domenica 5 febbraio 2017

IDENTITÀ MARTINISTA E UOMO CONTEMPORANEO


Elenandro XI
convento martinista di Montecatini Terme 2015



Ilustri Superiori Incogniti Iniziatori, Saggi Filosofi, Amatissimi Fratelli e Sorelle
Il tema congressuale scelto dal Nostro Venerabile Ordine Martinista, così come della pubblica conferenza che seguirà, si incentra sul rapporto esistente fra le Strutture Iniziatiche e il mondo contemporaneo. In altri e semplici termini ci interrogheremo attorno all’idoneità del messaggio iniziatico tradizionale, nei confronti della struttura psicologica ed animica dell’Uomo Contemporaneo. I corpi rituali del settecento e dell’ottocento, il quadro simbolico e teurgico di riferimento, è oggi perimetro docetico e filosofico sufficiente per garantire un viatico di risveglio interiore per noi uomini del terzo millennio? 
Oppure siamo in presenza di un tale divario fra Uomo e Tradizione, da rendere inadeguato ogni strumento di Opera Filosofica e Laboriosa?
Sicuramente dobbiamo avere il coraggio e l’intelligenza, di contestualizzare ogni deposito iniziatico, e la forma che lo raccoglie, all’interno di un ambito forgiato ed influenzato dal tempo che lo ha visto affiorare. Con onestà dobbiamo sottolineare come antropologicamente, psicologicamente, e spiritualmente l’uomo dell’oggi, non è certo l’uomo di trecento anni fa. Osservando la generazione a noi precedente, ma anche un uomo o una donna che sono separati da noi dal semplice scarto di qualche decennio, non possiamo che riscontrare profonde differenze non solo di prospettiva di vita, di scala di valori morali e religiosi, ma anche, e soprattutto, di percezione di se stessa e del proprio ruolo nella società. Indubbiamente questa nostra società contemporanea è caratterizzata da una parcellizzazione ossessiva, la quale ci ha condotti ad essere individui meritevoli, sulla carta, di un novero impressionante di diritti soggettivi, anche se in genere non garantiti da reale tutela, e al contempo ci ha scollegato da quella rete collettiva di solidarietà comunitaria, psicologica e spirituale che ha da sempre contraddistinto l’uomo come specie sociale. Tutto ciò evidentemente influisce sulla struttura psichica/energetica/animica umana, e di conseguenza sulle strutture iniziatiche che sono anche sommatorie di individui. Un Ordine, una Loggia, una Catena di Amore e di Forza, non è un qualcosa di scisso rispetto al mondo circostante, ma è bensì un punto di unione fra quanto è disposto sul piano orizzontale, e quanto si diffonde dal piano verticale. 
Ogni struttura iniziatica è tale perché si collega direttamente ad una forma apparente della tradizione, ed ad una sostanza spirituale che in essa è raccolta. Al contempo le grandi visioni che essa offre, sono il frutto di ìdeali,  affreschi metafisici, e imponenti cosmogonie che necessitano di capacità di autentica lettura interiore da parte dell’iniziato. Questa è il risultato non solo di studio e di opera, ma anche di una sensibilità che non può che derivare da un vivere consapevole ed armonioso, nel riconoscersi come membro di una continuità culturale, razziale, e spirituale. Fratelli le chiavi per leggere i segni con cui è scritto il nostro libro dell’anima, provengono da un’integrale coesione in noi stessi, e fra noi e la nostra tradizione.
Tutto ciò sembra oggi franare inevitabilmente sotto i colpi di una degenerata modernità. Certo possiamo sostenere che ogni epoca ha avuto elementi di antitradizionalità rispetto alla precedente, e ciò perfettamente ovvio, in quanto in ogni rizoma del tempo umano sussiste un necessario punto di divergenza e fuga che precede la nuova sintesi. Essa, la sintesi, però deve muoversi in un solco, che è ben cadenzato dai tempi e dalla misure dell’Uomo e del Divino, e non certo dalle cieche pretese dei burattinai, consapevoli o inconsapevoli, che pretendono di plasmare il mondo in virtù di distopie, morbose burocrazie, schiavitù finanziarie, tumorali precetti mondialisti, e sincretistiche espressioni religiose e spirituali. La distruzione delle culture autoctone, l’abbattimento dei depositi tradizionali, il livellamento culturale/psicologico porta inevitabilmente l’uomo ad essere scollegato da qualsiasi influsso spirituale, e preda delle Eggregore mortifere ed invasive di questo nostro mondo. Un uomo divelto da ogni collegamento orizzontale e verticale, è solamente un numero livellato verso il basso, indistinto ed indifferenziato, oggetto del consumo e della prevaricazione.
Comprendete fratelli miei che i nostri gruppi, le nostre logge, la nostra catena non sono astrattamente composti da Iniziati che vegetano sotto una campa di vetro, o che per merito del potere della nostra iniziazione sono occultati al mondo dal mantello di Apollonio. I nostri iniziati ogni giorno vivono in un mondo antitetico alla nostra scala di valori e necessità. Quanto è frenetico ed invasivo il secondo, quanto il nostro è calmo ed in pace. Quanto il nostro percorso mira alla rettificazione interiore, quando il mondo demiurgico quaternario ci contamina con mille istanze, e ci divora con contingenze ed impellenze. Senza adeguata comprensione di tali evidenti dinamiche, i nostri ambiti finiranno per essere a loro volta invasi e contaminati, sradicati dal loro alveo tradizionale, e resi sterili filosoficamente e operativamente. 
Perché questo accadrà? Perché in realtà sta già lungamente e drammaticamente accadendo.
Quello che oggi viviamo non è altro che una progressiva, pianifica e diabolica corrosione che agisce da secoli, tesa a distruggere ogni retaggio storico, ogni simbolo di riconoscimento, ogni patrimonio che colleghi l’uomo alla sua dimora celeste.
Fratelli Miei, se l’uomo di oggi non ha più consapevolezza della propria esistenza, e memoria di ciò che lo rende individuo, come potrà accedere alla Memoria Antica che in esso dimora? La quale è fruibile solamente preservando ed utilizzando determinate chiavi, che immutabilmente sono giunte fino a noi grazie all’Opera archica delle Culture, delle Filosofie e delle Religioni Tradizionali. Purtroppo queste sono oggi piegate, spezzate, proprio laddove si era fatto sommo voto di preservazione. Coloro che si erano assunti l’impegno innanzi al popolo di tutelarlo e difenderlo, lo stanno svendendo. Coloro che pretendono di rappresentare il tramite con il divino, compiono atti scellerati contro l’uomo e la natura. Ciò dovrebbe essere evidente anche per il più dormiente di tutti noi.
Le stesse strutture iniziatiche non sono rimaste immuni dal corrotto spirito dei tempi. Riscontriamo come la sovversione ha agito in esse tramite quattro linee di azione: 
1. Una forte influenza teosofica e massonica illuministica che ha portato ad annacquare prima, e recidere poi ogni collegamento con la Tradizione. Il  simbolo è decaduto a vuoto segno, e la parola sacra si è involgarita a confuso balbettio. È bene capire che la trascendenza di ogni forma religiosa e tradizionale non è relativismo, è bensì comprensione dei meccanismi e delle misure. La quale permette di liberarsi dal giogo delle forme, e non rifuggire in un vuoto astrattismo. La Trascendenza è una sintesi a posteriori di un’opera realmente compiuta, il relativismo è un pensiero tumorale, che ammorba le menti e le anime. Ciò inevitabilmente a portato alla confusione dei depositi docetici, e delle qualità da ricercarsi in un iniziato.
2. L'incapacità di selezionare coloro che bussano alle porte dei Templi. Valutando esclusivamente requisiti meramente formali, riducendo in molti casi tale valutazione ad ambiti di convenienza sociale/politica/economica. Con la conseguenza dell'allungamento delle catene iniziatiche e il loro progressivo sfilacciamento.
3. Il coprire posizioni di vertice, di governo delle energie, e del potere iniziatico, con figure, o figurine, non qualificate a tale ruolo. Incapaci di amministrare la docetica, di selezionare le future figure apicali, hanno determinato la rottura delle catene iniziatiche.
4. L'impossibilità di passare dalla fase informativa, spesso ridotta ad un maldestro e maleodorante minestrone, ad una fase formativa. Chi medita, chi prega, che pratica puntualmente, chi studia la meccanica del rituale ? Ciò ha determinato lo svuotamento energetico delle catene iniziatiche. 
Questo è il dramma odierno, facilmente riscontrabile, facilmente verificabile. Un dramma che ci ha condotto ad una situazione di morbosa proliferazione di ordini, strutture, senza dignità, senza storia, senza reale potere nelle maestranze. Di continue transumanze da un ordine all’altro in cerca di facili promozioni, o di illusioni attorno a miracolosi depositi rituali. Quando non siamo in presenza di meri e propri asservimenti economici, o di bassa politica all’interno di quelli che dovrebbero essere luoghi di Tradizione ed Rinascimento Umano.
Innanzi a questo quadro, ben evidente per colui che desidera vedere, qual’è il ruolo delle Istituzioni, ancora sane, che pretendono di custodire e tenere viva la fiamma della Sapienza ?
Cosa offrire a quell’uomo, oggi così diverso, in cerca di uno spazio sacro, di un bastione, dove edificare la cittadella di Dio? 
Ecco carissimi amici ed amatissimi fratelli su cosa è necessario interrogarsi realmente. Identità Tradizionale e Funzione nel mondo contemporaneo devono essere temi reali, e rappresentare la cartina di tornasole fra istituzioni che veramente operano al fine di una reintegrazione dell’uomo e salvaguardia di una Tradizione Vivente, rispetto a quelle sedicenti istituzioni, che preferiscono mostrare ed elargire brevetti, patacche, prebende, e discorrere di qualche ingarbugliata e fantasiosa linea iniziatica. Quando ci presenteremo alla soglia da cui si accede al Tempio Eterno, a poco serviranno le collezioni di pergamene, a molto servirà l’aver Operato Realmente in accordo con la Tradizione e le contingenze della nostra epoca: Tradizione Vivente e Testimonianza Militante. 
Fratelli miei il dovere di un Ordine Tradizionale non è solamente quello di passare un novero di insegnamenti, e trasmettere un’iniziazione,  ma è soprattutto quello di rendere entrambi cosa VIVA ED UNICA: di strappare questi concetti dal tempio delle parole e delle asserzioni, e con volontà scolpirli nei nostri cuori tramite l’opera che tutto vivifica. 
Nostro compito è quello di  trasformare l’iniziato in adepto e l’insegnamento in pratica laboriosa. Onde uscire dal mondo delle idee e della separazione, e rendere il nostro Fratello e la nostra Sorella capaci di comprendere e dominare il tutto. Ciò può avvenire solamente se siamo in grado di comunicare attraverso un linguaggio comprensibile per la psiche e l’anima del FRATELLO DI OGGI, e non certo per il fratello ottocentesco. Al contempo dobbiamo essere in grado di fornire all’iniziato utili strumenti con cui agire su se stesso, e procedere lungo la via della reintegrazione. Strumenti concreti, funzionali, realmente efficaci ed efficienti, che sapientemente considerano il tempo, e le forze che si muovono attorno e dentro di noi. Non posso che sorridere innanzi a certi ameni siti internet di sedicenti strutture iniziatiche, che tutto imbellettano e pongono in mostra (corpi rituali massonici e paramassonici, vie di perfezionamento individuale che si aprano a ventaglio, chiese gnostiche, linee iniziatiche che si perdono dietro mille e mille erogazioni spesso prezzolate, pacchetti di iniziazioni ricevute un tanto al chilo). È reintegrazione questa che viene offerta? Ricordate Fratelli miei tutto quello che viene elargito da altri, da altri ci può essere tolto. Tutto quello che è frutto del nostro lavoro interiore, giammai ci potrà essere rubato. Questa è la legge.
Permettetemi di ricordare che la reintegrazione non è un aspetto filosofico o dialettico, ma si connatura in una serie di operazioni e strumenti, e come l’arte insegna ogni operazione ed ogni strumento devono tenere in debito conto delle capacità dell’artigiano e delle qualità della materia da modellare. Ecco perché, semplicemente, non è possibile oggi pretendere di proseguire lungo tale nobile via senza calibrare gli strumenti in guisa delle esigenze e delle contingenze del nostro mondo. 
Ovviamente ciò non significa che le forme della nostra Tradizione debbano essere relegate in quanto vetuste, oppure che dobbiamo aprire il nostro deposito docetico a sospette ibridazioni o perniciosi inserimenti. Se  guardiamo al NVO esso rappresenta, anche sul piano formale, un baluardo di Tradizione in virtù della coraggiosa scelta di porre nuovamente al Centro del nostro piano di lavori filosofici ed operativi la SACRA FORMULA PENTAGRAMMATICA e l’influenza CRISTICA ad essa magicamente e spiritualmente associata. Ancora ricordiamo l’intuizione, i primi, dell’utilizzo in apertura di ogni nostro lavoro del Prologo della Luce di San Giovanni. Inno alla luce che simboleggia la nostra figliolanza celeste, ed infonde in ognuno di noi l’anelito del ritorno verso il mondo di pura luce. 
Elementi questi, unitamente ad altri, che contraddistinguono una realtà che non si lascia influenzare da divagazioni, che non rincorre artefatte costruzioni rituali, che non si nasconde dietro una farisaica interpretazione della tradizione. Bensì la nostra è una realtà iniziatica ed operativa che ha la pretesa di comunicare all’iniziato del terzo millennio. 
Questo profondo convincimento, che vede strumento ed iniziato cosa unica e dinamica, ci ha condotto ad impegnarci al fine di adeguare il nostro deposito filosofico ed operativo. Ecco quindi Fratelli miei, che per rispondere alle esigenze del nostro INIZIATO, abbiamo operato un’adeguata selezione dei testi e dello scibile, necessari per una corretta crescita filosofica. Cercando quindi di fornire le giuste informazioni al fine di creare l’adeguato substrato immaginifico e simbolico, in grado di dare supporto all’opera laboriosa. Dall’altro lato i nostri rituali sono stati revisionati ed integrati. La revisione ci ha condotto a rimuovere quelle inclusioni ermetiche rinascimentali e le sincretistiche alternazioni, che rendevano il corpo operativo eccesivo e stonato nel suo insieme. Dall’altro abbiamo provveduto ad integrarlo attraverso le necessarie pratiche di lavoro introspettivo, l’utilizzo di Parole di potere durante i rituali di Loggia, l’inserimento a livello sacerdotale/teurgico delle parole sacre,  gli esercizi di ricarica e contenimento energetico. Un lavoro notevole e complesso, di sintesi e di tradizione, che ci impegna da lunghi  anni, affinando la composizione dei nostri rituali. I quali sono tutti fra loro interconnessi, in quanto in ognuno di essi troviamo elementi di RECIPROCO traino e risonanza. Ciò permette di sviluppare una sinergia, ed una potenza i cui effetti sono evidenti per coloro che con impegno si cimentano in essi. Sinergia, è bene dirlo, che ci ha portato dove siamo oggi, e guardare con fiducia ed ambizione al futuro di cui saremo sicuramente artefici. 
Fratelli miei ritengo che solamente avendo ben presente la nostra Identità di Iniziati Cristiani, di ricercatori della Santa Gnosi che tutto anima, e di uomini e donne del terzo millennio, abbiamo la possibilità di preservare la nostra Tradizione dai veleni della contemporaneità. Al contempo solamente interrogandoci ogni giorno sulle esigenze e contingenze dell’iniziato di oggi possiamo adempiere al nostro obbligo spirituale di custodire e trasmettere l’iniziazione. La consapevolezza della nostra IDENTITÀ ci permette di cogliere la sostanza delle cose tutte, e di beneficiare consapevolmente delle differenze non formali che sussistono fra le diverse tradizioni. In quanto se il Padre Immanifesto nella sua infinita bontà ha donato a noi UOMINI DI CONOSCENZA una molteplicità di vie, non lo ha fatto per suggerirci che ognuna di essa è eguale a prescindere, ma per fornire ai diversi tipi di uomo e donna di desiderio la possibilità di intraprendere quella maggiormente adeguata. Ovviamente così come il sentiero muta apparenza, ed offre pregi ed accidenti difformi di stagione in stagione, Così dobbiamo comprendere che il nostro incidere non è astratto, ma risponde alle contingenze del tempo e dello spazio in cui agiamo. Fratelli miei la tradizione è composta da due aspetti. L’uno formale e l’altro sostanziale. Mentre il secondo deve rimanere immutabile per permetterci il ricollegamento alla Sorgente Eterna, il primo oltre a svolgere la funzione di contenitore, deve avere qualità tale da permettere di superare indenne il corso del tempo. Esso è come un arca che attraversa temporali, tempeste e giornate di sole. Noi siamo coloro che ad un tempo beneficiano di tale funzione, ma dall’altra come indefessi artigiani sostituiscono i fasciami corrotti dalla salsedine, e rammendano le vele strappate dal vento. In modo che la prossima generazione abbia la possibilità di procedere lungo la via della rettificazione e della reintegrazione. 



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