domenica 15 gennaio 2017

III. I DESIDERI INAPPROPRIATI (un anno un percorso)

Carissimi Fratelli ed Amici Fraterni,

In occasione di questo nascente nuovo anno vi propongo di inserire nei nostri umili lavori, tesi alla reintegrazione, le meditazioni integrali di Paul Sédir. 
E' da questo iniziale scritto, del Fratello Sédir, che sono poi state tratte le nostre tanto amate "meditazioni dei 28 giorni". 
Ecco quindi che per riscoprire l'essenza reale di questa pratica di spogliazione e rettificazione, trovo utile, per coloro che lo desiderano, intraprendere assieme questo percorso di riflessione scadenzato lungo tutto il corso dell'anno.

Vi propongo quindi la prima delle meditazioni-riflessioni la cui estensione è valevole per tutta la settimana. 
Per quanto concerne come praticare, vi consiglio, se lo desiderate, la seguente pagina: La Pratica delle Meditazioni di Paul Sédir.

III. I DESIDERI INAPPROPRIATI

"Gesù allora rispose: Voi non sapete ciò che chiedete! " (Matteo XX, 22)

La Legge non disapprova nessuna delle ragioni di scienza, di gloria o di estetica che mi spingono ad agire. Ad ogni modo, io intuisco che ne esistono di più pure.
Gli dei hanno molti adoratori; Dio non ne ha quasi nessuno. Quante volte ho io ricercato un semi-dio, persino un demone, affermando e credendo di non preoccuparmi che dell’unico Signore?
Ma il mio peccato non è mortale. Correre dietro ad un’ombra, è pur sempre correre; e la Vita desidera che io viva. Che almeno io non ricada più nelle mie illusioni, che io veda chiaramente in me stesso, che lo Spirito invii su di me la Sua abbagliante chiarezza!
Quale uomo colui che saprà occuparsi dei suoi affari abbinando la pazienza orientale e lo spirito di iniziativa americano, e che non si interesserà più dei milioni guadagnati! Quale saggio, colui che conosce la propria ignoranza! Quale condottiero, colui che impiegherà tutto il proprio spirito e il proprio cuore al servizio dell’uomo più semplice ed incolto!
Divenire indifferente ai risultati delle mie azioni, dopo essermi appassionato ad essi ed alla loro riuscita: antinomia insolubile, se nel profondo di me stesso non brilla quella piccola luce che si accende al solo passaggio del soffio di Dio.
Né il denaro, né il potere, né la celebrità, né l’amore, né l’arte, né il pensiero, né la volontà potranno accendere quella lampada, perché essi non sono altro che riflessi. Essa è la fiamma originaria di per sé esistente, inestinguibile, vittoriosa: è la dolcezza stessa, ed ogni incendio si placa dinanzi ad Essa; rischiara, riscalda senza bruciare, ed il cuore del più nero Arcangelo si infiamma e si scioglie sotto i Suoi raggi misteriosi.
Io conserverò questa lampada nella stanza più segreta di me stesso, ed Essa mi donerà l’umiltà; io La porterò ovunque con me, la calerò nelle fosse e diverrà carità.
Così i miei desideri di ciò che è perituro moriranno, per rinascere nell’Imperituro.


OSSERVANZA: Non soddisfare nessun desiderio personale.

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