sabato 8 luglio 2017

XXVIII LA CALUNNIA (un anno un percorso)


Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. 
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni". 
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.

Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana. 
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

XXVIII. LA CALUNNIA

"Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo." (Luca XXIII, 10)

Calunniare, accusare qualcuno di un crimine che non ha commesso è omicidio. Ora quanto è legato in un certo luogo nell'universo, non può che essere slegato successivamente nello stesso luogo. L'espiazione della calunnia richiede che l'autore, la vittima e i testimoni si ritrovino assieme, quaggiù o altrove, in un contesto di circostanze simili e in tal caso il calunniatore può chiedere e ottenere il perdono dell’offeso.
D'altra parte la vittima di calunnie, né si dovrebbe irritare né essere afflitta o essere sorpresa. Nessuno mi può attaccare se il mio il mio Destino non lo ha autorizzato a farlo, se io, in realtà, non gli concedo tale diritto. Tutto è giusto, parlando in termini assoluti. Le ingiustizie sono degli atti di giustizia di cui non riusciamo a vedere le cause.
Separiamo la mandorla dalla sua corteccia amara. Le mie umiliazioni e le mie prove, è certo che sono io che in precedenza le ho seminiate. Non mi rimane che raccoglierle. Io non mi abbandonerò a passioni che mi tiranneggiano, che mi spogliano, e le cui esigenze giammai soddisfatte vorrebbero ridurre tutti gli uomini in schiavitù. Ora Cristo ha fatto bene a dire: “Dio solo è buono”. Noi siamo intrinsecamente malvagi; ed in quante circostanze non sono stato io il cattivo? Se io redigessi l'elenco delle sofferenze che ho inflitto a coloro che si sono avvicinati a me, agli animali, alle piante, e perfino alle cose, disprezzando la bellezza della vita, insultando la dolcezza del vivere, seminando il rancore o strappando all’innocente un pianto ancora più terribile di tutte le grida di rabbia; sì, se redigessi questa lista, con quale onta rimarrei in silenzio innanzi ai miei possibili calunniatori? Io ripeterò allora le parole di un servitore sconosciuto del Cielo, al quale riferivano le calunnie: “Ah! Essi  non diranno mai di me tutto il male che si potrebbe dire! "


OSSERVANZA: Difendere quelli che sono diffamati, riabilitarli, mostrando le loro virtù.

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