mercoledì 14 giugno 2017

XXV. L’INSEGNAMENTO DI CRISTO (un anno un percorso)



Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. 
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni". 
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.

Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana. 
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

XXV. L’INSEGNAMENTO DI CRISTO

"Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire." (Giovanni XII, 49)

Quando un uomo insegna, egli può diffondere l’errore; egli può soprattutto non dire la verità opportuna. Quella di cui gli ascoltatori, ciascuno e tutti insieme, dovrebbero ricevere; quella adatta al loro stato attuale, al loro sviluppo futuro, alla loro discendenza, la migliore. Nessuno raggiunge la perfezione, e nell'insegnamento spirituale ancor meno che in ogni altra materia.
Ma Gesù deteneva la verità perfetta, con tutte le sue perfette applicazioni, dal momento che il Verbo è questa Verità. Il Sapere è solo l'immagine mentale dell'Essere. E, come Gesù conosce coloro a cui si rivolge, il loro cuore così come i loro limiti, la loro origine prima dei tempi così come la loro fine al termine dei tempi, si può dire che questo Assoluto che Egli incarna è quanto di più conveniente per tutti e per ciascuno.
Le mie parole galleggiano attorno a me per un poco, e poi si diluiscono ed infine scompaiano. Le parole del Verbo, essendo la Vita, si radicano nel cuore e, come quei chicchi di grano raccolti nella necropoli egizie, sono sempre pronte a germogliare.
Poiché la vita non è che un'astrazione; tutto è reale, attivo, spontaneo. La vita è come una dinamite; più incontra resistenza, più si concentra, si esalta, ed esplode. Noi, pertanto, che non possediamo nelle nostre parole che un riflesso di quel potere invincibile, è con le nostre azioni che potremmo dare la più forte delle esistenze alle nostre convinzioni. Il buon esempio è la migliore delle prediche, la migliore delle preghiere.
Scienza, poteri, ogni tipo di evidenza non discendono che dalla misura in cui, in me, il finito lascia il posto per l'Infinito. Questo è l'unico metodo efficace che mi rigenera, dal mio corpo alla vetta ancora vergine del mio spirito; solamente con esso posso diventare una guida temporanea per gli altri smarriti.


OSSERVANZA: Leggi ad ogni risveglio un versetto del Vangelo, con la stessa attenzione di quando hai aperto il libro per la prima volta.

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