che sono un tiepido, io che ho nutrito molti desideri e che opero così piccoli atti, mi asterrò dalla grossolanità, così come dalla affettazione; io obbedirò alle usanze, all'igiene, alle ordinarie consuetudini; non mi permetto alcuna originalità; essa non va solo che agli esseri eccezionali; essa è parte del loro carattere.
L’albero della foresta che supera gli altri è anche il più esposto alla tempesta e ai fulmini.

OSSERVANZA: Ricerca l’anonimato.

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