domenica 5 febbraio 2017

IL RITUALE GIORNALIERO COME STRUMENTO DI LAVORO INTERIORE



Beatrice Associata Incognita

Lo scopo che ci si dovrebbe prefiggere,nel momento in cui si accede ad una qualsivoglia struttura iniziatica, dovrebbe essere soltanto uno: la Conoscenza. Bisognerebbe anche avere ben presente che la reale Conoscenza non si impara su nessun libro, per quanto esso sia antico, scritto da illustri studiosi, comprovato da molte fonti, etc.  Ciò che viene tratto dalla lettura dei cosiddetti “testi sacri” di ogni Tradizione dipende unicamente dal nostro stato di coscienza, dal nostro livello dell’Essere , che a sua volta può essere modificato soltanto mediante una profonda Autoconoscenza e un processo attivo di cambiamento interiore.  L’ iniziazione reale e concreta è solo quella che avviene al nostro interno; nessuno ci può trasmettere alcunché per semplice “imposizione delle mani”, nè il solo fatto di essere affiliati ad una struttura o parte di una Loggia modifica il nostro reale modo di essere di una virgola. L’iniziato autentico è un uomo che cerca con tutte le sue forze di elevarsi al di sopra della sua umana (triste) condizione, che ha acquisito un certo grado di dominio sul suo corpo e sulla sua mente, che è disposto al sacrificio e ad abbandonare abitudini e comportamenti che si frappongono tra lui e la sua meta. Egli possiede la volontà di modificare il proprio carattere, ma non per moralismo o per seguire dei dogmi di comportamento imposti dall’esterno, bensì perchè sa che tutto ciò che occupa la nostra mente, ci toglie energia (preoccupazioni, desideri opprimenti, ansia, stati emotivi intensi sia positivi che negativi) e ci allontana da quello stato interiore ideale nel quale è possibile, seppure per brevi attimi, ricordare la nostra vera natura. Ci sono dei vantaggi concreti nell’appartenenza ad un gruppo e nel condividere con altri lo stesso impegno quotidiano, gli stessi valori, le stesse esperienze. In primis, a livello energetico , in quanto la forza di preghiere, intenti, motivazioni si somma (Matteo XVIII {19-20}: “ In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque coso la otterranno . Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” ). Secondariamente, a livello psicologico, in quanto è insito nel concetto di Fratellanza l’obbligo di sostenersi a vicenda ed incoraggiarsi nel difficile cammino spirituale, nei momenti di difficoltà; inoltre, il confrontarsi con altri in merito a questioni esoteriche e interiori può rafforzare il nostro obiettivo e la fede. L’esecuzione di certi rituali, la ripetizione di formule, preghiere, mantra, gestualità, simboli, se è presente concentrazione, devozione, entusiasmo, può produrre stati energetici differenti rispetto a quello che sperimentiamo nella routine quotidiana.  Può aumentare il nostro livello di energia con conseguenti sensazioni di benessere psicofisico, serenità mentale temporanea, assenza di paura e di altre emozioni negative, oltre a percezioni fisiche varie e più o meno intense (leggerezza, flussi energetici all’interno del corpo sperimentati come formicolii, vibrazioni, caldo, freddo etc. etc.).  Se la pratica quotidiana non è accompagnata da un reale cambiamento interiore duraturo e definitivo, però, questi momenti resteranno (benchè piacevoli) fini a se stessi, l’energia che accumuliamo verrà, al termine della pratica,
riassorbita nei nostri innumerevoli elementi psicologici avversi e si esaurirà velocemente (nella migliore delle ipotesi), oppure (in quella peggiore) andrà, in quanto forza neutra, a nutrire proprio quei lati “umani” che dovremmo superare. 
Il rituale giornaliero: considerazioni generali Il rituale giornaliero, così come  elaborato e proposto dal Convivium Gnostico Martinista, offre numerosi spunti di lavoro interiore, se eseguito nel modo corretto. In generale si può dire che impegnarsi in modo costante ad intervalli regolari in una pratica o rituale, è un inizio di autodisciplina e può aiutarci a sviluppare la forza di volontà.  Ogni preghiera, salmo, mantra, tracciamento di simboli, deve essere eseguito in modo da coinvolgere completamente tutto il nostro essere; dovrebbe assorbirci a tal punto da escludere qualunque altro pensiero. Questo può risultare difficile in quanto ripetendo giornalmente formule prefissate, si corre il rischio che esse diventino meccaniche e prive di partecipazione interiore; per ovviare a questo problema, si può cercare di coinvolgere nella pratica TUTTI i nostri sensi (esterni ed interni).  Ad esempio: ripetendo ad alta voce un salmo, con le orecchie ascoltare la propria voce, facendo caso a come essa risuona, alla vibrazione che produce nella stanza, al suono delle parole etc.; contemporaneamente, cercare di percepire il corpo e la postura, la posizione delle mani e delle braccia, ciò che essa esprime, così come la presenza eventuale di tensioni muscolari, di dolori, cercando di comprenderne la causa. Allo stesso tempo, mentalmente si può provare a visualizzare quello che stiamo recitando, lasciare che le immagini si formino spontaneamente al suono delle parole, osservarle con l’occhio interiore.. Nel caso di un mantra, ad una parola o lettera ebraica, o invocazione, si potranno associare colori o simboli inerenti, oltre all’osservazione delle caratteristiche del respiro mentre si recita (ritmo, intensità, effetto della respirazione e della ripetizione sul nostro stato interiore). Ciò che si sperimenta durante il rituale dovrebbe essere oggetto di riflessione nelle restanti parti della giornata (emozioni, pensieri ricorrenti che ci hanno distolto, immagini sorte spontaneamente); la pratica non finisce con i 30 minuti di rito, ma è parte della vita di ognuno di noi. Intuizioni avute durante il rito e poi analizzate, potranno aiutarci a risolvere problemi del quotidiano, altre  potranno essere richiamate alla nostra attenzione prima di dormire e venire poi elaborate nel sonno. Esistono infinite possibilità di utilizzo degli strumenti presenti nel rituale giornaliero: sta poi alla volontà e motivazione del singolo trovarne sempre di nuove o perseverare in quelle più affini al proprio modo di essere in modo da rendere la pratica sempre più profonda e fruttuosa e di non cadere nella noia e nella svogliatezza. 
La preghiera all’angelo giornaliero e l’eliminazione dei difetti Fermo restando che ognuno deve personalizzare il rituale giornaliero ed incentrarsi sulle pratiche che ritiene più utili per lui ed in sintonia col proprio essere, desidero soffermarmi brevemente sulla preghiera all’angelo giornaliero, che rende possibile all’interno del nostro rituale quella parte di lavoro esoterico che viene spesso dimenticata o messa in secondo piano: l’eliminazione dei difetti.  Ogni nostro comportamento disfunzionale  può, con adeguata introspezione e con la sincerità necessaria, essere ricondotto alla presenza nel nostro spazio psicologico di uno dei sette difetti principali indicati col nome di 7 vizi capitali, che nella preghiera in oggetto vengono menzionati ed associati ognuno ad un arcangelo e ad un giorno della settimana. Il momento in cui recitiamo questa preghiera o invocazione, possiamo cogliere l’occasione per rivedere mentalmente la nostra giornata o quella precedente, oppure rievocare degli episodi in cui questo particolare difetto si è manifestato. L’energia che si sviluppa dalla pratica potrà così essere utilizzata in modo costruttivo per correggere quel lato di noi, potremo visualizzare il nostro cambiamento e i benefici che da esso ne verranno, oppure visualizzare l’Angelo stesso, o il fuoco, o una luce, che dissolve ciò che ci impedisce di procedere. Porteremo così la nostra attenzione sugli ostacoli interiori che abbiamo e questa consapevolezza dovrà essere mantenuta anche al termine del rituale.
La visualizzazione è fondamentale, non solo del problema ma anche dell’alternativa al problema (o difetto) che abbiamo, perchè essa agisce a livello inconscio e con il tempo finirà per produrre cio? Che mediante la volontà e la concentrazione noi cristallizziamo. 

Conclusioni Ogni pratica diviene viva, multisfaccettata e sempre nuova ( e produce un effetto) se la rendiamo tale mediante il nostro completo assorbimento in essa. La conoscenza teorica, così come la semplice ripetitione di rituali,  sono utili in un primo tempo, perchè ü necessario porre delle basi solide al Lavoro. Esse possono essere fonte di ispirazione, di riflessioni, di interesse per ulteriori approfondimenti.  La mente, però, ad un certo punto dovrà essere lasciata cadere, e per questo bisogna sviluppare una reale Presenza, la Conoscenza deve divenire intuitiva ed immediata e non filtrata dal pensiero razionale; il significato vero di Iniziazione (troppo spesso dimenticato) è un radicale cambiamento nel nostro stato dell’Essere, ed una ferma volontà di raggiungerlo mediante il lavoro giornaliero costante e profondo.

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