domenica 23 luglio 2017

XXX. LA MISANTROPIA (un anno un percorso)



Carissimi Fratelli,

Vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. 
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni". 
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.

Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.


XXX. LA MISANTROPIA

"Attorno a lui era seduta una folla" (Marco III, 32)

Quando la società umana mi diventa insopportabile, io comunque sento che sarebbe necessario che non le sfuggissi, che la mia pazienza ha l'opportunità di fortificarsi; forse la mia bontà, per la sforzo che mi costa, potrebbe rendere possibile dei miglioramenti imprevisti in coloro la cui compagnia va oltre la mia sopportazione.
Le più piccole cose contano. Lo sguardo scambiato con un passante esercita una misteriosa influenza su di lui, su di me, sui presenti. Il sottrarsi agli incontri, è una sorta di disprezzo; ora, ogni pianta fruttifica coerentemente con la sua natura. Vi è in Alceste un esagerato senso di autostima.
Se io ho dei problemi, o se il mio umore è cupo, uno sforzo di amabilità potrà distrarmi o fortificarmi contro il mio stesso stato d’animo; mentre la solitudine renderebbe la mia pena ancora più pungente, e il mio carattere ancor più vulnerabile.
E poi, perché gli altri non meritano affatto la mia attenzione? Io non conosco niente di loro se non una maschera; il loro essere reale mi sfugge; anche l'indovino più intelligente non potrà mai prevedere che alcuni degli aspetti di coloro che lo consultano. Nessun uomo, nessuna creatura è inutile;  da ognuno e da tutti posso apprendere una lezione.
E poi, i miei gusti cambiano più velocemente di quanto cambi l'aspetto delle nuvole sospinte dal vento. Anche per coloro che oggi mi esasperano, forse domani potrei abbandonare il mio dovere e correre dietro a loro. Non è saggezza popolare seguire gli insegnamenti della vita, come delle lezioni che si succedono l’una con l’altra, e fare ogni cosa a tempo debito?
Infine, il mio Maestro, Lui, la cui intelligenza raccoglie tutte le idee, il cui cuore splende e riflette ogni nobiltà, il cui sguardo va sempre oltre ogni miseria, Lui per cui la società umana è stata sicuramente un martirio continuo, non ha forse sopportato i vanitosi, gli sciocchi, i codardi ed i vigliacchi?


OSSERVANZA: Astenersi dal giudicare gli uomini dagli atteggiamenti della loro personalità.

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