domenica 5 febbraio 2017

Il Lascito dei Maestri Passati



Elenandro XI S:::I:::
 
Un uomo senza memoria è come un albero privo di radici. Inevitabilmente destinato a cadere.(S::O:::G:::M:::)  

Ben sappiamo, o ben dovremmo sapere, come l’iniziazione martinista è reale in quanto procede da Uomo ad Uomo, in forza di un potere sacerdotale detenuto dall’iniziatore con il quale investe il recipiendario. 
Ovviamente affinché tale iniziazione sia reale necessita di determinati requisiti. Questi sono la formale e sostanziale corrispondenza dell’iniziatore al ruolo e alla funzione che ricopre. In altri termini non solo egli necessita di  adeguata discendenza, ma deve aver svolto con costanza e dedizione, attendendo quando vi era la necessità di attendere, gli impegni e gli obblighi che la piramide martinista comporta. 
Non essendo il  martinismo un regime massonico, o un ordine illuministico, per quanto il maglietto possa essere vergato  d’oro e per quanti colpi sulla testa la spada può dare, (e visto quanto oggi circola possiamo pure dire che si è  ecceduto con zelo in tale pratica) il percorso di crescita di un iniziatore martinista è un lavorio interiore cadenzato dalla processione lunisolare ͘ . L’imposizione delle mani, quando essa è ponderata e non dettata da altre motivazioni, trasmette quanto deve essere raccolto nel nuovo iniziatore che si fa ricettore. In assenza di  questa benevola congiunzione (la trasmissione e la ricezione) niente passa ͘, e niente può passare a livello sottile. 
Si comprende che in tale prospettiva iniziatica la conoscenza e l’esistenza dei Maestri Passati è di fondamentale importanza iniziatica. Essi sono al contempo il tramite della trasmissione iniziatica, e coloro che hanno fissato i perimetri operativi, docetici e filosofici del martinismo. Ovviamente, in riguardo all’ultima asserzione, ciò è avvenuto seguendo la propria peculiarità, il proprio intendimento e discernimento e ovviamente lo spirito dei tempi.

Storicamente

Spesso incontriamo numerose teorie ed asserzioni attorno alla nascita del Martinismo, e sulla composizione del suo deposito rituale ed iniziatico. L’impressione che ne desumiamo è che alcuni hanno molto da sostenere non per spirito di verità, ma per propria partigianeria, mentre in altri si sono rivolti alla cornucopia dell’ignoranza. In realtà la storia del martinismo è abbastanza semplice, e non si perde nella notte dei tempi, e neppure è ammantata in qualche romantico o tragico mito fondatore. Avendo avuto natali in Francia meno di due secoli orsono, ed essendo i suoi “padri nobili” anch’essi francesi e transitati su questo nostro piano circa cento anni prima, vi sono documenti storici che comprovano ogni passaggio. Per l’uomo raziocinante ciò lascia ben poco spazio a fantasiose ricostruzioni, o funamboliche fantasie.
Possiamo sostenere che, seppur in modo diverso, i personaggi che hanno direttamente ed indirettamente contribuito alla nascita del martinismo sono da individuarsi in Martinès de Pasqually, Louis Claude de Saint-Martin, e Gérard Encausse. La distinzione direttamente o indirettamente non attiene a questione di lana caprina, in quanto all’interno di un fenomeno articolato e mutevole com’è il martinismo è sempre necessario saper distinguere chi effettivamente ha creato un perimetro, e chi ha contribuito, seppur inconsapevolmente, agli elementi che animano l’insieme docetico e rituale. Con ciò non si vuole toglier merito ad una data figura, per conferirlo ad altra, ma solamente distinguere le singole fasi storiche e concettuali del martinismo. Sapersi orientare, è saper scegliere in modo consapevole.
Martinès de Pasqually al secolo Jacques de Livron de la Tour de la Case Martines de Pasqually, nasce a Grenoble nel 1727, e si spegne a Santo Domingo il 20 settembre 1774. Occultista ed iniziato è stato un libero muratore, un fine teurgo e uno studioso di cabala e Bibbia. 
Poco conosciamo delle sue frequentazioni e dei suoi studi esoterici, si afferma che sia stato prossimo ad ambienti cabalistici ebraici, e sicuramente nei suoi scritti ed opere vi si legge molto l’influenza di questo ramo della scienza esoterica. Possiamo però affermare con un certo grado di sicurezza, che fosse detentore di una patente massonica, e che questa sia stata successivamente riconosciuta e regolarizzata dal Grande Oriente di Francia. Forte di tale mandato nel 1760 Martinès de Pasqually fonda una loggia dal nome Josuè, dove inizia i primi liberi muratori ad un nuovo Capitolo massonico dal nome “Tempio degli Eletti Cohen”.  ( È sempre bene ricordare che un capitolo massonico è una camera o un insieme di camere capitolari di un corpo rituale. Nei riti non si parla mai di R. Loggia,  ma di Camera Capitolare, allo Zenit della città "Nome della Camera Capitolare " ed infine “Nome del Rito”.)
Successivamente si adopra intensamente alla diffusione del suo rito massonico, e nel 1766 lo insedia nella Loggia “La Française”. In breve il Capitolo del “Tempio degli Eletti Cohen” si diffonde in molte officine, anche in virtù dei suoi aspetti profondamente sacerdotali e teurgici, e nel 1767 raccoglie tutti i capitoli delle varie Logge nel “Sovrano Tribunale dell’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo”.
L’Ordine lavora su due piani diversi. 
La parte esteriore opera nei primi tre gradi della Libera Muratoria Azzurra (apprendista, compagno, e maestro) da cui sono attinti gli elementi ritenuti maggiormente qualificati per le
operazioni degli altri gradi. Questi sono poi ammessi ai quattro gradi della Classe del Portico (Apprendista Cohen, Compagno Cohen,  Maestro Cohen, Maestro Speciale Cohen), ed infine alla terza classe detta “Classe del Tempio” (Maestro Eletto Cohen, Grande Maestro Cohen, Grande Architetto, Grande Eletto di Zorobabele). Terminate le classi rituali, chi deteneva determinate qualifiche, accedeva ad una classe segreta detta “Réau-Croix”. Dove l’Adepto a seguito di complessi riti di purificazione e preghiera, che culminavano in un grande rituale teurgico, doveva essere investito dalla Chose (la manifestazione divina) delle chiavi di passo che ne certificassero la preparazione e la finalizzazione spirituale ed iniziatica di tutto il suo percorso massonico e teurgico.
Nel 1772, per motivi non del tutto chiari, Martines de Pasqually lascia la Francia alla volta di Santo Domingo, investendo come proprio successore Baçon de la Chevalerie. Abbandona questo piano dell’esistenza il 20 settembre del 1774. Gli Eletti Cohen entrano velocemente in crisi senza la guida carismatica del fondatore, determinando in breve tempo la messa in sonno dell’Ordine, con evidenti conseguenze a livello eggregorico, ed aprendo una serie di questioni iniziatiche e tradizionali attorno al risveglio in assenza di continuità diretta.
Elemento fondamentale dell’impianto docetico di Martines è il Trattato sulla reintegrazione degli Esseri. In questo suo complesso lavoro sono riletti Genesi ed Esodo in chiave iniziatica come la storia della caduta spirituale degli uomini e il loro necessario lavoro di reintegrazione per riconquistare il ruolo a loro assegnato dal Creatore. L’uomo è la seconda creazione di esseri spirituali da parte di Dio. I primi esseri spirituali dotati di arbitrio trasgrediscono i divini precetti, e creano a loro volta, per orgoglio, altri esseri spirituali. La punizione divina è immancabile, e questi sono precipitati nel mondo della materia. Adamo (Adamo Kadom) è il primo Uomo ed ha il pieno e totale dominio su tutti gli esseri e le creature. Anch’esso cade nella trasgressione e crea un’altro essere spirituale (Eva), condannandosi alla caduta sulla Terra. Il suo riconoscere l’errore compiuto, e la pietà del Creatore, gli permettono però di procedere lungo il percorso della reintegrazione/riconciliazione, seppur costantemente tentato dai primi spiriti prevaricatori o trasgressori.  Allorché declinata in modo difforme, possiamo ritrovare nella cosmogonia e mitologica gnostica buona parte della narrazione di Martines, dimostrando una linea di continuità ideale anche se i punti di frattura sono molteplici. 
I discepoli più famosi del Teurgo di Grenoble sono Jean-Baptiste Willermoz e Louis Claude de SaintMartin. Il primo, forse meno dotato ma maggiormente costante, si impegnò a tradurre e raccogliere il sistema del Maestro in un impianto rituale massonico, il secondo a vocazione mistica diede vita ad un sistema informale squisitamente cardiaco. 
Louis Claude de Saint-Martin  nasce ad Amboise il 18 gennaio 1743, e lascia questo piano dell’esistenza ad Aulnay-sous-Bois il 13 ottobre 1803. La sua estrazione sociale è riconducibile alla piccola nobiltà di campagna francese, un’esistenza tranquilla ed agiata ma non immersa negli sfarzi e nell’immobilismo della corte parigina. Ciò porta il nostro Filosofo Incognito, con tale nome è passato alla storia dell’esoterismo, ad essere in contatto con tutti i problemi spirituali e materiali, le contraddizioni, e le aspettative del tempo in cui è vissuto. Un’epoca tragica e dinamica al contempo, che ha profondamente influenzato sia l’evoluzione della storia politica del vecchio continente, sia l’evoluzione del pensiero esoterico, che pienamente si compirà nel secolo successivo.
Destinato a divenire avvocato frequenta il Collegio di Pontlevoy. Durante gli studi si reca assiduamente nella ricca biblioteca della scuola, dove incontra la lettura dei mistici cristiani, del pensiero filosofico greco, e della religione. Una volta terminati gli studi si scopre non attratto alla professione di notabile, decidendo quindi di arruolarsi come sottotenente dell’esercito a Bordeaux incontrando, in tale contesto, la libera muratoria. Nell’ambito delle Logge Massoniche Militari si avvicina agli studi dello scibile esoterico, e in breve viene notato dal teurgo e massone Martines de Pasqually, diventando suo allievo. Ammesso all’Ordine degli Eletti Cohen ne diviene segretario, sviluppando una profonda ammirazione per il suo Maestro, ma coltivando in sé il desiderio di praticare la via della reintegrazione senza le sovrastrutture rituali massoniche.
Nel 1771 rassegna le proprie dimissioni dall’esercito per dedicarsi completamente allo studio della religione, della filosofia e dell’esoterismo. Lo vediamo tra il 1773 ed il 1774 ospite a Lione del ricco borghese JeanBaptiste Willermoz (1730-1824), con il quale divideva l’affiliazione agli Eletti Cohen. Willermoz darà vita nel 1778 alRito Scozzese Rettificato che ancora oggi è uno dei principali, e maggiormente diffusi, riti della libera muratoria mondiale. Durantela permanenza a Lione Il Filosofo Incognito scrive “Des erreurs et de la vérité”, che è la sua prima opera. Inquieto, assetato di conoscenza, e desideroso di uscire dagli ambiti della vita francese decide di viaggiare per l’Europa entrando in contatto con ambienti nobiliari dediti allo studio dell’esoterismo. Giunto a  Strasburgo (1788-1791) è ospite di Madame de Böcklin che lo introduce allo studio delle opere del mistico tedesco luterano Jacob Bohme (Alt Seidenberg, 24 aprile 1575 – Görlitz, 17 novembre 1624). 
Rimane affascinato dalla ricchezza simbolica e dalle allegorie presenti nelle sue opere. Le quali disegnano un percorso di comprensione delle leggi divine, che si snoda attraverso l’intuizione che il microcosmo uomo, è intimamente connesso al macrocosmo. 
«Non acquisisco la mia conoscenza dalle lettere e dai libri, ma la posseggo entro me stesso, poiché il cielo e la terra con tutti i loro abitanti, e inoltre Dio stesso, sono nell'uomo». 
L’Opera del filosofo tedesco  raffigura una divinità che è un complesso equilibrio dinamico di forze fra loro contrapposte. L’Ente, la causa prima, da un lato è un Nulla senza forma, abissale silenzio di indeterminazione e non forma, e dall’altro è fonte di vita e di ogni forma della Creazione. In tale affresco teologico è molto vicino al pensiero neoplatonico che individua nell’Ente un’insieme di opposti complementari. Al contempo Bohme assegnando all’uomo la possibilità individuale di comprensione e redenzione, si pone fuori dalla riforma protestante che vede nella Bibbia l’unico viatico per ricongiungersi a Dio.  
«Il Padre, che governa il primo principio, il fuoco, genera eternamente il Figlio, la luce, mediante le sette forme della natura eterna; e il Figlio, rivelandosi nel secondo principio come luce, per sempre glorifica il Padre. La volontà eterna, il Padre, conduce il Suo cuore, il Suo Figlio Eterno, mediante il fuoco fino al grande trionfo nel suo regno di gioia. Quando il Padre pronuncia la Sua Parola, cioè quando genera il Figlio, il che viene compiuto eternamente e continuamente, tale Parola prima di tutto assume la sua origine nella prima e aspra qualità, dove diviene concepita. Nella seconda o dolce qualità riceve la sua attività; nella terza si muove; nel calore sorge e accende il dolce flusso del potere e del fuoco. Ora tutte le qualità sono fatte ardere dal fuoco acceso, e il fuoco viene alimentato da esse; ma questo fuoco è uno solo e non molti. Questo fuoco è il vero Figlio di Dio Stesso, che continua a nascere dall'eternità all'eternità. Il Padre è il primo di tutti gli esseri concepibili, ma se il secondo principio non divenisse manifesto nella nascita del Figlio, Egli non verrebbe rivelato. Lo Spirito Santo, manifestando Se stesso nel terzo principio, deriva eternamente dal Padre e dal Figlio, e in Lui e con Lui emana lo splendore della maestà di Dio».
Louis Claude de Saint-Martin  è affascinato da questo ricco e poliedrico pensiero, che abbraccia la filosofia platonica, la mistica cristiana, e depone nelle capacità individuali la via della riconciliazione. Questo profondo DESIDERIO contrastato di reintegrazione lo legge sia a livello di Uomo, sia a livello di intero Cosmo. Tale tensione spirituale verso il divino si tradusse, nel Filosofo Incognito, da un lato nella critica verso le sovrastrutture rituali, che lo portarono ad abbandonare la massoneria e gli Eletti Cohen, e dall’altro in una febbrile opera di divulgazione. I suoi libri più famosi sono: «La Tavola Naturale dei rapporti esistenti tra Dio, l’Uomo e l’Universo»; «L’Uomo di Desiderio»; «Ecce Homo»; «L’Uomo Nuovo»; «Lo Spirito delle Cose»; «Il Ministero dell’Uomo-Spirito».  Oltre alle traduzioni degli scritti dell’amatissimo Jacob Bohme: «L’Aurora Nascente»; «I Tre Principi dell’Essenza Divina»; «Quaranta Domande sull’Anima»; «La Tripla Vita dell’Uomo»; «Sei Punti e Nove Testi».
“Sorgente eterna di tutto ciò che è, Tu che invii ai prevaricatori gli spiriti di errore e di tenebre che li separano dal Tuo amore, invia a colui che ti cerca uno spirito di verità che lo avvicini a Te per sempre. Che il fuoco di questo spirito consumi in me perfino le più piccole tracce del vecchio uomo e che dopo averlo consumato, faccia nascere da questo ammasso di ceneri un nuovo uomo sul quale la Tua mano sacra non disdegni di versare più l'unzione santa.”
Tornato in Francia, e sempre più angustiato, nel 1790 decide di uscire da tutti gli Ordini iniziatici ai quali era iniziato, convinto che solamente la via individuale, la reintegrazione dell’uomo nell’uomo poteva condurre alla definitiva comunione con Dio. Riuscito a passare indenne dalla rivoluzione francese, grazie all’intercessione di amici liberi muratori, continuò a dedicarsi alla scrittura e alla divulgazione . Nella sua dimora si ritrovavano i cosiddetti amici di Saint-Martin. Questi uomini e donne, in ciò fu innovatore, studiavano gli scritti del Filosofo Incognito e di Bohme, e venivano eruditi sulla sua filosofia della reintegrazione, della preghiera, e della purificazione.  
“Uniamoci, uomini di pace, uomini di desiderio: uniamoci per contemplare in un santo tremore l’estensione delle misericordie del nostro Dio, e diciamogli in comune, che tutti i pensieri degli uomini, tutti i loro desideri più puri, tutte le loro azioni più regolari, non potrebbero insieme accostarsi al più piccolo atto del Suo amore” .
Questi selezionati discepoli, accolti tramite l’imposizione della mani rappresentano il cosiddetto Sanmartinismo, a cui Papus cercherà di ricollegarsi nella fondazione dell’Ordine Martinista, ed attraverso di esso, in virtù dell’iniziazione ricevuta da Martines, Ambelain cercherà di ricollegarsi all’Eggregore Cohen.
Il Filosofo Incognito, uno dei padri della moderna lingua francese, lascia questo piano dell’esistenza il 13 ottobre ad Aulnay.
Gérard Encausse o Papus (Papus era il suo appellativo  iniziatico, riconducibile al Nuctéméron di Apollonio da Tiana ) nasce  a La Coruña il13 luglio 1865. 
Venuto alla luce all’interno di un contesto borghese, e aperto allo studio della tradizione esoterica, il padre è cultore di testi alchemici, viene cresciuto ed educato secondo i precetti cattolici. Intraprende gli studi presso il collegio Rollin (dal 1888 al 1891), durante  il servizio militare, dove diverrà ufficiale medico, e successivamente  maestro di scienze. Irrequieto, leonino, carismatico, si dedica agli studi dell’ipnosi quale strumento di guarigione e terapia. Residente a Montmartre, esercita la professione di medico in numerosi studi, il più famoso ed avviato dei quali era a Parigi. Nella vorticosa città si divide fra la fortunata attività di medico, quella di assiduo frequentatore delle biblioteche alla ricerca della tradizione occidentale, ed animatore dei salotti esoterici ed occultistici. Nel poliedrico e mercuriale panorama culturale ed esoterico parigino incontra personaggi quali Stanislao de Guaita, Iosephin Peladan, Maurice Barres, Augustin Chamboseau, Paul Julien Lejay, Charles Barret, Lalande (Mare Haven), Yvon Leloup (Sedir), Georges Montieres, Lucien Chamuel, e Delaage.  Viene iniziato alla Libera Muratoria da Delaage, frequenta ambiti legati allo spiritismo, aderisce alla società teosofica,  e nell'ottobre del 1888 fonda la rivista “l'Iniziazione”, e sarà co-fondatore della rivista teosofica Hermes.  Non sempre il suo carattere istrionico gli attira simpatie, infatti per motivi personali si allontana dalla società teosofica di cui non gradisce gli atteggiamenti e l’insegnamento orientaleggianti, non viene accettato dal Grande Oriente di Francia per i suoi trascorsi da spiritista e l’essere un occultista dichiarato. Ciò lo porta alla ricerca di una via innovativa ed originale all’iniziazione e alla tradizione occidentale.
Papus partecipò sempre in posizioni apicali alla nascita di numerosi ordini iniziatici o iniziative esoteriche, secondo lo spirito di reciproca convivialità e riconoscimento formale dei tempi. Spirito che spesso portava a dare vita alle più bizzarre iniziative, come adesempio la Chiesa Gnostica risvegliata tramite una goliardica seduta spiritica, a cui seguivano riconoscimenti iniziatici squisitamente formali.
Detto ciò Papus è stato sicuramente un grande animatore sul palcoscenico esoterico del tempo, e la sua influenza è giunta fino ad oggi. Grazie a coloro che hanno poi saputo raccoglierne l’eredità e le vitalità, ed inserire contenuti alla sua iniziativa.
È nel 1888 che abbiamo la svolta nell’attività esoterica di Gerarde Encausse. A Parigi conosce Augustin Chamboseau, ed entrambi si confidano di detenere  un'iniziazione riconducibile a Louis Claude de Saint-Martin.  È rilevante notare come Chamboseau sostenga di possedere una linea iniziatica non interrotta che trova ultimo e
formatore anello, venne non solo iniziato ma istruito per mesi da questa persona agli insegnamenti del Filosofo Incognito, tramite una donna (tale particolare è a nostro avviso non di poca rilevanza in merito all’annosa questione dei poteri iniziatici conferiti o non conferiti alle Sorelle). Nel 1891 sempre a Parigi fu costituito il primo Supremo Consiglio dei S:::I::: (a quel tempo i gradi erano tre, senza  esclusione per nessuno dei Superiori Incogniti della funzione di trasmissione iniziatica). I membri del primo Supremo Consiglio erano: Chamboseau, Papus, Adam, Burget, Barlet, S. De Guaita, Chamuel, Sedir, Peladan e Barres. Peladan e Barres, essendo di religione cattolica e subendo la pressione delle famiglie, ben presto si dimisero e furono sostituiti da Marc Haven e V. E. Michelet.
Quando Papus, e i suoi amici, crearono l'Ordine Martinista questo venne denominato nella "Charte du Fondation" "ORDRE ESOTERIQUE CRHETIEN” (Ordine Esoterico Cristiano) a sottolineare che la corrente spirituale, e l’insieme docetico, erano contestualizzati in un perimetro filosofico/simbolico e tradizionale cristiano. Caratteristica che oggi sembra, in molte sedicenti strutture martiniste, andata perduta.
“Derivando direttamente dall'Illuminismo cristiano, il Martinismo doveva adottarne i principi. Ecco perché le nomine sono fatte esclusivamente dall'alto in basso, il Presidente dell'Ordine nomina il Comitato Direttivo, il quale designa i membri del Supremo Consiglio e i delegati generali e amministra gli affari correnti; i delegati generali nominano i capi delle logge i quali designano i propri ufficiali e sono maestri delle loro logge. Tutte le funzioni sono ispezionate direttamente dal Supremo Consiglio per mezzo degli ispettori principali e degli ispettori segreti. Tale è il riassunto di questa organizzazione che ha potuto, senza denaro, espandersi considerevolmente e resistere sino ad oggi a tutti i tentativi di accaparramento tentati successivamente da diverse confessioni e soprattutto dal clericalismo attivo. L'Ordine ha resistito a tutto, anche alla calunnia che definiva i suoi membri sia degli inviati dei Gesuiti, sia dei sostegni dell'Inferno o dei maghi neri. Ogni volta i capi sono stati prevenuti dei tentativi fatti e dei mezzi per evitarli ed ogni volta il successo è venuto a confermare l'alta origine delle segnalazioni fornite. Il Martinismo dunque si ricongiunge attraverso i suoi capi del Supremo Consiglio all'Illuminismo cristiano. Nel suo complesso l'Ordine è soprattutto una scuola di cavalleria morale, che si sforza di sviluppare la spiritualità dei suoi membri con lo studio del mondo invisibile e delle sue leggi, con l'esercizio della dedizione e dell'assistenza intellettuale e con la creazione in ogni spirito di una fede tanto più solida in quanto basata sull'osservazione e sulla scienza. Il Martinismo costituisce dunque una cavalleria dell'Altruismo opposta alla lega egoista degli appetiti materiali, una scuola nella quale si impara a ridare al denaro il suo vero giusto valore di sangue sociale, e a non considerarlo un influsso divino, infine un centro nel quale si impara a restare impassibili di fronte ai turbini positivi o negativi che sconvolgono la Società! Formando il nucleo reale di questa università vivente che rifarà un giorno il matrimonio della Scienza senza divisione con la Fede senza epiteto, il Martinismo si sforza di rendersi degno del proprio nome creando scuole superiori delle scienze metafisiche e fisiogoniche sdegnosamente escluse dall'insegnamento classico con il pretesto che sono occulte.”
La storia dell’Ordine Martinista di Papus fu sconvolta dallo scoppio della prima guerra mondiale. La quale vede Gerarde Encausse partire in qualità di ufficiale medico, e forse a causa dei gas urticanti si ammalerà gravemente ai polmoni. Rimpatriato troverà la morte all'ospedale della Carità di Parigi il 25 ottobre 1916.



Riflessioni sul lascito 

I tre Maestri Passati di cui abbiamo brevemente narrato la vita e le opere hanno diversamente influenzato quello che è oggi il martinismo, che è bene dire differisce nella forma e nella sostanza sia dagli insegnamenti primitivi di Martines e del Filosofo Incognito, sia dalla strutturazione del primitivo Ordine Martinista di Papus. Malgrado qualcuno ancora oggi professi un’adesione pressoché totale al martinismo papussiano, scorrendo la storia di tale Ordine e delle vicissitudini dei suoi Grandi Maestri, che hanno modificato più volte quanto aggradava loro di modificare, possiamo intravedere evidenti discordanze con quella che era l’impostazione primitiva. A ciò dobbiamo aggiungereche essendo gli originali quaderni del martinismo al tempo del Papus andati perduti, è ben difficile sostenere che doceticamente si è aderenti a qualcosa di cui non è possibile dimostrarne forma e contenuto. 
Terminate le logiche osservazioni su alcune dicerie contemporanee possiamo intravedere un lascito filosofico, una prospettiva operativa e di movimento, da parte dei primi due Maestri Passati, mentre è doveroso riconoscere il merito a Papus di aver dato vita ad una struttura semplice e flessibile, che è stata capace già nei primi anni di vita di raccogliere nella sola Francia 20.000 fratelli, e diffondersi in ogni angolo del mondo.
La Storia del martinismo e dei suoi Maestri ci ha dimostrato come questo  sia in definitiva un sistema iniziatico ed operativo flessibile ed inclusivo, pur rimanendo fermi determinati  fondamentali. I quali, per quanto abbiamo evidenziato, o letto fra le righe, possono essere riassunti in due semplici punti: 
1) Il martinismo è un ordine iniziatico  cristiano.
2) Opera per la reintegrazione dell’uomo nell’uomo e dell’uomo nel divino. 
Martinès de Pasqually, Louis Claude de SaintMartin, Gérard Encausse, erano esoteristi cristiani. Questo è il loro lascito, da cui nessuno dei successivi Grandi Maestri si è mai allontanato. Ricordiamo ad esempio le parole del Grande Maestro martire  C. Chevillon:  “Si raccomanda di studiare le opere del Fil.  Inc. (opere di ispirazione cristiana), gli esoterismi, le dottrine tradizionali, il lato esoterico e mistico dei vari  sistemi religiosi, con l'esclusione di qualsiasi pratica occulta. Non dimenticate mai che il Martinismo è un  cristianesimo trascendente, e che coloro che non si richiamano alla tradizione cristiana, non possono dirsi martinisti”

Oppure riportiamo il manifesto del Gran Magistero Generale 10 Gennaio 1921 

“Il Consiglio Supremo dell'Ordine Martinista, depositario della Tradizione e pienamente edotto sulle cause prime che determinarono le presenti perturbazioni politiche e sociali, considera suo imperioso dovere il ricordare quanto in
circostanze analoghe fu rivelato dai predecessori, e ciò che l'illustre H. Wronsky nel suo Apodittico Messianico confermò e dimostrò senza timore: - Una sola catena abbraccia tutta l'estesa rete di tutti i Gradi Segreti e di tutti i Sistemi dell'Universo, Gradi e Sistemi si riuniscono tutti nel Punto Centrale dell'Onnipotente. Non c'è che un Ordine solo ed i suoi segreti sono due: uno è il suo Scopo, l’altro la sua Esistenza ed i mezzi di cui dispone. Quello che vediamo oggi sul piano fisico non è che la conseguenza delle guerre che da oltre settecentocinque anni si svolgono nell'invisibile tra l’armata della Luce e quella delle tenebre. Nel 1914 suonò l'ora della conflagrazione generale sul piano terrestre, le lotte che si erano svolte nell’invisibile ebbero così la loro sanguinosa ripercussione sul piano fisico e da quel momento l'odio, figlio dell’egoismo, ha sostituito quell’amore del prossimo di cui si parla con tanto fervore nei Vangeli di tutte le Religioni. Sembra inoltre che, per colpa di certi uomini imperfettamente iniziati, la Catena Iniziatica si sia in alcuni punti spezzata, poichè in parecchie contrade le forze morali si sono divise e laddove l’unione doveva ripercuotersi sul piano fisico, non regna ormai che pericolosa discordia. Bisogna a tutti i costi far cessare questa situazione che potrebbe far capo a catastrofi incalcolabili. Perciò il Supremo Consiglio dell'Ordine Martinista, ispirandosi alle parole di cui sopra, raccomanda a tutti i Fratelli sparsi nel mondo di unirsi più strettamente che mai per raggiungere lo Scopo che, come ricordò Mazzini, è unico quali che siano le diverse apparenze. Lavorare a questo Scopo Unico è per tutti gli Adepti un sacro impegno e questo impegno è per loro tanto più preciso in quanto essi sanno che l'oggetto, i limiti e la misura dell'opera variano secondo i bisogni dei tempi, progrediscono in proporzione diretta alla evoluzione della Verità e si modificano gradualmente nel corso degli evi. Riflesso del Tempio Mistico, la società umana non riposa soltanto sulla colonna del Diritto, ma si appoggia anche su quella del Dovere. D’altronde non c'è manifestazione religiosa, o sociale, o morale che possa sfuggire alla fatale legge della evoluzione. Ogni epoca, che non è che un istante nella evoluzione universale, deve veder riuniti in uno stesso Pensiero e convergere verso lo stesso Scopo tutte le parti vitali del Corpo Sociale. Il presente Manifesto, vuol dunque ricordare a tutti i nostri Fratelli preposti alla costruzione del Gran Tempio Simbolico, che non bisogna lasciarsi fuorviare, ed operare acciocchè lo Scopo non venga sorpassato. Non dimentichiamo che la Verità è contenuta nel Sacro Monogramma JOD HE SCIN VAU HE che decora i nostri Templi. Oggi si può chiaramente vedere che il Nome Ineffabile Jod He Vau He, è stato spezzato in due, si può chiaramente vedere che il Sublime Quaternario è stato violentemente separato in due opposti binari, rotto l'Equilibrio, distrutto in parte il Tempio, minacciati di inutilità gli sforzi che gli Iniziati fanno da secoli per ristabilire l’Armonia tra le Diadi in contesa. Ebbene, consideriamo gli avvenimenti attuali alla luce della lniziazione. Ricordiamoci che il Cristo è rappresentato dalla lettera Scin e che questo Scin è e deve restare per noi il termine di Equilibrio, il termine Conciliatore ricongiungente i due binari opposti: il Bene e il Male, la Materia e lo Spirito, l’Ombra e la Luce.... Abbiano tutti i Fratelli coscienza del dovere che loro si impone nel mondo hilico l'Opera Sacra. Abbiano in ogni istante presente il simbolo della Fenice. Sulle tenebre che avvolgono il mondo brilli alfine la Stella Fiammeggiante: e sia il simbolo di quella Pace annunciata a tutti gli uomini di buona volontà, E ricordino sempre i nostri Fratelli che il dovere di ogni Martinista, doveri fissati dai nostri rituali, è quello di difendere oltre ogni possibilità gli insegnamenti morali e sociali del Martinismo per contribuire alla rigenerazione della famiglia umana ed instaurare sopra la Terra l'associazione di tutti gli interessi, la federazione di tutte le nazioni, l’alleanza di tutti i culti e la solidarietà universale.

(seguono le firme del G:::M::: G. Bricaud e dei Sovrani Delegati Nazionali di Inghilterra, Italia, Svizzera, Belgio, Baviera, Austria, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Polonia, Russia, Ucraina, Cecoslovacchia, Algeria, Madagascar, Canada, Stati Uniti d'America, Messico, America Centrale, Equador, Cile, Brasile, Argentina.) 

www.martinismo.net
eremitadaisettenodi@gmail.com


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