domenica 5 febbraio 2017

Iniziazione Senza Iniziati




Ermes Superiore Incognito

Uno degli effetti dello spirito dei tempi è quello di privilegiare la forma alla sostanza o viceversa, come se fossero mondi incompatibili senza rendersi conto che forma e sostanza devono interagire, perfezionando ogni cosa. 
La regola aurea del pensiero contemporaneo profano invece sembra essere “Fare per fare perché tanto va bene lo stesso”; e ha avuto tanto successo da essere riuscita a sfondare anche le porte dei templi massonici. E vuoti slogan si sprecano in ogni occasione sostituendo concetti basilari.
Termini altisonanti come Massoneria Universale vengono regolarmente negati reciprocamente dalle varie Obbedienze che finiscono per chiamarsi tra loro cugini invece di Fratelli, impedendo gli uni agli altri la frequentazione dei lavori di loggia, a volte anche nella stessa obbedienza. E più sono grandi le organizzazioni massoniche e più ristretti e rigidi sono i loro dogmi. 
Ma una nuova tendenza sta recuperando la dignità perduta e logge speculative più aperte e operativamente più libere si stanno confederando per salvare la Tradizione di un pensiero alto che non confonde né l'ermeneutica massonica con un comodo relativismo, né la consapevolezza dei nostri limiti con l'uomo del dubbio tanto di moda tra i massoni che devono fingere un'umiltà che non gli appartiene. Dopo un nutrito percorso iniziatico come Libero muratore, che mi ha condotto fino al XXX grado del RSSA, mi sono guardato intorno e mi sono sentito solo. 
Fino ad allora mi ero guardato dentro, secondo l'insegnamento dell'acronimo VITRIOL di origine ermetica.
Ho così intrapreso anche la via martinista su consiglio di un fratello massone, proprio per riprendere un percorso nuovo e più completo ripartendo da zero.
Infatti, nella sua origine, il martinismo nasce proprio in questo modo: come via per una conoscenza diversa da quella massonica proprio per volontà di massoni. 
E non massoni qualunque. Filosofi. E non filosofi qualunque.
È lapalissiano che se la massoneria avesse già in sé un percorso di questo tipo non avrebbero sentito la necessità  di attivarne un altro.
Massoneria e Martinismo, proprio per le comuni origini, si devono rispetto reciproco, ma, come mi fu consigliato decenni fa da un Fratello saggio proprio il giorno della mia iniziazione massonica, non ho mai confuso le istituzioni con gli uomini e gli uomini con le istituzioni.
E infatti anche all'interno delle scuole iniziatiche si continuano a voler creare griglie culturali nelle quali mettere, non ciò che è, ma quello che pensiamo che sia secondo le nostre convinzioni.
Quindi convinzioni e proiezioni delle idee partorite dalle nostre menti.
Ma non è proprio la rinunzia alle convinzioni a costituire uno degli obbiettivi fondanti del percorso massonico, per mantenere da uomini liberi e la mente aperta?
Si entra quindi come uomini liberi (o nati liberi) da profani e dopo l'iniziazione non lo siamo più? La nostra mente inizialmente aperta con un secondo inizio si chiude? 
Personalità eminenti come Martines de Pasqually (1727 – 1774), Jean Baptiste Willermoz (1730 – 1824) iniziato alla massoneria nel 1753 e Louis Claude de Saint-Martine (1743-1803), tutti massoni impegnati, intellettuali e filosofi, hanno creato vie iniziatiche e logge di vario orientamento proprio al fine di completare ogni esigenza a livello spirituale, nelle quali una strada non era migliore dell'altra, ma tutte vie di perfezionamento per individui con diverse potenzialità  e necessità spirituali.
Mi domando allora come sia possibile in un epoca come la nostra, dove comprare un libro è semplice e comunicare sempre più facile, informarsi improvvisamente diventa superfluo e, soprattutto, nel riflesso di uno spirito dei tempi che spegne le coscienze , sentire di continuo critiche e fesserie insopportabili come quella letta su un post di un social network, nel quale un iniziato massone affermava l'inconsistenza culturale e spirituale del Martinismo sostenendo che fosse nato dalla volontà di Papus (1865 – 1916) senza rendersi minimamente conto né di chi realmente fosse Papus, né della cronologia delle date, che volutamente ho riportato a testimonianza di una genesi culturale profonda.
Se avesse prodotto un pensiero meno infarcito di pregiudizi avrebbe capito che le tesi di Papus si basano su insegnamenti elaborati ben 100 anni prima della sua nascita, a loro volta elaborazioni di pensieri antichi e profondi che hanno sempre guardato all'uomo e al suo percorso mistico.
Al contrario quindi, la massoneria di oggi, vista dal suo interno troppo spesso come un'organizzazione anticlericale, atea e agnostica, creando in questo modo un presupposto stravagante.
Eppure la libera muratoria si dà un ordinamento solo nel 1717 e, per mano di un prete protestante J. Anderson, una costituzione 5 anni dopo, attingendo tutta la sua simbologia da emblemi per la maggior parte cristiani, come la presenza sull'ara dell'Antico Testamento aperto alla pagina del Vangelo di Giovanni, del quale, in alcune Logge, vengono letti i primi tre versi (Cap.1-1) che fanno riferimento al Verbo, comunemente interpretato in teologia col Cristo, mentre sarebbe più pertinente leggere la parte che, tradotta alla lettera, cita “E la Luce brillò nelle tenebre e le tenebre non la compresero”, verso di una bellezza emozionante, molto amato dal Fratello Willermoz.
Oppure l'emblema del compasso, che comunque lo si voglia girare, sempre cerchi fa. 
Il compasso che viene rappresentato fin dalla prima metà del XI secolo sempre in mano al Creatore (Grande Architetto dell'Universo per i liberi muratori) o al Cristo che disegna il mondo o l'universo in quanto il movimento circolare dell'anima ha come motore e causa l'amore (Proclo – I fondamenti della sua metafisica di W. Beierwalts) secondo il pensiero neoplatonico del III secolo.
Il cerchio, matematicamente incalcolabile con precisione, nonostante il Pi greco che serve solo ad approssimarsi all'incommensurabile, 
appartiene all'anima e quindi a una dimensione metafisica che appartiene al divino.
Il compasso quindi come emblema che, in massoneria, si relaziona in modo diverso alla squadra nei primi 3 gradi iniziatici, formando però sempre un segno che stranamente somiglia all'Alfa dell'antico alfabeto greco, come possiamo rilevare dai testi originali di oltre 2.000 anni fa e nelle vetrate di chiese romaniche e bizantine come sulla medaglia funeraria del XIII secolo dell'Abate del Mont Saint-Michel, Robert de Thorigny. 
Com'è scritto nell'Apocalisse 1-8 “Io sono l'Alfa e l'Omega” e “Giovanni, fratello e vostro compagno nella tribolazione...”
E il tempio massonico con le Colonne del B e del J, realizzato secondo le indicazione del biblico Libro dei Re, luogo nel quale nel quale vengono svolti i lavori delle officine massoniche, rigorosamente Alla Gloria del Grande Architetto Dell'Universo come si legge chiaramente alle spalle, quindi all'Oriente del Maestro Venerabile.
E il Libro Sacro sull'Ara: la Bibbia.
E la Pietra grezza a fianco dell'ara che è l'emblema cristiano dell'immagine del Male, frutto di morte o pietra di scandalo, solitamente rappresentata nelle chiese romaniche calpestata dal vitello, immagine del Cristo (vedi anche bassorilevo in facciata dell'antica e bellissima Chiesa templare del XII secolo di Saint Blaise di La Celle a Bruère, Cher). Pietra che il massone deve sgrossare per gettare tutto ciò che è in più per realizzare una pietra cubica, di forma regolare, utile, finalizzata al Bene  e non inutile, come quella nella quale si identifica il Male.
E l'Agape, che 2.000 anni fa concludeva il matal domenicale, nel quale l'animale da sacrificare veniva portato ai piedi della croce, si copriva di stoffa scarlatta, il sacerdote benediceva il sale che veniva fatto mangiare all'animale prima di essere sgozzato. Poi la carne cotta veniva mangiata tutti assieme durante questo primitivo pasto tra cristiani. Un'evocazione del sacrificio del Calvario nel quale Cristo muore per la salvezza del mondo. In massoneria il rito del mangiare continua a chiamarsi così: Agape.  
La cecità e la sordità, di chi si pone in antitesi contro qualcosa che nasce da una stessa famiglia, in realtà rinnega la sua tradizione, si mette contro se stesso e perde identità.
Capisco che non possedere una chiave di lettura adeguata per leggere i testi sacri di ogni religione, la chiave è sempre la stessa, porti a un rifiuto dei dogmi assai più dogmatico del dogma stesso.
Ma se le iniziazioni massoniche fossero efficaci, e non edulcorate pantomime sgangherate attente né alla forma né alla sostanza, col solo fine di consentire il via a un gioco di società con sembianze iniziatiche, invece di produrre falsi iniziati inconsapevoli, magari potrebbe dare un senso alle ricerche che alcuni di noi vorrebbero intraprendere, troppe volte senza successo, per mancanza di quelle conoscenze essenziali che ci spiegano per quale motivo effettivamente siamo ignoranti.  
Massoneria e Martinismo quindi sono solo strumenti, mezzi per raggiungere obbiettivi culturali e spirituali personali e individuali. 
I primi hanno bisogno della Loggia per creare un luogo nel quale operare lontano dal mondo profano, e infatti sono essenziali le figure del Copritore esterno e del Copritore interno proprio per tenere lontani da un luogo consacrato (quindi
separato) dal resto del mondo e proteggerlo dai nemici.
La massoneria invece, inquinata da una interpretazione distorta del pensiero illuminista, perde contatto con la Natura e il soprannaturale riducendo tutto ad una nascosta agnosi e a un malcelato ateismo. Eppure i massoni indossano guanti bianchi, come i guanti pontificali che il cristianesimo ritiene necessari a proteggere la purezza dei lavori da mani che certamente e inevitabilmente hanno compiuto atti iniqui. 
I secondi invece usano la loggia solo come momento di contatto fisico per anime che sono sempre in contatto tra loro perché hanno imparato a farlo e vogliono farlo. Il mondo che vediamo è solo una piccola parte di qualcosa di più immanente, di cui non possiamo neppure pensare la grandezza, e mentre le nostre risorse spirituali brilleranno nelle tenebre, anche se le tenebre non le riconosceranno, potranno orientare le energie verso chi saprà riconoscerle. 
I martinisti non hanno bisogno di guanti bianchi. Durante il rituale della luna nuova l'iniziato si purifica dall'immondo, nel quale siamo costretti a vivere, per cominciare un nuovo ciclo allineato all'energie della Natura che governano l'intero universo.  
Ma come ci insegna H. Kircher (1601 – 1680) con il suo Ordini dell'Universo l'elevazione spirituale si esprime con 5 livelli: i bruti, gli uomini, gli eroi, i geni e Dio.
La ricerca e il percorso di un vero iniziato non si ferma mai e nuove correnti portano i Fratelli verso un pensiero nuovo e antico al tempo stesso. 
 Movimenti massonici e martinisti con coraggio si sono allontanati dalle logge madri ormai corrotte per cercare le origini smarrite, recuperando i rituali traditi, e con essi l'uomo nascosto sopraffatto dai luoghi della disarmonia, perché la visione del nostro fratello e maestro Louis Claude de Saint Martin è ancora viva e anzi ancor più attuale. Una realtà sempre più concreta ed evidente.
E allora guardiamoci dentro per salutare ogni giorno gli angeli che ci guardano con gli occhi del giusto e ci onorano della loro presenza, dandoci forza ogni volta che doniamo perché, se vogliamo purificare il mondo, alle preghiere devono seguire le azioni.
Per anni mi sono chiesto quale fosse il mio scopo nella vita e dopo una lunga ricerca, grazie all'aiuto essenziale e all'esempio di Fratelli veri, dell'una e dell'altra istituzione iniziatica, ho capito ciò che già sapevo.
Io, come tutti, siamo venuti al mondo solo per lasciarlo migliore di come l'abbiamo trovato.
Anche di poco, pochissimo ma migliore.
E le iniziazioni senza iniziati sono soltanto il peso del nulla.            


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