sabato 15 aprile 2017

LA GRANDE OPERA - Francesco S:::I:::




Il termine Grande Opera, nella Tradizione, sta ad indicare la costruzione del tempio dell’umanità.
Operazione alla quale, ogni “iniziato”partecipa dal momento in cui, la pietra cubica e levigata è parte integrante della Cattedrale in fase di costruzione,dove tutta la Massoneria universale partecipa.
Detto questo, mi pare doveroso osservare che il termine G.O appena descritto in chiave massonica, non è la stessa cosa che l’Alkimia (dall’arabo Al-Kimia) intende,infatti essa con il termine G.O sta a significare la costruzione del Tempio interiore,cioè l’uomo. Tale termine viene,da parte di alcuni Adepti della Tradizione Massonica,denominato Piccola Opera o Opera Prima. E’ implicito che coloro che conseguiranno l’Opera Prima saranno conseguentemente quella Pietra cubica e mattone essenziale per la costruzione del Tempio dell’Umanità o Grande Opera. Fatta questa doverosa premessa entriamo nel tema che la tavola mi impone.
Ogni uomo nel corso della propria esistenza terrena,riceve il richiamo Divino che sollecita l’Anima al risveglio,colui che lo riceve avverte qualcosa di interiore,un vuoto che non è vuoto esso contiene qualcosa di enigmatico, qualcosa che l’anima conosce e trasmette,ma non sempre,seppur percepito,viene decifrato dalla mente.Egli come frastornato e nello stesso tempo spronato da qualcosa di cui non ha piena coscienza e conoscenza,comincia a porsi domande esistenziali e concrete,sulla Divinità,sull’uomo sulla sua vita.E’ la carta numero 0 (zero) dei tarocchi,il Matto che ricevuto il richiamo ed in preda a forze a lui ancora oscure inizia il proprio cammino senza una meta precisa,egli non si affida a conoscenze precostituite nel mondo profano,ma alla fede ed all’intuito che dovranno guidarlo lungo la Via. Spesso questo richiamo rimane una voce che urla nel deserto (San Giovanni Battista colui che indica la Via) ed il richiamo si perde.C’è invece chi ode la “Voce” ne percepisce il messaggio ed inizia il cammino alla ricerca della “fontana sacra” dalla cui bocca sgorgano due fonti d’acqua che  trasformano colui che ad essa si disseta.
Ma non tutti trovano la via che ad essa conduce,una parte si perde nel proprio girovagare sconnesso,bruciati dal loro stesso fuoco,annebbiati dal fumo che si leva dalla loro stessa “Terra”. I più pazienti ed attenti dopo un periodo di riflessione ed introspezione iniziano il percorso che porta alla trasformazione,all’uomo nuovo alla Grande Opera,termine questo che sta ad indicare l’insieme delle operazioni che l’iniziato deve compiere per giungere al traguardo finale. Perché l’Opera abbia riuscita bisogna che l’aspirante artista sia ricettivo e volitivo che sia squadra e compasso,pronto a recepire l’azione del Mercurio. Lo stesso Maestro dell’Arte ha bisogno di pietre con tali qualità per proseguire nella Costruzione. Proseguire nella ricerca della Grande  Opera carichi dei nostri metalli e senza quell’essenziale bagaglio interiore fatto di fede,altruismo e fratellanza non servirebbe. Il recipiendario dopo aver abbandonato il gabinetto di riflessione inizia il percorso attraverso l’apprendistato,il cui simbolo è la Pietra grezza,segue poi il compagnaggio simbolicamente raffigurato dalla Pietra cubica,al Compagno viene richiesto di imparare a «levigare» quella «pietra» da lui virtualmente già «sgrossata» da «Apprendista» per ricavarne infine una «pietra cubica» che sia in grado «di inserirsi perfettamente nell'Edificio che i Massoni sono chiamati a costruire»,«Il Compagno è passato dalle tenebre alla luce; egli è ora, massonicamente, un uomo adulto. Dopo essere salito lungo una scala a chiocciola si trova ora in attesa di accedere alla Camera di Mezzo. Ma l'entrare in questo sacro luogo non vuol dire penetrare semplicemente in una stanza: l'accesso vero e proprio richiede che egli sia in grado di collegare mente e spirito alla ricerca della risoluzione del mistero che viene simboleggiato anche dalla lettera G. Ultimo passaggio è la maestria simboleggiata dalla pietra cubica levigata e sormontata da una piramide,raffigurazione questa,anche della Pietra filosofale.Il Massone dovrà morire simbolicamente due volte,la prima morte avviene nel gabinetto di riflessione,la seconda è la morte in grado di maestro che farà rinascere l’uomo nuovo che ha
trasformato la Pietra cubica levigata in Pietra filosofale per mezzo della quale giungerà all’Opera finale. Il simbolo del compimento della Grande
Opera è  illustrato dall’Androgino o Rebis (Re doppio). Una creatura che trascende ogni dualità, e realizza l’ “unione degli opposti”. Le famose “Nozze Mistiche” infatti, rappresentano l’unione che deve avvenire tra piano fisico e livello spirituale dell’iniziato. 
Giunti a questo stadio dell’opera la materia ormai sublimata e purificata non è più quel peso greve  che oscura lo Spirito,ma ne diventa l’espressione più nobile,senza la quale si innalzerebbe verso il piano dell’evoluzione assoluta. E’ necessario evidenziare che sia il
percorso Massonico che quello Ermetico-Alkemico passano attraverso riti e simboli;scienze che non si avvalgono della cultura profana anzi essa è spesso motivo di opposizione alla conoscenza ermetica dei simboli e dei riti che avviene attraverso l’intuito e l’illuminazione divina. Tanto il cielo coi suoi movimenti stellari e planetari, come la terra, le sue stazioni, elementi e regni, ed i vari esseri che l'abitano, parlano all'uomo in un linguaggio magico ed universale che da sempre l'umanità conobbe. Attraverso la contemplazione dei simboli della natura possiamo conoscere la realtà sensibile; ed è per mezzo di essi che l'essere umano arriva a conoscere sé stesso, nella sua interiorità, perché questi simboli hanno la virtù di potere condurre l'uomo alla regione della cosa soprannaturale e sopraumana.
 I simboli fanno riemergere dal nostro inconscio idee archetipe in esso assopite che riemergono se stimolate dall’intuito e dal fuoco interiore. Questo lavoro interiore illumina la mente facendo riemergere verità in esso nascoste e da noi acquisite in vite precedenti. Ma la dottrina simbolica Massonica molto ha attinto dalle scienze Ermetiche non ultime Kabbalah e Alkimia, quest’ultima giunse a noi attraverso l’Arabia proveniente dall’antico oriente. Nel medioevo e fino al sec. XVIII si diffuse in Europa attraverso gli ebrei sviluppandosi poi nell’arte metallurgica.  Ma l’Alchimia è l’Arte di mutare in oro i metalli vili e, con l’impiego della Pietra Filosofale, ottenere l’Elisir di Lunga Vita.
L’Alkimista ha come obbiettivo finale dell’Opera la trasformazione del piombo in Oro ,cioè portare la Materia (Mater) allo stato di purezza originario attraverso lo spirito .L’Artista non considera il corpo prigione dello spirito,esso è il mezzo di manifestazione dello spirito stesso nel mondo concreto del fare,l’Assiah Kabbalistico. L’Alchimista si propone di esplorare la materia fino in fondo, non teme di entrare nei suoi antri più profondi ed oscuri per estrarne la parte nobile, il così detto Oro Filosofale. Questo oro non ha nulla a che fare con l’Oro Volgare, infatti l’Oro dei Filosofi rappresenta l’Eternità e le qualità più elevate dell’uomo. L’Alchimia afferma che per ottenere l’Oro Filosofico occorre partire, però, dall’elemento più vile: il Piombo.
Il nome di questa scienza spirituale significa mescolare; è infatti l’Arte di legare sapientemente Spirito e Materia in un Composto che li trascenda entrambi.
Come per la Kabbalah spirituale, anche per l’Alchimia l’unione degli opposti mascolino/femminino,positivo/negativo,luce ombra ecc.., se positivamente vissuto e realizzato, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’Adepto esso è il traguardo che l’Alchimista persegue con tenacia attraverso lo studio degli Elementi della natura.
Nella Kabbalah,come in Massoneria, l’unione tra  gli opposti, viene rappresentata dai Pilastri di Destra e di Sinistra dell’Albero della Vita ed altre simbologie presenti in loggia(Jakin e Boaz).
Il Sale , lo Zolfo  ed il Mercurio alchemici rappresentano rispettivamente l’Acqua , il Fuoco ed il sale ,l’agente “universale” nel quale ambedue vanno a fissarsi.
L’estrema mobilità del Mercurio, unico metallo liquido, lascia capire che tale unione è oltremodo dinamica ed instabile. L’unione degli opposti, infatti, è un aspetto oscillante che va rinnovato ed adattato continuamente.
Il processo alchemico o Grande Opera consiste in una serie di operazioni che molti autori descrivono con linguaggio ermetico, perché un tempo si voleva sfuggire all’accusa di stregoneria da parte dei tribunali della “santa” Inquisizione.
Questo spiega come molte opere siano fatte di sole immagini; come ad esempio il “Mutus Liber” o il “Rosarium Philosoforum”, costituito da dieci immagini e poche righe.
Le figure più note sono quelle del Re, della Regina, e del Vaso ermeticamente chiuso nel quale hanno luogo le Nozze Regali.
Il Vaso Chiuso rappresenta la necessità di sigillare il rapporto, di mantenerlo isolato per evitare l’interferenza di elementi esterni che andrebbero ad inquinare il composto. L’eventuale “apertura del Vaso” lo cristallizzerebbe bloccando il processo. Tale “apertura” sarebbe un danno irrimediabile perché in una operazione mirata alla purificazione di “Sé” stessi, l’interferenza o l’introduzione di fluidi Mercuriali estranei, distruggerebbe i delicati equilibri del Composto.
Come la Kabbalah anche l’Alchimia mira ad unificare gli opposti attraverso un processo che si divide in diverse fasi. Nella prima, detta Opera al Nero o Nigredo, chiamata anche Putredo, da “putrefazione”, si devono abbandonare le identità egoiche o metalli già precostituiti in quanto potrebbero impedire l’effettiva realizzazione dell’opera. Questa fase consiste nel cercare e riconoscere i propri limiti e difetti che emergono più facilmente rispecchiandosi nel “Prossimo”. Ciò induce una sensazione di depressione psicologica, di abbandono e di “morte”. Senza questa esperienza dolorosa non è possibile iniziare il processo di trasmutazione.
Dice in proposito J. Evola:
"Ora,tutto il segreto della prima fase dell'Opera Ermetica consiste in questo: nel far si che la coscienza non sia ridotta e poi sospesa già sulle soglie del sonno, ma possa invece accompagnare questo processo in tutte le sue fasi, sino ad una condizione equivalente alla morte. La "dissoluzione- - continua l'Autore - diviene allora un'esperienza vissuta, intensa, indelebile - e questa è la morte alchemica, il "più nero del nero", l'ingresso alla "tomba di Osiride", la conoscenza dell'oscura Terra, il regime di Saturno dei testi".
All’inizio del rapporto, le due polarità non sono ancora compatibili del tutto, l’unione, il Composto, non è ancora “stabile”, i due elementi sono ancora troppo carichi delle rispettive specificità, problemi ed aspettative, della propria aggressività. La sensazione dolorosa che si vive è analoga a quella dei livelli più bassi dello Scorpione, che infatti è anche il Segno della rinascita spirituale. Questa prima fase da un punto di vista psicologico, è una vera e propria morte, un cessare di essere ciò che si era. Nigredo è la scoperta delle parti oscure di sé stessi; quelle parti che da soli non si era in grado, o non si aveva la volontà, di riconoscere come proprie, si possono non vedere od illudersi di non avere. Uno dei vantaggi del rapporto, sta nel fatto che i due elementi si fanno reciprocamente da specchio,il bianco (Compagno) riflette il nero(Apprendista) mostrando i rispettivi lati oscuri. La Putrefazione, deve durare solo quel tanto che serve a riconoscere e a prendere coscienza di ogni possibile negatività.
Dopo la sofferenza dell’oscurità e della discesa, viene una fase di gioia, di ascesa, di redenzione. La notte precede il giorno, proprio come insegna il libro della Genesi nella descrizione della Creazione: fu sera e fu mattina.
Il nuovo giorno è l’Albedo; dal Nero si passa al Bianco, il colore dell’Amore e della Grazia. Anche lo Zohar insegna che “non c’è Luce se non quella che viene dalle tenebre.”
La fase finale che segue l’Albedo è detta Rubedo per il suo colore Rosso. Si potrebbe pensare che questo colore rappresenti un momento negativo opposto al Bianco precedente; infatti Rosso è il colore del sangue e dell’aggressività marziana. Ma in questo caso è positivo, come
anche la Kabbalah insegna, il Bianco dell’Amore altruistico deve temperarsi con il Rosso della Forza. Se il Rosso è applicato assieme al Bianco perde le sue connotazioni negative. Nel caso specifico del rapporto di coppia, Rubedo è il fuoco dell’unione, la passione; l’eccitazione è senza dubbio positiva quando conserva la dolcezza dell’amore.
Un amore solo bianco rischierebbe di appiattirsi in una passività “acquosa” che tocca la coscienza, ma non la trasforma. Equivale a quel senso di ripetitività che può subentrare con il passare degli anni. L’amore solo bianco diventa facilmente un’abitudine, finché, come la neve, si scioglie lentamente. Il Rosso è l’eccitazione della scoperta, la forza mai sopita ed indomita che trasforma. Quando il Rosso delle emozioni agisce da solo può esser molto negativo; se però viene dopo od assieme al Bianco, è il miglior stimolante per il rapporto.
Emerge così la necessità di una sintesi di tutte le fasi, devono esser vissute e superate nell’ordine indicato, a cicli ripetuti e successivi, a livelli sempre più elevati.
L’Alchimia, conciliando la pratica della trasmutazione dei metalli con la ricerca ed il perfezionamento interiori, fu sempre tenuta in grande considerazione nella cultura ebraica, Infatti nell’ambito Kabbalistico  troviamo numerose immagini di ispirazione alchemica, probabilmente l’autore o gli autori ben conoscevano la tecnica dell’Arte Regia. I sette tipi d’oro menzionati in un celebre passo, sono una metafora delle Sephirot; il trascolorare del metallo prezioso allude ai diversi tipi dell’energia Divina, sino al culmine di Binah, indicata con il termine di Oro Superno. Quest’Oro è un segreto nascosto, il suo nome è Oro Chiuso. Gli altri tipi d’Oro, invece, possono esser percepiti più facilmente.
Le forze che attraggono o respingono i metalli, come i vincoli di simpatia ed antipatia tra le creature animate, sono analoghe a quelle di un Mondo Superiore in cui le energie Divine sono sottoposte ad un moto incessante che le separa e le ricompone ripetutamente in vista di un fine, e quindi in base ad un principio etico di bene e di male.
I misteri di questa Sapienza (l’Alchimia) sono simili ai Misteri della Kabbalah. Come infatti nel mondo c’è un riflesso delle categorie della Santità così c’è anche quello dell’impurità.  Secondo alcuni cabalisti alchemici, le scorie sono il corrispondente terreno della parte opposta; vanno quindi sublimate ed utilizzate, così da restituire all’oro la sua Luce originale e Restaurare l’Unità Celeste violata dalla Caduta di Lucifero.
L’Alchimia come la Kabbalah è una scienza tradizionale, entrambe, infatti, affondano le
radici nella Torah. Nella Bibbia troviamo le basi e le indicazioni necessarie al lavoro
Alchemico, anche se soltanto accennate o con allusioni molto ermetiche.
Il lavoro basilare, però, emerge chiaramente, assieme ai consigli necessari per effettuarlo.
Lo stesso termine biblico che indica l’Alchimia si riferisce anche alla prova del fuoco cui si
sottopongono i metalli per purificarli dalle scorie, in modo che rivelino il Divino che racchiudono.
In ebraico, un solo termine «Tzoref» definisce sia l’Orefice che l’Alchimista, entrambi lavorano e raffinano (purificano) l’oro.
 Il verbo che indica il loro lavoro è lo «Tzeref» che significa purificare, collegare, combinare in genere, nel caso del cabalista, le lettere. Raffinare, Epurare si dice le Tzaraf; mentre legame - unione si dice Tziruf. Tutto ciò mostra la stretta analogia che lega Alchimia e Kabbalah e
Conseguentemente tutte le società iniziatiche.
Il principio dell’opera è la liberazione dii metalli. Una volta individuata la materia idonea,dopo averla accuratamente esaminata ed identificata,l’Alkimia raccomanda di ripulirla esteriormente,per eliminare ogni corpo estraneo che potrebbe aderire accidentalmente sulla sua superficie essa deve essere ridotta all’essenzialità. In maniera analoga il candidato è chiamato a spogliarsi di tutto ciò che gli appartiene artificialmente,deve anche lui essere ridotto all’essenzialità. Questo è lo stato in cui il candidato viene a ritrovarsi nel gabinetto di riflessione corrispondente al matraccio dell’alkimista, al suo uovo filosofico sigillato ermeticamente. Nel gabinetto di riflessione troviamo tre ciotole contenenti sale,sabbia e zolfo è ovviamente escluso il mercurio. Come per l’Alkimia i tre elementi basilari dell’Opera sono: Zolfo,Sale e Mercurio. Lo Zolfo corrisponde all’energia espansiva che parte  dal centro di ogni essere (colonna J…. Rossa,iniziativa individuale). La sua azione contrasta con quella del mercurio,il quale pervade tutte le cose con un influsso proveniente dall’esterno (colonna bianca B… ricettività,sensibilità). Queste due forze si riequilibrano nel Sale,principio di cristallizzazione,il quale rappresenta la parte stabile dell’essere. Da queste poche righe si evince comunque perché il Mercurio deve rimanere all’esterno del gabinetto di riflessione onde realizzare l’isolamento assoluto del candidato.
Per arrivare a conoscersi,occorre che egli si isoli da tutto ciò che lo circonda,questa è la prova della terra,la discesa agli inferi del sommo Dante,alla quale allude la parola VITRIOL, le cui lettere costituiscono una formula cara agli Alkimisti :Visita Interiora Terrae Rectificando Inveniens Occultum Lapidem . Visita la parte interiore della terra e rettificando troverai la Pietra nascosta. A detta di qualche iniziato “la simbologia della Pietra è essenzialmente Massonica”,pare infatti strano trovarsi nell’ambito dell’Arte metallurgica. E’ del tutto naturale ritrovarla nell’Arte Muratoria dove viene tagliata e levigata secondo le regole dell’Arte.
Difatti ella possiede in potenza tutte le virtù della famosa pietra filosofale Alkemica.
E’ altrettanto vero che per poter operare trasmutazioni bisogna avere il possesso integrale dell’Arte,essere un perfetto maestro.   Superato il momento di caos iniziale ed individuato il contenitore a lui più consono l’iniziato dovrà scegliere,cosa che dovrebbe avvenire naturalmente,la Via che dovrà percorrere per cercare e realizzare la G.O,sia essa umida,passiva,Isiaca; oppure secca,attiva,Osiridea o Solare. La Massoneria non è scienza Ermetica,Alkemica o Kabalistica ma in quanto contenitore le incorpora tutte.Essa pare non essere altro che una moderna trasposizione dell’antico Ermetismo dal quale Astrologia, Alkimia, Magia e Kabalah dairivano. Infatti il simbolismo M. costituisce un complesso di tradizioni estrapolate da antiche scienze iniziatiche.
Possiamo infatti notare che la tradizione M. contiene il valore Kabalistico dei numeri sacri e
regola il cerimoniale sugli stessi principii della Magia,dispone,come possiamo osservare all’interno delle nostre logge dei simboli del sole e della luna e delle stelle,come l’Astrologia
prescrive.Ma le maggiori analogie le con l’Alkimia filosofica come concepita dai Rosacroce nel secolo XVII e trasportata successivamente in ambito M.
Infatti le due tradizioni o dottrine,sono caratterizzate dallo stesso esoterismo e degli stessi
caratteri iniziatici,che si traducono in allegorie derivate le une dalla metallurgia e l’altra dell’Arte edificatoria.
Sotto questo profilo la M. è una trasposizione dell’Alkimia,detta Arte Regale. Come abbiamo potuto vedere nello svolgimento di questa tavola,Il principio dell’Opera è la liberazione dei
Metalli, il termine,la sublimazione dello spirito, nel quale Oro e Argento fusi insieme,dunque senza nessuna opposizione,realizzano la Grande Opera Alkemica,cioè l’Opera Prima o Piccola Opera della Tradizione.

Da questa breve descrizione possiamo notare le difficoltà e l’impegno,oltre a doti naturali che
Il soggetto deve possedere per giungere a questo poderoso traguardo,abnegazione,volontà,fede,intuito sono solo alcune delle qualità che la Pietra deve avere per essere parte di quell’Edificio Universale. Nessuna speranza quindi per coloro che spinti dal proprio orgoglio sono alla ricerca di oro (volgare)e e gloria.

L’Artista non vuole apparire ma essere;essere un petalo di quella fratellanza massonica che sboccia come una Rosa dal composto in fermentazione,chiuso ermeticamente nel Vaso (Loggia),che mescolandosi e rimescolandosi,solvendo e coagulando,diverrà un solo corpo,una sola Famiglia una sola Fratellanza plasmata dal Tutto e pronta per la Fratellanza Universale.

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eremitadaisettenodi@gmail.com

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